[NFL] Week 12: Cincinnati Bengals vs Houston Texans 22-13
Le ultime due trasferte in quel di Houston erano state decisamente indigeste per i Cincinnati Bengals, sconfitti dai Texans negli wild card sia nel 2011 che nel 2012, gli ultimi k.o. di una serie negativa che durava ormai da cinque partite. Domenica invece le Tigri hanno consumato una, seppure parziale, rivincita, battendo 22-13 Houston per una doppia w che consente agli uomini di Marvin Lewis di restare in vetta alla combattutissima AFC North.
Senza Arian Foster, appiedato da un problema muscolare, e con un Mallett a mezzo servizio, l’attacco di Houston si è rivelato troppo fragile e i texani sono rimasti in partita fondamentalmente grazie ad una difesa che ha segnato l’unica meta della partita dei padroni di casa ed ha resistito egregiamente per tutto l’arco della gara, tenendo anche conto della pochezza del reparto offensivo. Mallett, alla seconda partita da titolare della sua carriera, ha giocato con un problema ai muscoli pettorali ed è stato notevolmente impreciso per tutto il match. L’azzardo, oltre a tutto, gli è costato carissimo, poiché per l’aggravarsi dell’infortunio, due giorni dopo la partita è stato messo in IR dal team texano e la sua stagione dunque è terminata domenica.
Ben otto sono stati i terminali cercati dall’ex Patriot e nessun ricevitore ha statistiche fenomenali, visto che il leading receiver è stato Hopkins con 5 palle catturate, mentre il bottino più ricco in fatto di yards, è stato del tight end Graham con 41. Chi ha patito di più però la giornata grigia del regista di casa è stato Andre Johnson, riuscito a far suo appena un quarto dei palloni lanciati nella sua direzione, cioè 3 su 12, per 36 yards.
Senza Foster, l’incombenza di portare palla è così toccata a Blue che dopo essere stato devastante nella gara precedente con Cleveland, in 16 portate contro Cincinnati è arrivato appena a quota 46 yards, conquistate soprattutto correndo a sinistra dello schieramento, dove la coppia Duane Brown (tackle) e Ben Jones (guardia) ha aperto varchi interessanti. Dalla parte opposta invece Brooks e Newton hanno perso la battaglia contro i dirimpettai dei Bengals, e quest’ultimo è stato decisamente rivedibile anche in fase di pass block, visto che ha concesso un sack, un hit e ben quattro hurries.
In difesa c’era da registrare il ritorno da titolare della prima scelta assoluta del draft 2014, il linebacker Clowney, che però ha disputato probabilmente la peggior gara stagionale, soprattutto a livello di pass rush. I migliori per il reparto guidato dal coordinator Crennel sono stati i due end Watt e Crick. Su Watt ormai si è detto e scritto di tutto, e contro i Bengals, pur non facendo le cose funamboliche di altri match, il numero 99 ha confermato di essere un fuoriclasse del ruolo.
Crick ha invece fatto buona guardia contro la corsa, mentre è stato meno efficace nella pass rush. Tutto il secondario di casa ha invece patito la grandissima giornata di AJ Green che ha ricevuto 12 palloni per 121 yards vittimizzando un po’ tutti i cornerback avversari. Nelle coperture sugli altri wide receiver di Cincinnati, nota di merito per il cornerback Morris che vanta un bel 0 su 3 quanto a ricezioni concesse.
Cincinnati ha invece costruito la vittoria soprattutto su una difesa che ha soffocato il rushing game dei padroni di casa ed ha sfruttato la forma precaria di Mallett. Tutta la linea: Atkins, Peko, Gilberry e Dunlap ha contribuito a fermare il pericolosissimo rushing game dei Texans (terzo nella NFL con oltre 144 yards conquistate in media a partita) che si è fermato ad appena 64 yards, mentre qualche problema in più la D-Line l’ha avuto nel mettere pressione su Mallett, visto che il solo Dunlap, autore dell’unico sack, di un hit e quattro hurries, ha veramente messo in difficoltà la linea offensiva texana. Nel secondario ottima prova dei cornerback Adam Jones e Leon Hall, della safety Nelson e del linebacker Maualuga. Quest’ultimo ha avuto il grande merito di intercettare Mallett proprio in avvio di terzo quarto, un turnover che ha consegnato l’ovale sulle 22 avversarie a Dalton e compagni che sei azioni dopo hanno segnato il secondo touchdown di giornata che si è rivelato poi decisivo.
