[NFL] Divisional: San Francisco 49ers vs Carolina Panthers 23-10

L’esordio casalingo nei playoff dei Carolina Panthers richiama alla mente l’antico adagio dei pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati. L’atteggiamento che i padroni di casa hanno avuto nei confronti della sfida contro i San Francisco 49ers, infatti, è stato ancor più aggressivo ed intimidatorio di quanto già non accadesse normalmente in regular season.
Questa volta, però, non solo si sono trovati di fronte un avversario che ha saputo mantenere i nervi abbastanza saldi ma sono anche incappati in una crew arbitrale che, dopo un momento iniziale di assestamento, non ha tollerato quasi più nessuna provocazione, sanzionando anche pesantemente i continui sconfinamenti fisici e verbali dopo il fischio di fine azione.

Cam Newton Panthers
Cam Newton in scramble

Non è stata una partita spettacolare dal punto di vista delle giocate offensive, come spesso succede quando si affrontano due squadre le cui difese sono notevolmente più dominanti dei rispettivi attacchi, e l’alto tasso di nervosismo non ha certo contribuito a renderla tale. I Panthers hanno semplicemente scambiato il Divisional Playoff per una guerra tra bande di strada, mandando in avanscoperta i peggiori bulli di quartiere a fare la voce grossa, ma questa tattica gli si è pesantemente ritorta contro in termini di primi down regalati agli avversari (quattro nel solo primo tempo) e drive estesi grazie ad evitabilissime penalità a palla morta, arrivando a perdere il controllo di una partita che era ampiamente alla loro portata.

Si affrontavano due squadre praticamente speculari: due quarterback che danno il loro meglio palla in mano e fuori dalla tasca, due tight end, Olson e Davis, pericolosi sul profondo, ottimi ricevitori (Boldin e Crabtree da una parte, forse il solo Smith sopra la media dall’altra), e soprattutto due difese superlative e con ben pochi rivali nel gioco di corsa che non lasciavano molto spazio alle velleità dei due runner Gore e Williams.
La chiave, per entrambi, era quella molto semplice (sulla carta) di forzare Kaepernick e Newton all’interno della tasca tramite il contenimento da parte dei defensive end ed obbligarli al gioco che gradivano di meno, lanciando da una posizione più o meno statica ed andando con la classica sequenza di lettura sui ricevitori

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10 - Colin si newtonizza
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Era San Francisco a portarsi subito avanti con un field goal di Dawson, e mentre la difesa dei Panthers era occupata a mostrare inutilmente i muscoli (anche quelli della lingua…), quella dei Niners lasciava subito il segno andando ad intercettare con Patrick Willis un passaggio leggermente fuori misura per Brandon LaFell.
Con solo mezzo campo da percorrere e venti yards ricevute in gentile omaggio dalla difesa di Carolina, San Francisco faceva fruttare il turnover mettendo a segno un altro field goal, senza però riuscire ad affondare i colpi come avrebbe voluto.
La reazione dei Panthers non tardava ad arrivare, ma la sfuriata offensiva si infrangeva contro il muro rosso oro sulla linea della una yard, da dove per ben quattro volte le corse dei Panthers venivano regolarmente ed inesorabilmente bloccate dalla difesa e da un playcalling piuttosto sospetto, che mandava addirittura Newton a correre al quarto down una quarterback sneak proprio tra le braccia di Ahmad Brooks, probabilmente il più forte difensore della lega contro le corse. Ad inizio secondo quarto la difesa riusciva a costringere i californiani ad un three and out, e sul punt successivo Ted Ginn Jr. (si, proprio quello che era costato l’accesso al Super Bowl due anni a ai Niners) si produceva in un grande ritorno che lasciava l’ovale sulle 31 yards avversarie.
Il touchdown che seguiva era di rara bellezza. I Panthers andavano subito a cercare la end zone con Steve Smith, che veniva marcato come un francobollo da Tarell Brown. Il pallone di Cam Newton era però talmente perfetto e preciso che avrebbe centrato un bicchierino da chupito, e Smith non doveva far altro che mettere le mani in aria “attraversando” la marcatura avversaria per ritrovarsi l’ovale tra le mani in end zone.

