[NFL] Week 10: San Diego Chargers vs Denver Broncos 20-28

I Broncos che si presentano a San Diego allo scontro divisionale sono forse i più rilassati dell’intera stagione: l’ultima vittoria contro i Redskins (dominata) e la settimana di riposo avevano dato linfa vitale ad una squadra che spesso si era ritrovata, nonostante il record lusinghiero, a essere alquanto instabile in difesa. E l’operazione al cuore del loro head coach John Fox non sembrava aver scosso troppo l’ambiente, per ora guidato da Jack Del Rio. Infatti i rapporti che ci giungevano dall’America prima della partita parlavano di un lavoro in allenamento senza intoppi per la franchigia di John Elway, ancora alla rincorsa degli invincibili Chiefs di questo inizio stagione.
Dall’altra parte una squadra con più dubbi che certezze. Nonostante la forma tracotante di Antonio Gates e un Philip Rivers al meglio dopo varie stagioni di anonimato, i Chargers padroni di casa non erano riusciti a mantenere un record positivo. Alla base dei problemi una mancanza quasi totale di palle rubate (fumble o intercetti) tant’è che San Diego prima di ieri aveva iniziato una quarantina di drive consecutivi nella sua metà campo. Una striscia negativa da fermare.

Demaryius Thomas
Demaryius Thomas

Il primo motivo tattico dell’incontro è la pressione dei Bolts su Peyton Manning. Segreto di Pulcinella come pochi altri nella lega è quello che questi Broncos siano stoppabili esclusivamente mettendo fretta al 18, che altrimenti può davvero ammassare numeri fantasmagorici, come mai nella storia della NFL.
E i californiani sembrano avere buon gioco. Nonostante al primo drive arrivi il primo touchdown (Julius Thomas si fa tutta la sideline e depoisita in meta il 7-0), la pressione c’è eccome tanto da costringere Manning a cercare l’opzione più corta possibile come Knowshown Moreno. Basti pensare che il primo passaggio a un wide receiver arriverà molto più tardi. San Diego in questa fase fa quello che deve fare: non dare peso all’attacco sulle corse avversario, cosa che invece avverrà nel secondo quarto (anche a causa della bontà tecnica del duo di corridori Moreno-Ball) aprendo il cielo alla furia di Denver.

Tornando un attimo indietro abbiamo lasciato a piedi l’attacco dei Chargers. Difficoltà pazzesche sui passaggi, visto che Denver blocca bene tutti i ricevitori e soprattutto proprio Gates, Ryan Matthews invece è imprevedibilmente ispirato e le sue corse fanno male, soprattutto sul lato sinistro, quello in cui non opera Kevin Vickerson, DT avversario in giornata di grazia. A salvare il bilancio degli uomini di Rivers una penalità di Dominique Rogers-Cromartie (partita “sloppy” la sua, cioè pigra) e un passaggio straordinario proprio di Rivers per Lardarius Green, a consentire i due field goal del 21-6 alla fine del primo tempo.
I due touchdown fuori cronaca sono entrambi di Demariyus Thomas, il primo con un balletto sulla linea laterale mentre il secondo con una ricezione facile resa tale da almeno quattro difensori di San Diego che si allineano in fila indiana non coprendo nemmeno un metro di End Zone. L’incubo di ogni defensive coordinator materializzatosi nel pomeriggio assolato.

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Ryan Mathews
Ryan Mathews

Il terzo quarto inizia come iniziano tutti quelli con i cavalli bradi protagonisti di questo 2013. Touchdown, con il classico screen di Demariyus, che già avevamo etichettato per l’appunto come “classico” due settimane fa. Un passaggio che fa male perchè quando il nativo della Georgia abbassa spalle e testone è, nei primi metri di corsa, imprendibile. L’apporto alla vittoria della sua squadra arriva sottoforma di 3 TD e 108 yard; Thomas è talmente completo da farci chiedere se non sia nella stessa categoria di Calvin Johnson o A.J. Green. Di sicuro per ora sta conducendo i suoi a facili vittorie.
Perchè anche quella di San Diego non è stata una vittoria troppo difficile. L’unica cosa che ha gettato ombre è stato il fumble di Manning sulle sue 20 yard. Primo takeaway in zona offensiva dei Chargers da tempo immemore. Ma, nonostante i Chargers segnino con Danny Woodhead e poi Mathhews nel quarto, non riusciranno a rimontare perchè il running game di Denver è reale, e non lascia troppo tempo agli avversari. Von Miller effettua l’ultimo sack della contesa e si finisce su un 28-20 giusto per quanto visto in campo ma forse stretto ai Broncos per la differenza di organizzazione delle due compagini.

Chiariamoci: San Diego non è una squadra allo sbando. Nel primo tempo è riuscita a tenere Manning fuori dal campo per quasi tutta l’azione, sconvolgendo il tempo di possesso in loro favore, ma quando c’è stato da prendere una posizione dominante e continuare con quell’interpretazione della partita, non l’ha fatto. Battere Denver non è semplice e probabilmente la W non sarebbe arrivata, ma soprattutto nel secondo quarto una organizzazione maggiore avrebbe fatto la differenza. La pass rush ha funzionato, e probabilmente i Chargers porteranno a termine una stagione soddisfacente, per poi cercare di fare un ulteriore salto di qualità l’anno prossimo.

Vincent Brown, Kayvon Webster, Rahim Moore
Vincent Brown, Kayvon Webster, Rahim Moore

In casa Broncos invece il panorama è molto più variegato: per prima cosa, la difesa c’è. Sui passaggi è stata quasi infallibile, mentre quello che colpisce è stato, nel primo quarto e inizio secondo, la concentrazione che è stata messa in campo nei terzi down. 7 su 16 per i Chargers, ma soprattuto i due ottimi stop in Red Zone che non hanno permesso il touchdown avversario mentre l’attacco stentava.
L’attacco, quindi. La squadra del Colorado ha troppe opzioni, è ingestibile per qualsiasi avversario nella lega. Quando Manning lancia come sa fare non ci sono storie, sono loro i maggiori indiziati per la vittoria al SuperBowl. Purtroppo per loro però la linea offensiva avrà fatto anche bene per essere pieni di esordienti o rincalzi, ma ancora non è abbastanza. Il 18 in arancio ha terminato la partita sul lettino dell’infermeria con le caviglie e il ginocchio infiammati (“sore”, come da testimonianza dello stesso 4 volte MVP da Tennessee).

La settimana prossima c’è l’appuntamento più importante, quello con i Chiefs di Andy Reid e della più formidabile pass rush in NFL. Chi vince, vince la division, e in tutto il Colorado si augurano di non dover mettere la palla e il destino in mano a Brock Osweiler. La sensazione, nonostante il record immacolato di Kansas City, rimane che Denver abbia qualcosa in più. Lo stesso qualcosa (o qualcuno, meglio) che ora è in dubbio sulla partecipazione o meno alla prossima sfida.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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