[NFL] Week 13: Dominio Eagles, Dallas ancora ko in casa (Philadelphia Eagles vs Dallas Cowboys 33-10)

Era il match che doveva dare le prime indicazioni su chi fosse il padrone della NFC East: con i poveri Giants e Redskins ormai fuori gioco, Dallas Cowboys e Philadelphia Eagles arrivavano allo scontro diretto dell’AT&T Stadium con un record identico, 8-3, e con identiche chance di conquistare il titolo divisionale.

L’esito del match di Arlington è però stato chiarissimo: sono i Philadelphia Eagles a comandare le danze, e per scalzarli i Cowboys dovranno veramente fare gli straordinari. Il 33-10 con cui i ragazzi di Kelly hanno violato l’AT&T è un punteggio che non ammette repliche, con la squadra ospite che è andata in vantaggio subito al primo drive e non si è più voltata indietro.
A fine gara sono state 464 le yards guadagnate dall’attacco dei verdi della Pennsylvania, contro le 267 dei texani, e il dato più impressionante sono le 256 yards corse da McCoy e compagni. Proprio “Shady” è stato finalmente uno dei protagonisti del match: ci eravamo lasciati dopo una prestazione pressochè nulla del numero 25 contro Carolina in una annata che, per McCoy, è finora piuttosto incolore. Nelle ultime due giornate invece l’ex runner di Pittsburgh sembra aver ritrovato la forma dell’anno scorso: con le 159 yards guadagnate giovedì, nelle ultime due gare McCoy ha portato palla 46 volte per 289 yards, alla media di oltre 6 yards per corsa. Contro Dallas ha offerto un ottimo contributo però anche il runner di riserva Polk, che non ha dato scampo alla difesa con la stella sul casco ed in 11 portate ha guadagnato 49 yards.

Mark Sanchez EaglesIn una giornata di grazia per il rushing game degli Eagles, ha fatto valere le sue doti di runner persino il regista Sanchez che in sette portate ha guadagnato 28 yards e, come ciliegina sulla torta, ha segnato “alla mano” il primo touchdown di giornata. L’ex regista dei Jets ha però impressionato soprattutto nella sua occupazione principale, cioè lanciare l’ovale: Sanchez ha completato 20 passaggi su 29 per 217 yards con una meta e nessun intercetto. In cinque partite in maglia Eagles, il buon Mark ha lanciato per oltre 1400 yards ed ha un rating di quasi 90, molto superiore di quello delle sue annate ai Jets. Pensate che nel 2011, il suo anno migliore nella Grande Mela, il prodotto di USC aveva ottenuto un rating di 78,2.
La spiegazione del salto di qualità di Sanchez è probabilmente legata ad una concomitanza di fattori: uno l’ha spiegato Troy Aikman, ex QB proprio dei Cowboys ed ora commentatore per la FOX: l’essere un buon quarterback in una squadra costruita sul rushing game e su una grande difesa è impresa non facile. In più, sicuramente, a Philadelphia Sanchez ha un arsenale nettamente superiore rispetto a quello che aveva a New York e, come lui stesso ha riconosciuto in una intervista, è maturato come atleta e soprattutto è assolutamente entusiasta del sistema offensivo di coach Kelly.

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Tornando al match di giovedì, il bersaglio principale di Sanchez è stato Maclin, andato per la quarta volta in stagione oltre le 100 yards (108 per l’esattezza), mentre sono da segnalare anche le quattro palle catturate per 51 yards, del rookie Matthews, che ha segnato anche l’unico touchdown per via aerea degli Eagles. Appena 19, in tre ricezioni, le yards guadagnate da uno Sproles che è stato il grande assente al festival offensivo delle Aquile.
Dopo un match come quello del giorno del Ringraziamento, credo sia doveroso spendere qualche parola per una linea di attacco che ha disputato una grande gara, mettendo in ombra per una volta persino la, giustamente, celebrata O-line dei Cowboys: Evan Mathis, brillantissimo da quando è tornato contro Carolina dopo 8 giornate di assenza, Kelce, Gardner, e i due tackle Johnson e Peters hanno dominato la line of scrimmage sul rushing game, e hanno concesso appena un sack e un hit su Sanchez.

Ad onor del vero, più ancora dell’attacco, ha impressionato la difesa ospite: il compito dei ragazzi di coach Bill Davis era di quelli tosti, cioè arginare quello che è nettamente il leading rusher della NFL, vale a dire DeMarco Murray, ed un passing game temibilissimo. E invece, trascinato da un Fletcher Cox in grande forma, il front seven ospite ha tenuto in scacco la fortissima linea offensiva di Dallas grazie anche alle ottime prestazioni dell’end Thornton e del linebacker Kendricks. A livello di pass rush ottimo lavoro ancora di Cox e di Graham, mentre un po’ in ombra rispetto al solito è rimasto Cole. Fletcher, Boykin e Nate Allen sono stati invece i migliori per un secondario che ha intercettato due volte Romo ed ha concesso un solo big play a Bryant.