09 - Smith c'è
Steve Smith riceve e segna

Nonostante i Niners avessero fin lì condotto le danze, erano ora i Panthers ad essere avanti nel punteggio con uno sforzo davvero minimo.
Il colpo per i Niners era piuttosto forte. Dopo aver completato per venti yards su Boldin, i continui blitz dei Panthers forzavano tre incompleti e San Francisco si trovava a dover nuovamente restituire palla agli avversari.
I Panthers imbastivano un altro drive piuttosto lungo grazie anche alle chiusure di terzi down che Newton si incarica personalmente di portare a termine, ma era nuovamente la difesa dei Niners a salire sugli scudi bloccando ancora una volta sulla una yard le corse dei Panthers. Non è più tempo di giocarsi il quarto down, e Rivera mandava in campo Gano per il field goal che portava i Panthers avanti 10-6. C’è ancora più di un tempo alla fine della partita, ma questi saranno gli ultimi punti messi sul tabellone dai padroni di casa.
La partita iniziava a cambiare nell’ultimo drive del primo tempo, durante il quale i Niners consumavano i 3 minuti e 41 secondi restanti per segnare il touchdown del controsorpasso con un lentissimo rollout sulla destra al termine del quale Kaepernick trovava Vernon Davis nell’angolo alto della end zone. Ricezione sicura ed ottimo trascinamento del piede sinistro a convalidare la segnatura (seppure solo dopo il replay).

Patrick Willis 49ers
Patrick Willis all’intercetto

Dopo l’intervallo gli animi sembravano essersi calmati in casa Panthers, ma sembrava essere venuta meno anche la combattività e la convinzione necessarie a tenere testa ad un avversario che non ti perdona la minima distrazione. I Panthers perdevano, infatti, il vantaggio di ricominciare in attacco il secondo tempo non riuscendo a conquistare il primo down, ed i Niners li punivano immediatamente con un altro touchdown, di segnare il quale si incaricava personalmente Kaepernick, che concludeva con una corsa da quattro yards un drive in cui si era finalmente visto Frank Gore ed in cui Boldin aveva fatto una magia delle sue con una ricezione da 45 yards.
I Panthers ripartivano dalle proprie 24, ma il drive, che consumava comunque un sacco di tempo, si interrompeva bruscamente quando due sack consecutivi su Newton da parte di Bowman e Brooks ricacciavano a metà campo i padroni di casa, negandogli anche la possibilità di tentare di mettere a segno almeno un field goal.
Su questi due sack ed il punt successivo i chiudeva il terzo periodo, ma si chiudeva, nei fatti, la partita dei Panthers.

I Niners mettevano ancora a segno tre punti con il solito Dawson, e poi si limitavano a controllare il ritorno dei Panthers finendo per intercettare Newton sulle proprie nove yards con Withner, che toglieva dalla mente di Carolina qualsiasi fantasia su eventuali quanto miracolosi recuperi nel finale.
C’era ancora spazio per una finta di punt da parte dei Niners con 23 secondi sul cronometro, che sembrava tanto la risposta finale di Harbaugh all’aggressività eccessiva dei Panthers di inizio partita, e poi San Francisco poteva festeggiare l’accesso al terzo NFC Championship consecutivo.

I Niners vanno a far visita a Seattle, dunque, in quella che si preannuncia come un’altra partita ad alta tensione emotiva.
I Seahawks non hanno aspettato un granchè per fare il primo “sgarbo”, vietando la vendita online dei biglietti per la partita di domenica prossima ai residenti della California. In realtà potranno acquistare i biglietti solo i residenti degli stati di Washington, Oregon, Montana, Idaho, Alaska, Hawaii e di British Columbia e Alberta in Canada, quindi non è un divieto specifico per la California, però: Hawaii si e California no? “C’mon man!!!”

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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