Passano i Rams con un finale in crescendo (Los Angeles Rams vs San Francisco 49ers 20-17)

Dopo sei sconfitte consecutive contro quella che era diventata una vera e propria nemesi, i Los Angeles Rams piazzano un colpo di coda nel finale di partita e portano a casa il titolo della NFC e conquistano il diritto a giocare il Super Bowl LVI nel proprio stadio tra due settimane contro i sorprendenti Cincinnati Bengals.

Il pronostico che vedeva i San Francisco 49ers “scheggia impazzita” di questi playoff era stato confermato da wild card e Divisional round, dove San Francisco aveva eliminato nell’ordine Dallas Cowboys e Green Bay Packers. Lo scherzetto stava per riuscire di nuovo alla squadra di coach Shanahan che, dopo tre quarti, era avanti 17-7 in casa dei Los Angeles Rams, che avevano fin lì sprecato un buon numero di occasioni per portare la partita dalla loro parte e stavano faticando molto ad avere la meglio di una squadra ordinata, fisica e determinata.

Poi qualcosa è scattato da entrambe le parti. I Rams hanno iniziato ad essere più concreti ed a sprecare meno, ed i 49ers hanno iniziato ad allentare le maglie difensive (complici anche un paio di infortuni), mentre l’attacco degli ospiti non era più così performante nemmeno più sui lanci corti centrali, vera spina nel fianco di Los Angeles nei primi tre quarti.

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Il defensive coordinator Raheem Morris aveva preparato molto bene la partita improntando la difesa sul bloccare le corse di San Francisco, e ci era riuscito alla perfezione, non permettendo grossi guadagni a Mitchell ed a Samuel, ma per chiudere la porta al gioco di corsa, era stato lasciato colpevolmente sguarnito il centro del campo, zona dove i Rams hanno sofferto parecchio in stagione, e dove  il linebacker Troy Reeder si è presto ritrovato ad essere il bersaglio preferito delle traiettorie dei ricevitori di San Francisco.

I Rams faticavano a carburare anche in attacco. Il gioco di corsa stentava, sia con Akers che con Michel, ed il gioco aereo doveva fare i conti con i drop clamorosi di Cooper Kupp e di Ben Skowronek, che perdevano dalle mani un touchdown probabile ed uno praticamente fatto. Ci si metteva anche l’intercetto in end zone, a rallentare i Rams, dopo un passaggio deflettato che cadeva nelle mani di Ward e salvava San Francisco dal subire sette punti nel secondo drive offensivo dei padroni di casa.

Matt Gay sbagliava un field goal per andare al riposo in vantaggio, cosa che Gould non faceva, e grazie ad una magia di Samuel che rispondeva al touchdown di Cooper Kupp, i 49ers mettevano il naso davanti alla pausa lunga.

Il terzo quarto vedeva San Francisco allungare con un touchdown di Kittle, e tutto sembrava volgere per il meglio, senonchè nell’ultimo periodo i Rams si rimettevano in carreggiata ed andavano a segno ancora con Kupp e due volte con Matt Gay, non prima di rischiare di mandare tutto all’aria con la solita “Staffordata”. Il quarterback di Los Angeles, che nei playoff era stato fino a quel momento molto prudente e on aveva commesso grandi errori, non trovava di meglio da fare che ignorare una traccia corta per chiudere il down per cercare il bombone per Van Jefferson o Beckham. Indeciso a chi dei due lanciarla, faceva una via di mezzo che cadeva tra le braccia di Tartt, che droppava il pallone in maniera clamorosa. Era il segno del destino, probabilmente.

Garoppolo, che fin lì aveva giocato una partita molto solida, si trovava sopraffatto dalla pressione della linea difensiva dei Rams, che aveva finalmente la meglio su quella offensiva dei Niners, e non riusciva ad orchestrare un drive che potesse anche solo portare al field goal del pareggio. Stavolta non c’era nulla da fare, con Aaron Donald in faccia, Garoppolo sparacchiava la palla per evitare il sack e Trevin Howard la intercettava, per essere poi placcato dal proprio compagno di squadra Greg Gaines che gli impediva di compiere stupidaggini e provare un ritorno che avrebbe anche potuto finire con una perdita del pallone. Meglio finire l’azione sul posto e poi inginocchiarsi tre volte per poi finalmente celebrare la vittoria nel Championship.

Come sempre accade, a fine partita è la sagra del rimpianto. Se Tartt avesse tenuto quel pallone, se Shanahan avesse giocato il quarto e due…

Sicuramente San Francisco ha qualche recriminazione da fare, ma la partita è stata impostata bene, e se le tattiche preparate non hanno funzionato a dovere, il merito va anche alla difesa dei Rams che, come detto, ha ben bloccato quel gioco di corsa che tanti problemi aveva dato nelle due partite di regular season, mettendo tutta la pressione sulle spalle di Garoppolo.

Sull’altra panchina non è che poi sia andato tutto benissimo. Il piano di stabilire un gioco di corsa per aprire il gioco aereo è naufragato abbastanza spesso. Si sono riviste le chiamate cervellotiche di McVay che in diverse occasioni di terzo e corto ha giocato cose inimmaginabili. La gestione dei challenge, poi, è stata a dir poco discutibile: passi il primo, perchè dalle immagini sembrava ci fosse spazio per un primo down, ma il secondo è stato davvero avventato, perchè non c’è mai nemmeno stato il dubbio che potesse essere fumble. Però si sa, Sean McVay ha dei time out la stessa considerazione che ha per le prime scelte al draft ed anzi, alcune fonti interne parlano di un Les Snead che si sarebbe presentato dal GM dei Niners John Lynch offrendogli la prima scelta del draft 2025 per un paio di time out nel quarto periodo.

Da sottolineare la prova monumentale di Odell Beckham Jr., non tanto (o meglio, non solo) per le oltre 100 yard guadagnate e le ricezioni clou che ha fatto, quanto per la straordinaria compostezza dimostrata per tutta la partita anche in presenza di avversari fisici ed anche un po’ oltre i limiti (oltre a quello sanzionato, un paio di altri colpi in ritardo sono comunque arrivati). Questo Championship è, per OBJ, il biglietto da visita per coloro che avevano pronosticato una permanenza problematica a Los Angeles del ricevitore.

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I Rams tornano al Super Bowl dopo tre anni, quindi, e sperano ardentemente di sovvertire l’esito finale della partita di Atlanta. Guai, però, a pensare che i Cincinnati Bengals siano un avversario migliore dei Kansas City Chiefs. Chi arriva in fondo ha sempre dei meriti che vanno al di là dell’effettivo valore della squadra sulla carta. Sarà un Super Bowl molto interessante e divertente. Su questo abbiamo pochi dubbi.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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