demarco murray cowboysPer Dallas, che fra due settimane farà visita alle Aquile, l’occasione per staccare i rivali era ghiotta, ma la formazione di Garrett ha confermato la sua fragilità fra le mura amiche dove ha vinto appena tre volte in sette gare. Per la prima volta in stagione la linea offensiva ha faticato e senza varchi in cui correre, Murray è stato limitato a 73 yards, anche se è arrivato un touchdown.
Romo ha onestamente giocato un match bruttino, con appena 199 yards lanciate e due intercetti, però è stato anche supportato poco da una linea che ha concesso 4 sack. Fra i ricevitori, statistiche buone per Bryant (4 ricezioni per 73 yards) anche se da un fuoriclasse come lui ci si attendeva qualcosina in più, e buon apporto di Murray che ha contributo con altre 40 yards. Il secondo ricevitore in fatto di ricezioni e yards è stato Beasley, che ha catturato quattro palloni per 41 yards ma lo slot receiver ha anche sulla coscienza l’unica palla persa dai Cowboys. Chi ha confermato una preoccupante involuzione è invece Terrance Williams: nelle prime cinque gare l’uomo da Baylor aveva totalizzato quindici ricezioni e cinque touchdown: nelle ultime sette partite sono arrivate appena 14 ricezioni (due delle quali giovedì) ed una sola meta.

La difesa ha invece confermato la difficoltà non solo nel mettere a segno sack (finora gli uomini di Marinelli ne hanno messi insieme appena 19, che vuol dire ventottesimo team sui trentadue della NFL) ma anche solo nel generare pressione sul regista avversario, con il solo Crawford, autore di un sack, un hit e un hurry, a dare qualche grattacapo a Sanchez. La difesa sulla corsa è stata deficitaria per tutto l’arco della gara con i due McClain, Rolando e Terrell, e Selvie in particolare difficoltà. Tra l’altro per la terza volta nelle ultime quattro gare, la difesa di Dallas ha concesso 28 o più punti.
Un altro problema che Marinelli dovrà affrontare è la difficoltà del suo reparto a mettersi in moto: solo i Raiders hanno subito più punti nel primo drive avversario e nessun team ha concesso 5 touchdown nelle serie di apertura come hanno fatto i Cowboys. E contro gli Eagles il problema è stato particolarmente grave, visto che nei primi 24 giochi offensivi solo due volte Philadelphia ha perso di terreno, ed in entrambi i casi le azioni seguenti hanno portato un guadagno di oltre 10 yards.

LeSean McCoy EaglesGiovedì all’AT&T Stadium prima che la difesa si svegliasse gli ospiti erano già avanti 14-0. Nove giochi per 80 yard e sette azioni per 88 sono stati infatti il biglietto da visita dell’attacco di coach Kelly prima che McClain e compagni ci capissero qualcosa.
L’attacco di Dallas ha avuto il merito di reagire quasi subito, e grazie alla meta da una yarda di Murray propiziata da un completo di Romo a Bryant per 38 yards, i Cowboys sono ritornati rapidamente a -7, ma è stato un fuoco di paglia. Sul drive seguente Parkey portava gli ospiti a +10 grazie ad un field goal da 38 yards poi, dopo tre punt, l’attacco degli Eagles si è trovato a giocarsi un primo and goal sulle 5 di Dallas. Qui Sanchez e compagni hanno confermato ancora una volta le difficoltà ad andare a segno nella red zone ma anche se non arrivava la meta, Parkey infilava i pali per il 20-7 che diventava poi 23-7 poco dopo, con gli ospiti che sfruttavano un fumble perso da Beasley per allungare ancora.

In avvio di terzo quarto i Cowboys sembravano rientrare nel match: McCoy perdeva infatti l’ovale sulle 13 degli Eagles ma anche la posizione di partenza favorevolissima non portava un touchdown a quel punto essenziale, ma solo un calcio di Bailey. La speranza di riaprire il match durava però pochissimo con McCoy che si faceva perdonare l’errore precedente seminando gli avversari con una grande galoppata da 38 yards che terminava solo nell’area di meta texana. In realtà a quel punto c’era ancora da giocare un quarto e mezzo, ma Dallas era già con le spalle al muro e poco dopo arrivava il colpo di grazia allorquando Romo veniva intercettato da Cary Williams e sul rovesciamento di fronte Parkey metteva fra i pali il quarto field goal di giornata.
Il resto del match era poi buono solo per le statistiche, con Romo che riusciva a farsi intercettare da Allen su un passaggio della disperazione a Street. Gli Eagles congelavano poi il possesso dell’ovale grazie alle corse di Polk e in virtù della larga vittoria proseguivano la loro impressionante serie nei Thanksgiving Day, giorno in cui Philadelphia ha giocato sei gare vincendole tutte con un impressionante differenziale fra punti fatti e punti subiti di più cento (144-44)

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