NFL Preview 2021: Buffalo Bills

Viviamo in tempi strani, è risaputo, ma pensare che salire sul carro dei Buffalo Bills sia prova di bandwagonerismo è semplicemente troppo anche per chi ricorda vividamente la pazzia 2020: i Buffalo Bills, care lettrici e cari lettori, non sono più i cuginetti ideali dei New York Jets, non sono più quelli che emulando la streak di vittorie di Undertaker a WrestleMania facevano il possibile per concludere la stagione a dicembre per godersi nel migliore dei modi gennaio, i Buffalo Bills non sono più la squadra con la quale molti di noi cresciuti.
Questi Buffalo Bills, è ancora molto strano esplicitarlo, sono una delle migliori squadre della NFL, sono un esempio di come una contender debba essere costruita, di come un franchise quarterback debba essere sviluppato e messo nelle condizioni di rendere al meglio; dopo aver spedito in panchina il buon Tyrod Taylor a scapito di Nathan Peterman per quel testa a testa contro i Chargers che noi tutti ricordiamo, ero convinto che almeno per un altro lustro nulla fosse destinato a cambiare ad Orchard Park in quanto il “senza classe” McDermott con le sue inesistenti skills umane li avrebbe condannati ad ulteriori anni di mediocrità e stagioni perdenti: in un paio d’anni, coadiuvato dall’ottimo Beane, mi e ci ha permesso di ricrederci fabbricando con leggendaria maestria il miglior contesto possibile per permettere a Josh Allen di crescere e sfruttare il proprio immenso potenziale.
Ora i Buffalo Bills sono pronti a competere sul serio ed al momento appaiono come i più credibili anti-Chiefs della AFC.

OFFENSE

Il nome, a ragione, è uno: Josh Allen.
Allen, reduce dalla stagione della definitiva consacrazione, ha recentemente firmato un contratto che lo legherà ai Bills fino al 2028: ciò che tutti noi stiamo aspettando, nonché ciò da cui dipenderà l’esito della loro stagione, è constatare se sarà in grado di ripetere – o addirittura migliorare – quanto fatto l’anno scorso dove, in un mondo senza Rodgers o Mahomes, sarebbe stato il miglior quarterback della NFL. La sua esplosione è intimamente legata all’arrivo di Stefon Diggs, ricevitore così completo e pericoloso che ha permesso ai Bills di compiere una paurosa metamorfosi offensiva e che ha aiutato Allen a migliorare esponenzialmente la propria precisione sui lanci profondi: sarebbe un peccato non sfruttare un braccio del genere, no?

Il loro corpo ricevitori dovrà fare a meno di John Brown, uno dei più affidabili deep threat della lega, che sarà sostituito dall’iper-esperto Emmanuel Sanders, giocatore che sa giusto un paio di cose riguardo il Super Bowl, anche se mi aspetto che la sua dipartita aumenterà il numero di snap e target del sophomore Gabriel Davis che, soprattutto nella parte finale della stagione, ha trovato modo di contribuire in red zone – parte del campo nella quale ha ricevuto il 24.1% dei propri 62 target totali.
Su Cole Beasley stendiamo un velo pietoso: è uno dei migliori slot receiver della lega ma dopo le dichiarazioni degli ultimi mesi, molto semplicemente, non riesco a sopportarlo. Per quanto concerne i tight end, invece, stanno ancora aspettando il breakout year di Dawson Knox che, a questo punto, non è detto che arrivi.

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Il sostantivo che viene in mente parlando della linea d’attacco è “solidità” in quanto la O-line dei Bills malgrado la mancanza di una vera stella – Dion Dawkins? – si esprime costantemente su buoni livelli che le permettono di garantire un’apprezzabile protezione a Josh Allen: fondamentale, a tal proposito, è la continuità garantita dai rinnovi contrattuali di Feliciano e Williams – oltre che alla riduzione di salario del centro Morse -, colonne portanti di quella che PFF ha classificato come 14esima migliore linea d’attacco della lega. Il 2021 sarà un anno cruciale per Cody Ford, ex-scelta al secondo round che arrivato alla terza stagione fra i professionisti dovrà trovar modo di compiere il definitivo salto di qualità.

Unico neo di questo attacco – e lo capite perché ho aspettato finora per parlarne – è il gioco di corse che, per un motivo o per l’altro, continua a non ingranare: colpa degli schemi? Singletary e Moss sono semplicemente dei giocatori mediocri?
Non saprei trovare una risposta, l’unica cosa che so dirvi è che probabilmente non è nell’interesse dell’offensive coordinator Daboll sviluppare uno dei migliori run game della lega e, considerando la brillantezza di Allen e gli investimenti compiuti per rimpolpare il parco ricevitori, posso capire la logica della sua decisione: la parola chiave, in questo caso, sarà efficienza, correre “poco” ma bene.
La linea d’attacco, a tal proposito, dovrà obbligatoriamente svolgere un miglior lavoro poiché sia Singletary che Moss hanno concluso il 2020 nelle ultime dieci posizioni per quanto riguarda yard before contact.

DEFENSE

Se un tempo, specialmente negli anni che hanno preceduto l’arrivo di McDermott, era la difesa spesso e volentieri a permettere a Buffalo di portare a casa la giornata, negli ultimi anni la situazione si è completamente ribaltata, malgrado l’abbondanza di potenziale.

