[NFL] Week 8: Super Sanders (San Diego Chargers vs Denver Broncos 21-35)

Negli ultimi anni, i San Diego Chargers hanno rappresentato la cryptonite per i Denver Broncos, ma nel match andato in scena al Sport Authority Field at Mile High, in occasione del Thursday Night, gli uomini in maglia arancio sono stati semplicemente inarrestabili e hanno dominato la contesa in lungo e in largo, conquistando un’importantissima vittoria per 35 a 21. In particolare, un uomo si è reso protagonista, afferrando il minerale verde e distruggendolo a suon di touchdown: Emmanuel Sanders.

sandersChe la partita si prospetta in salita per San Diego lo si capisce già dal primo drive, nel quale la difesa dei Broncos è ovunque e mette in costante pressione Philip Rivers (30/41 per 252 yard, 3 TD, 2 INT). Peyton Manning (25/35 per 286 yard, 3 TD) risponde con più efficacia, potendo anche contare su target più grossi come i due Thomas, sempre pericolosi negli stretti spazi che la difesa avversaria concede. A cavallo dei due quarti sono proprio i Broncos a passare in vantaggio, con il primo numero del Sanders show. L’ex Steelers, dopo una ricezione poderosa da 38 yard in mezzo a due difensori che porta i suoi nella metà campo avversaria, realizza il touchdown del 7 a 0 con una pregevole presa da 4 yard al limitare della end zone. La risposta dei Chargers non arriva, soprattutto per merito della difesa arancione che marca a uomo il running back rivelazione Brendan Oliver, impedendogli di correre anche solo poche yard. Rivers deve trovare risposte diverse e, pur sotto costante pressione, riesce a mettere palla in aria per lunghe distanze. I primi down di Keenan Allen ed Eddie Royal sono fondamentali per muovere la catena, ma è la ricezione da 31 yard del sempiterno Antonio Gates a posizionare l’attacco sulle 2 yard di Denver. Posizione dalla quale Rivers trova facilmente Allen che si infila nello spazio lasciato dalla difesa avversaria per il touchdown del pareggio.

Quando la palla torna nelle mani di Manning però, sono dolori per gli ospiti, che perdono lucidità ed iniziano a commettere qualche fallo di troppo che agevola la manovra del quarterback n.18. A pochi secondi dalla fine del primo tempo, assistiamo al secondo numero di Sanders, che brucia il suo diretto marcatore per ricevere un touchdown pass da 31 yard, con il quale porta i Broncos negli spogliatoi in vantaggio per 14 a 7. I Chargers tornano in campo spenti e senza nuove idee per provare il pareggio, Rivers lancia una bomba per Allen, ma Chris Harris si fa trovare sulla traiettoria e intercetta l’ovale. È un duro colpo da digerire per gli ospiti che, pochi minuti dopo, subiscono anche il terzo touchdown di Sanders, sempre su passaggio di Manning, questa volta da 3 yard.rivers Sul 21 a 7 non c’è nessun cambio di ritmo e sono ancora i padroni di casa ad imporre la propria legge. Ronnie Hillman è il protagonista della ripresa, una spina nel fianco costante per la difesa dei Chargers, a cui infligge anche un doloroso touchdown da 33 yard, annullato però da un holding di Orlando Franklin. L’azione successiva riaccende subito i Broncos che, grazie ad una pass interference di Richard Marshall, avanzano di 31 yard e ormai in piena red zone, mandano il fullback rookie Juwan Thompson a sfondare il muro difensivo per il touchdown del 28 a 7. La partita è ormai avviata verso la sua naturale conclusione e non basta un tardivo risveglio dei Chargers, che eseguono un lungo drive fino alla segnatura di Antonio Gates, su ricezione, da 4 yard.

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Denver, nell’azione successiva, decide di scrivere la conclusione di questa partita, affidandosi nuovamente alla corsa poderosa di Thompson che raddoppia il suo bottino personale e porta i suoi sul 35 a 14. I Chargers vogliono comunque provare la rimonta, come già accaduto in altre partite questa stagione, ed iniziano ad esprimere un gioco più frizzante. Rivers trova ancora Gates con un passaggio da 10 yard ed il tight end segna il suo secondo touchdown di giornata. Il distacco rimane però molto ampio e la difesa dei Broncos serra le fila, impedendo ai Chargers di mettere altri punti a referto. Il colpo di grazia è autoinflitto a San Diego dal proprio quarterback che, con 5 minuti sul cronometro, si fa nuovamente intercettare, questa volta da Rahim Moore, e abbandona le speranze di una rimonta clamorosa.

Finisce 35 a 21 una partita in cui i Broncos (6-1) hanno dominato dal primo all’ultimo minuto, dimostrandosi sempre più forti e sempre più candidati al gran ballo finale. Su Manning sono già stati spese fiumi di parole, ma è merito suo se Emmanuel Sanders (9 ricezioni per 120 yard, 3 TD), da semplice elemento di un attacco, è diventato un pericolosissimo downfield receiver. Oltre a lui Manning può sempre contare su Demaryus Thomas (8 ricezioni per 105 yard), mentre la produzione di Wes Welker (2 ricezioni per 5 yard) è sempre più in diminuzione. Grande apporto è stato dato da Ronnie Hillman (20 portate per 109 yard) che ha scansato Monte Ball dal posto di running back titolare. Prova suntuosa della difesa, la quale è sempre stata presente nel portare pressione a Rivers e non ha concesso nulla nel corto-medio raggio. Von Miller vuole inserire anche il suo nome nella corsa al Defensive Player of the Year e lo ha ribadito stanotte facendo registrare un sack per la quinta partita consecutiva. Il match di settimana prossima sarà una grande partita tra due dei migliori quarterback della storia NFL: Peyton Manning vs Tom Brady è sempre uno dei match più attesi e, siamo sicuri, quello di settimana prossima sarà spettacolare.

oliverPer San Diego (5-3) arriva la seconda sconfitta consecutiva che modifica leggermente gli equilibri in AFC. I tanti infortuni iniziano a farsi sentire sia in attacco sia in difesa, dove la mancanza di elementi chiave non permette di variare il gioco. Esemplare è come è stato annullato Oliver (13 portate per 36 yard), marcato costantemente a uomo e con un linebacker o un cornerback in spy ad impedirgli qualsiasi azione offensiva. I ricevitori hanno giocato una gara discreta, ma solo sui lanci in profondità. Rischiare troppo è sembrata una mossa troppo azzardata da parte del coaching staff dei Chargers che ha preferito un gioco più corto, ma improduttivo, ad uno più lungo ed efficace. San Diego non è mai apparsa coraggiosa, limitando troppo il suo raggio d’azione e provando una tardiva rimonta vanificata dalla sempre ottima difesa avversaria. Nella speranza di recuperare qualche infortunato, il calendario prevede una tappa a Miami, campo insidioso, ma che potrebbe rappresentare la giusta occasione di riscatto per una squadra vogliosa di combattere per un posto ai playoff.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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