Bears allo sbando (Chicago Bears vs Tennessee Titans 17-24)

Partita mai in discussione, quella del Nissan Stadium di Nashville.  I Titans si riprendono dopo la brutta sconfitta contro i Bengals di Burrow, mentre i Bears crollano in un oceano di problemi con la terza sconfitta consecutiva dopo quelle incassate per mano di Rams e Saints.

A Chicago, tutti erano consapevoli che questa fase del calendario si sarebbe dimostrata ostica. Ma allo stesso tempo, arrivandoci forti di un 5-1 in classifica, le prospettive non erano così male. Invece, facendo eccezione per la partita contro i Saints nella quale Foles e soci hanno lottato fino alla fine cedendo solo ad un field goal nell’overtime, quanto visto a Nashville riporta le lancette del tempo indietro di un anno. Sembra di rivedere quella squadra stagnante, incompleta, incapace di convertire terzi down e di trovare ritmo nelle gambe di un attacco moribondo. Che poi, a guardar bene, fatta eccezione per la linea questo attacco non è nemmeno così malvagio: Foles lancia 36/52 con 335 Yds, 2 TD e 0 Int, quando il suo antagonista, Ryan Tannehill, si comporta ben peggio con 10/21 e solo 158 yard, 2 TD e 0 Int. Entrambi subendo 3 sack.

Premesso che il risultato di 24-17 per i Titans non sia per nulla veritiero, dal momento che i Bears hanno segnato 17 punti nel garbage time, la differenza tra le due squadre è tutta nella qualità delle chiamate: Mike Vrabel utilizza tante corse funzionali a quei pochissimi giochi su lancio che permettono a A.J. Brown di spaccare la partita, mentre Matt Nagy si ostina ad impiegare una manovra tanto prevedibile, quanto inadeguata alla NFL del 2020. Per Chicago le sole note positive arrivano dalle ricezioni di Jimmy Graham e quando Foles punta i suoi tight end, gli schemi, anche nelle altre partite di campionato, risultano molto più fluidi ed efficaci. In questa lega i TE possono fare una grande differenza. I Bears, rappresentati dal signor Ryan Pace, hanno selezionato il primo TE disponibile nello scorso draft e non lo utilizzano mai. Che senso ha questa scelta? E che senso hanno le dichiarazioni di Nagy nelle settimane che precedono le sfide sul mancato utilizzo dei TE nello sviluppo del gioco? Dichiarazioni nelle quali lui stesso ammette di doverli usare di più. Però poi, in partita mai nulla.

Pubblicità

La Offensive Line dei Bears ha toccato il punto più basso degli ultimi dieci anni. Con oltre 60 penality a sfavore, Chicago guida il campionato nella statistica delle flag contro, ma non per cattiveria degli arbitri. Semplicemente per l’incapacità di stare in campo di questa linea, scarsa e oltretutto indisciplinata. Ci si trova da un possibile field goal range ad un 3rd and 20 sulle proprie 40 in men che non si dica (e non è un episodio isolato). Anche qui, il front office Bears era consapevole del degrado in OLine prima dell’inizio di stagione, ma nessun rinforzo è arrivato.

Il risultato è che i Bears chiudono la loro domenica di football subendo l’ira dei tifosi scatenatasi nel web. Sui canali di comunicazione della squadra di Chicago piovono #FireNagy e #FirePace come se non ci fosse un domani. Chicago Bears Italia, ovviamente si associa.

Coach Nagy ha saputo riportare i Bears ad un livello competitivo e per questo lo ringraziamo, ma dopo la splendida stagione del 2018 non si è più visto alcun genere di progresso. Il capo allenatore ha troppo ego e non lo mette da parte, il playcall è scadente e Mitchell Trubisky o Nick Foles, a questo punto, cambia poco. Uno spreco quando a lottare per i tuoi colori c’è una difesa monumentale. Non fermiamoci ai punti concessi, specie quando 7 di questi nascono dal fumble di David Montgomery con la difesa di Tennessee che lo recupera segnando un touchdown che ammazza la sfida. Non solo l’attacco non segna, ma fa pure segnare gli avversari.

In tutto questo la difesa di Chuck Pagano riesce a limitare uno dei running back più devastanti del campionato, Derrick Henry, a 68 yard, concedendogli una media di 3.2 yard a corsa. L’arma migliore dei Titans è stata controllata dalla difesa Bears, la quale, ogni domenica, tiene sempre il team in partita. Ma se il tuo attacco segna zero punti fai la fine dei grandi ace del baseball che non hanno alcun tipo di run support dai battitori. E perdi, nonostante tutti gli sforzi.

I Titans sono sereni, si mostrano maturi nella gestione dell’incontro e non si perdono mai per strada. I punti concessi nel finale sono irrisori perchè 50 minuti di buon football hanno fatto passare una bella giornata di sole ai pochi tifosi presenti sugli spalti. Questi Titans sono sempre interessanti a mio avviso, una squadra solida in grado di colpire al momento giusto. Gli svarioni contro Steelers e Bengals possono starci, ciò che importa è riprendersi. I Titans, con il successo sui Bears, possono ritrovare fiducia e coraggio. Nella puntata del Cutting Edge Show di mercoledì scorso, alla domanda sui Titans “contender o pretender?” la maggioranza degli analisti si era pronunciata con un “pretender”. Questa squadra difficilmente potrà tornare a giocarsi un Championship game come nel 2019. I limiti, mostrati anche ieri, nonostante le sciagure dei Bears, sono evidenti e nella conference ci sono avversari ben più preparati. Tuttavia, se i ragazzi di Vrabel riuscissero a far tesoro delle loro esperienze, qualche sorpresa per i playoffs ce la possiamo aspettare!

Playoffs che momentaneamente si allontanano dall’Illinois. I Bears, se pur sconfitti, restano agganciati al treno e a questo punto vincere contro i Vikings prima del bye diventa un obbligo. La prospettiva dice che Chicago dovrà giocarsi l’accesso alla post-season contro Rams e Cardinals, difficile pensare ad un ritorno di fiamma Vikings o ipotizzare un tonfo dei Bucs. Togliendo le due sfide divisionali contro i Packers, che per questi Bears appaiono proibitive, restano le due contro i Vikings e una contro Lions, Jaguars e Texans. Tutte gare alla portata di Khalil Mack.

Difficile, ora come ora, pensare a come la difesa dei Bears possa anche solo condividere lo spogliatoio con il reparto di attacco, ma la squadra deve ritrovarsi e le occasioni non mancheranno.

#BearDown

alex cavatton firma area 54

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.