L’interno della linea difensiva è puntellato da Ed Oliver – giocatore che a questo punto della carriera deve prendere coscienza delle proprie potenzialità – e Star Lotulelei, lo scorso anno onesti mestieranti che raramente sono riusciti a togliere dall’equazione il gioco di corse avversario, mentre la situazione si fa ben più interessante se ci si concentra sull’esterno, in quanto alle spalle dei titolari – per il momento – Hughes e Addison troviamo un manipolo di giovani che, per forza di cose, dovranno produrre: il sophomore Epenesa e i rookie Rousseau e Basham potrebbero giocare snap importanti fin da subito e, considerando quanto negli ultimi anni il front office abbia investito sul pass rush al draft, si vedranno obbligati a trovare un modo per portare consistentemente pressione al quarterback avversario più prima che poi.
Lo scorso anno Buffalo ha realizzato solamente 38 sack dipendendo decisamente troppo da Jerry Hughes – 66 pressioni per lui – che avendo appena compiuto 33 anni potrebbe, a breve, essere vittima del più fisiologico dei cali: è indispensabile che qualcuno faccia un passo in avanti.

Alle loro spalle troviamo dei linebacker di buonissimo livello, soprattutto il perennemente sottovaluto Matt Milano – fresco di rinnovo contrattuale – reduce da un 2020 funestato da acciacchi fisici: il compagno di reparto Tremaine Edmunds, malgrado reduce da due convocazioni consecutive al Pro Bowl, nel 2020 ha incredibilmente faticato in copertura concedendo ben 5 touchdown.
Il reparto lo completa A.J. Klein, veterano solido ed affidabile ma neanche lontanamente in grado di aumentare il livello medio della difesa.

La secondaria è indubbiamente la punta di diamante dell’intero reparto, poiché può vantare su uno dei migliori cornerback della lega, Tre’Davious White, ed un tandem di safety di primissimo livello.
White, reduce forse dall’anno più complicato della propria carriera – anche se marcare sempre e comunque i migliori ricevitori della squadra avversaria alla lunga può essere logorante – sembra pronto a tornare a dominare, magari aiutato da un Levi Wallace che al quarto anno fra i professionisti e con un maggior numero di responsabilità potrebbe elevare definitivamente le proprie giocate; attenzione, alle loro spalle, ai vari Taron Johnson – autore della pick six contro Baltimore ai playoff – e Siran Neal. A guardare loro le spalle troviamo i fantastici Micah Hyde e Jordan Poyer, due dei giocatori più sottovalutati della NFL: nei loro quattro anni insieme a Buffalo hanno concesso la miseria di 67 passaggi da più di 20 yard, facilmente il miglior dato della lega.

Come abbiamo avuto modo di constatare ai playoff, l’asso nella manica di Buffalo è l’acume tattico di Leslie Frazier, defensive coordinator che ha di fatto saputo annullare Lamar Jackson e l’attacco dei Ravens compensando magnificamente ad un raro passaggio a vuoto dell’attacco; la difesa di Buffalo, in definitiva, è ben allenata e può contare su giocatori di prima fascia come Milano, White, Hyde e Poyer e qualora il pass rush dovesse riuscire ad ingranare avranno tutte le carte in regola per prendersi la propria vendetta contro i Chiefs.

SPECIAL TEAM

Il kicker sarà il sophomore Tyler Bass, reduce da una tutto sommato buona prima stagione – 82.4% sui piazzati con solamente due extra point sbagliati sui 59 tentati – mentre per quanto riguarda il punter sono andati a taccheggiare ai Dolphins Matt Haack, veterano tutto sommato affidabile, anche se potrebbe non essere chiamato tanto in causa poiché l’anno scorso nessuna squadra ha spedito in orbita meno punt dei loro 41.
Salvo tagli difficilmente pronosticabili, il returner sarà il buon Isaiah McKenzie chiamato a non far rimpiangere la dipartita di Andre Roberts – Second Team All-Pro lo scorso autunno – migrato in Texas da quei disgraziati dei Texans.

COACHING STAFF

Il coaching staff dei Bills, a mio avviso, è un All Star Team poiché sia l’offensive coordinator Daboll che il defensive coordinator Frazier potrebbero – e dovrebbero – gestire il loro personalissimo coaching staff altrove: il nome più intrigante – e che più dovete tenere presente – è quello di Ken Dorsey, passing game coordinator e quarterback coach nonché uno dei principali artefici del miracolo Allen.
McDermott, almeno per un’altra stagione, può considerarsi un uomo fortunato.

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Record previsto: 12-5

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Qualora la difesa dovesse riuscire a compiere un realistico salto di qualità - ossia portare consistentemente pressione al quarterback avversario - Buffalo potrebbe avere tutte le carte in regola per spodestare i Chiefs dal trono della AFC.

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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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Un Commento

  1. Ho iniziato a seguire la Nfl nel 2011 (il primo anno in cui passò in chiaro su Sportitalia): all’epoca andai a leggermi la storia di tutte le squadre su Wikipedia e quando scoprii che i Bills erano l’unica squadra ad aver disputato quattro Super bowl consecutivi, ma li avevano persi tutti e quattro, diventai subito un loro tifoso.

    Dopo tanti anni non disastrosi (mai sotto il 6-10) ma mediocri, adesso mi godo questo momento: non vorrei peccare di troppo ottimismo, ma davvero ci credo di arrivare fino in fondo.

    L’anno scorso abbiamo chiuso 13-3, quindi passare a un 12-5 sarebbe un passo indietro: io punto almeno al 14-3.

    Sperando che i Chiefs subiscano il contraccolpo del Super bowl perso, anche se non riuscirò mai a tifare contro una squadra allenata da Andy Reid!

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