Sconfitta imbarazzante (Tampa Bay Buccaneers vs Pittsburgh Steelers 18-20)

Alla vigilia della trasferta di Tampa a Pittsburgh esistevano concrete possibilità che la partita non fosse spettacolare, per le difficoltà degli ospiti ad avere continuità ed efficacia sia in attacco che in difesa nonostante un roster di primo livello e per i concreti limiti della squadra di casa, con poche individualità di spicco e guidati da un QB rookie. Le previsioni si sono purtroppo rivelate più che concrete, soprattutto da parte dei Bucs che sono rimasti “a galla” per merito del loro kicker, Ryan Succop. Gli Steelers lamentavano importanti assenze nel backfield difensivo (Fitzpatrick, Sutton, Whiterspoon e Wallace) che potenzialmente li esponevano a degli enormi pericoli contro i vari Evans, Godwin, Gage, Perriman e Miller. I Buccaneers dal canto loro dovevano far fronte alle assenze dei DB Ryan e Murphy-Bunting oltre ai “soliti” Jones, Rudolph e Hicks.

Il primo drive di Tampa è un “3 and OUT” e non è un caso, tale evenienza si verificherà più volte nello svolgimento del match; gli Steelers invece, guidatati da un buon Pickett, vanno a segno con Harris imbeccato da Pickett (7-0). Brady & Co. cercano di muovere efficacemente il pallone, ma ancora una volta, arrivati in red zone, non vanno oltre al “solito” FG di Succop per il 7-3 (di questo passo rischia il premio come MVP stagionale della franchigia della Florida). Dopo un drive sterile della squadra di Coach Tomlin i Bucs entrano di nuovo in red zone avversaria fino alle 4 yard ma ancora una volta (complice un sack subito da Brady) devono affidarsi al piede di Succop (7-6). Pickett guida i suoi, ben coadiuvato dai vari Harris, Claypool e Johnson dentro alla metà campo difensiva di Tampa, ma gli Steelers segnano solo su FG di Boswell dalle 55 yard, per il 10-6 provvisorio. Dopo 4 drive, due per parte, che si concludono con un punt, Brady trova Godwin per un guadagno di 15 yard che porta al calcio di Succop allo scadere del secondo quarto, con le squadre che vanno negli spogliatoi sul punteggio di 10-9.

Il secondo tempo inizia con un grande ritorno di kickoff di Sims che arriva fino alle 12 difensive di Tampa, anche se Pittsburgh non riesce a capitalizzare al meglio, accontentandosi di un altro FG (13-9). I Bucs nel drive successivo con le giocate di Godwin e Fournette si portano fin sulle 4 yard degli Steelers ma ancora una volta non riescono a violare la end zone avversaria ed arriva un altro calcio di Succop (13-12). Il terzo quarto finisce con altri drive improduttivi delle due squadre, con Trubiski che sostituisce l’infortunato Pickett (concussion?) in cabina di regia per gli ospiti. Proprio il neo entrato QB (ex Bears e Bills) con lanci medio lunghi su Pickens ed Heyward porta i suoi a ridosso della end zone avversaria dove pesca Claypool per una ricezione che vale l’allungo nel punteggio (20-12) e riduce le speranze di rimonta dei Buccaneers, con meno di 10 minuti da giocare.

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Brady cerca di scuotere i suoi (compreso se stesso a dire il vero) e con le ricezioni di Godwin, Evans, Otton e Fournette riesce a portarsi in red zone e queta volta anche a segnare il primo touchdown di Tampa con una ricezione del “solito” Fournette, ma il successivo tentativo di trasformazione da 2 punti non ha successo e i Bucs non riescono a impattare il risultato (20-18). Gli Steelers, con un Trubisky in gran spolvero, riescono a conquistare 2 terzi down vitali (1 da 15 e 1 da 11 yard) e portano il cronometro a zero, facendo guadagnare una vittoria inattesa contro un avversario decisamente superiore come potenziale, ma troppo confusionario e “brutto” per poter aspirare al successo.

Gli Steelers hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, pur partendo nettamente da “underdog” nonostante giocassero in casa. Kenny Pickett (per lui 11 su 18 per 67 yard e 1 TD), almeno fino a quando è rimasto in campo, ha dimostrato di poter guidare una squadra NFL, anche se la difesa di Tampa è una brutta copia di quella delle ultime due stagioni; sicuramente l’arma nascosta e inaspettata è stata il backup di lusso Mitch Trubisky (9 su 12 per 144 yard e 1 TD) che ha guidato i suoi nella seconda parte del match, guadagnando down importanti. Il gioco di corse degli Steelers non è stato molto produttivo (leader Harris con 14 portate per 42 yard) mentre il reparto ricevitori ha conquistato la maggior quantità di yard (211) con Claypool (96 yard e 1 TD) sugli scudi, ma coadiuvato da Pickens, Johnson ed Heyward (sua la ricezione di 45 yard in una fase decisiva della partita); nota di merito anche per Sims con il ritorno di kickoff da 89 yard che ha portato ad un FG che al termine si è dimostrato decisivo. In difesa Terrell Edmunds ha primeggiato nei placcaggi (10) mentre il reparto ha ottenuto 2 sack ai danni di Brady, uno dei due con i Bucs alle porte della end zone e che ha costretto gli ospiti ad accontentarsi del FG.