In attacco, anche se si trovava di fronte la penultima difesa del campionato per yards concesse sul passaggio, Cincinnati ha adottato la tattica del “chi va piano va sano e va lontano”, nel senso che Dalton non ha mai testato il secondario dei Texans sul profondo, e infatti la ricezione più lunga è stata una di quelle messe a segno da AJ Green, per un totale di esattamente 20 yards. Il regista ex TCU, nato ad appena una cinquantina di chilometri da Houston, ha comunque sconfitto la maledizione del NRG Stadium, in cui non aveva mai vinto, con una prestazione solida, fatta di 24 completi su 33 passaggi tentati per 233 yards con un touchdown e un intercetto, neo quest’ultimo grave perché è stato riportato in meta dopo una galoppata di 60 yards dal cornerback Joseph. Fra i terminali di Dalton, Green ha confermato di essere completamente ristabilito dopo i problemi ad un dito del piede ed ha portato a casa 12 ricezioni (record stagionale) per 121 yards. Sanu è stato limitato a 5 palle catturate per 48 yards, ma ha il merito di aver siglato la meta che ha aperto le danze. Nel rushing game il rientrante Bernard ha equamente diviso le portate con il rookie Hill, ma dopo tre giornate ai box ha mostrato un po’ di ruggine visto che in diciassette corse ha guadagnato appena 45 yards. Hill invece ha fatto decisamente meglio: con appena una portata in più ha ammassato 87 yards e una meta.
Che la partita sarebbe stata una battaglia soprattutto difensiva, lo si è capito subito dai primi drive: Cincinnati esordiva infatti conquistando un primo down ma poi era costretta al punt mentre Houston vedeva un intercetto del cornerback dei Bengals Newman annullato per un pass interference e riusciva a chiudere altri due down prima di arenarsi poco dopo metà campo. Al secondo tentativo Cincinnati passava grazie ad un ottimo mix di passaggi e corse. Il drive partiva addirittura dalle 6 dei Bengals, che trasformavano un terzo e 9 grazie ad un lancio di Dalton a Sanu, quindi era la premiata ditta Bernard-Hill che di peso trascinava gli uomini di Lewis fino a metà campo. Poi ancora due completi di Dalton a Green portavano Cincinnati a ridosso delle red zone di Houston dove ancora “Andy il rosso” era decisivo nel pescare Sanu in meta per il 7-0.
Dicevamo delle difese, quella di Cincinnati costringeva Houston ad un “tre e fuori”, poi i Bengals marciavano spediti fino alle 9 di Houston ancora grazie ai passaggi di Dalton. Qui però dopo tre tentativi, le Tigri restavano “corte” di una yarda e coach Lewis decideva di provare a giocare il quarto e uno ma il passaggio di Dalton a Green cadeva incompleto per l’ottima guardia di Morris. Cincinnati trovava però subito dopo il modo di segnare dei punti: alla prima azione del drive seguente, Blue veniva placcato in end zone da Atkins per una classica safety. Sul punt seguente di Houston, i Bengals non riuscivano a combinare nulla e i locali aveva nuovamente la palla sulle proprie 15 yards. Finalmente l’attacco dei Texans trovava un po’ di ritmo: Mallett completava 7 passaggi su 9 per 48 yards e anche se i padroni di casa dovevano accontentarsi del field goal, almeno riuscivano a muovere il punteggio che all’intervallo diceva 9-3 Bengals.
Il secondo tempo si apriva però che peggio non poteva per Houston: al primo gioco Mallett veniva intercettato da Maualuga e poco dopo Hill faceva 16-3 Cincinnati. Non solo, ma Houston si produceva in un altro “tre e fuori” ed i Bengals avevano così in mano la palla per assestare un colpo importante al match. Gli ospiti non avevano però fatto i conti con l’orgoglio della difesa Texans: Joseph intercettava Dalton sulle 40 di Houston e riportava in meta l’ovale per il 10-16. E quando i Bengals si producevano a loro volta in un tre e fuori, sembrava che gli uomini di O’Brien fossero pronti per completare la grande rimonta. I padroni di casa arrivavano fin sulle 8 di Cincinnati, ma qui due incompleti di Mallett ed una corsa inconcludente di Blue li costringevano al calcio. Bullock si incaricava si segnare il field goal del 13-16 per quello che in realtà era il canto del cigno per l’attacco di casa.
In avvio di ultimo quarto i Bengals mettevano in piedi un drive eterno, fatto di diciassette giochi e 71 yards che si concludeva con l’ennesimo field goal di giornata, stavolta messo a segno da Nugent. Houston aveva a disposizione due drive per tentare il sorpasso ma in sei giochi arrivavano tre misere yards. Con poco meno di cinque minuti da giocare i Bengals martellavano con le corse l’esausta difesa di casa e in quattro portate Hill guadagnava 43 yards. Al two minutes warning Cincinnati segnava il field goal che voleva dire +9 con meno di 120 secondi da giocare. Mallett provava un ultimo, disperato tentativo di rimonta ma i Texans arrivavano fin sulle 10 dei Bengals quando il tempo andava a scadere spegnendo le speranze di Houston di tornare ad avere un record positivo.
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