Nei Buccaneers Tom Brady (25/40, 243 yard e 1 TD) non sempre è stato lucido e “chirurgico”, soprattutto in red zone e  nei terzi down, a dire il vero anche per colpa di una linea d’attacco che non ha dato tranquillità e tempo al regista; nonostante Hainsey (centro) e Goedeke (G) stiano facendo del loro meglio, la chimica del reparto non si improvvisa e dover sostituire i 3 / 5 del reparto non è cosa da poco. Fournette (101 yard totali tra corse e ricezioni e autore dell’unico TD della squadra) ancora una volta è stato il “workhorse” dell’attacco, che però ha evidenziato le già note difficoltà una volta entrato nelle ultime 20 yard (1 su 4) e nei terzi down giocati (la miseria di 4 su 14 tentati!) con troppi drive conclusi con i punt non sempre precisi e profondi del rookie Camarda (dopo aver tagliato Pinion in preaseason).

Venendo al reparto ricevitori Evans non è stato molto utilizzato (4 ricezioni per 42 yard) quando è noto quanto il #13 di Tampa sia vitale per l’intero attacco; Godwin (95 yard ma 6 ricezioni su 12 target) è stato l’elemento più produttivo, con il reparto TE ancora troppo poco efficace con Otton (2 ricezioni per 23 yard) e Brate che ha dovuto anzitempo lasciare la contesa per un infortunio che è sembrato grave e dovrà essere valutato dallo staff medico.

La difesa, con un Barrett non al meglio, ha avuto i ben noti problemi a mettere pressione al QB avversario, raccogliendo 2 sack (1 con la safety Winfield); solo David, White e lo stesso Winfield sono stati all’altezza del compito in un reparto che ha subito troppi terzi down (anche lunghi) trasformati (7 su 15). Il migliore della giornata per i Buccaneers è sicuramente Succop con 4/4 nei calci (di cui uno da 54 yard!) mentre le note dolenti negli special team, oltre al già citato Camarda, arrivano da Jalen Darden che nei ritorni di punt non ha dimostrato di essere pericoloso e ormai il ricordo di un ritorno di calcio dei Bucs per un guadagno consistente è ormai sbiadito.

Gli Steelers, in una stagione che si prospetta avara di soddisfazioni, hanno raccolto la seconda vittoria (record 2-4) e la prossima giornata andrà a Miami per giocare contro i Dolphins, che dopo una partenza positiva ha inanellato 3 sconfitte nelle ultime 3 partite; bisognerà vedere se Pickett riuscirà a essere recuperato, anche se il subentrato Trubisky ha dimostrato la sua efficacia in attacco; il team della Pennsylvania deve cercare anche di far rientrare qualche DB dagli infortuni per rinforzare la difesa sui lanci.

Per Tampa, inaspettatamente, la situazione sembra già preoccupante e il coaching staff guidato da Todd Bowles deve al più presto trovare le contromisure per rendere più efficace il gioco d’attacco, puntando a maggiori conversioni di terzi down e con percentuali migliori in red zone, mentre la difesa deve migliorare nella “caccia” al QB avversario, ma anche ad un migliore contenimento dei ricevitori.  Sicuramente le defezioni, rispetto alle ultime stagioni, di due pedine fondamentali come il DT Suh e l’OLB Pierre-Paul hanno dimostrato come le prestazioni di un reparto dipendano molto dalla prestazioni dei singoli e i sostituti (Hall, Nunez-Roches, Tryon-Shoinka e Nassib) non assicurano gli stessi numeri e lo stesso livello di gioco.

In attacco si sente tremendamente la mancanza di un TE che possa spostare gli equilibri e, con Gronk ritirato (?), non c’è nessun altro elemento capace di fornire a Brady un target solo paragonabile all’ex  Patriot; non Rudolph, acquisto discutibile, non i rookie Otton e Kieft. Dato per quasi “perso” Julio Jones (che ha contribuito veramente poco alla causa) è triste vedere Evans non valorizzato, con Godwin non ancora al 100%. Anche Brady sembra non completamente focalizzato sugli obiettivi della squadra, tra problemi famigliari con la moglie Gisele e impegni personali (alla vigilia del match è andato a New York per una festa del presidente dei Patriots Kraft)

La prossima giornata (3-3) i Buccaners saranno a Charlotte per affrontare i Panthers (1-5) altro team che non ha molte ambizioni ma che sicuramente venderà cara la pelle, nonostante i problemi nel ruolo di QB. Ci si augura in un pronto riscatto, altrimenti i “fantasmi” di Schiano e Morris (ex coach dalla misera carriera nei pro) inizieranno a far compagnia a Bowles, Leftwich e soci…

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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