[NFL] Week 7: Tigri ingabbiate (Cincinnati Bengals vs Indianapolis Colts 0-27)

Non è facile commentare un 27-0, una partita che non è mai stata partita vera, con una squadra – gli Indianapolis Colts – che ha dominato in tutte le fasi del gioco e un’altra – i Cincinnati Bengals – che sono stati poco più di uno sparring partner.
Raramente ci è capitato di vedere una formazione a cui è riuscito tutto, in attacco, in difesa e negli special team, in cui nessun giocatore ha steccato, in cui tutti hanno dato il loro contributo dal primo al sessantesimo minuto e un’avversaria che si è comportata nel modo diametralmente opposto.

Andrew Luck ColtsI Colts l’hanno messa sulla velocità sin dall’inizio, colpendo soprattutto nella zona difensiva centrale di competenza dei linebacker, con il povero Burfict a coprire ettari di terreno incustodito.
Trent Richardson ha probabilmente giocato la sua miglior partita della sua complicata carriera NFL con 14 portate per 77 yard ed è stato affiancato da Ahmad Bradshaw (10-52-1), ma i due sono stati letali anche su ricezione totalizzandone 7 per 77 yard e un touchdown.
Un altro duo che Luck ha utilizzato spesso è la coppia di tight end Fleener-Allen con 7 per 117 e una meravigliosa meta di Allen che sale in cielo a ricevere il pallone e brucia sulla linea laterale il lato destro della secondaria Bengals per 32 yard.
Ecco, Luck, che dire di un giocatore che sta disputando una stagione da MVP e che senza quasi dare nell’occhio domenica ha buttato lì un 27 su 42 per 344 yard e 2 touchdown? E’ sicuramente il leader indiscusso di questa squadra e a Indianapolis la figura del grande Peyton è sempre più sbiadita, anche se mai dimenticata.
Non possiamo tralasciare i ricevitori, con TY Hilton che è diventato il bersaglio preferito di Luck (7 per 107) e che ha sicuramente assorbito tutto lo scibile del ruolo dal veteranissimo Reggie Wayne, il quale sa ancora come liberarsi nel mezzo, ma che però ha subito un infortunio che forse lo terrà lontano dai campi per qualche settimana.

Chi però ha impressionato tantissimo è la difesa, Cincinnati è stata letteralmente sovrastata, con Dalton che ha sempre avuto pochissimi istanti per alzare la testa e guardare il campo grazie alla pressione di Redding e compagni. L’assenza contemporanea di AJ Green e di Marvin Jones, i due wide receiver #1 e #2 ha permesso ai Colts di non dover costantemente raddoppiare i ricevitori con le safety, lasciandole a concentrarsi sul gioco di corse che è stato totalmente inesistente; il secondo anno Giovani Bernard ha avuto sempre la strada sbarrata e la offensive line non è stata in grado di aprire nemmeno un pertugio in tutto l’incontro. Alla fine il total offense delle tigri è stato un tristissimo 135 yard

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Vontae Davis
La difesa dei Bengals ha fatto quello che ha potuto, non è facile stare in campo 40 minuti perchè il tuo attacco non va nemmeno a spingerlo. Nel primo tempo ha limitato i danni concedendo solo 10 punti, grazie anche a due fumble recuperati nella propria porzione di campo, ma alla lunga ha dovuto cedere, concedendo alla fine oltre 500 yard alla squadra di Chuck Pagano.

Cincinnati, dopo essere partita 3-0, ha subìto dopo il bye l’ira dei Patriots e sprecato un match point contro i Panthers per schiodarsi da un amaro pareggio.
Questa sconfitta può far molto male al morale oltre che alla classifica, si spera ovviamente che il rientro del fuoriclasse Green dia una scossa a una squadra che avrebbe le carte in regola per arrivare i playoffs in una AFC obiettivamente non irresistibile, ma adesso arrivano i mesi freddi e 7 partite contro le rivali di una division sempre molto tignosa.
I Colts, di contro, dopo aver iniziato con due sconfitte di misura contro Broncos e Eagles, hanno infilato 5 vittorie consecutive – anche se non tutte con squadre irresistibili – e con un Luck che lancia sistematicamente più di 300 yard a partita, la strada della division sembra indirizzata verso il Lucas Oil Stadium e chissà quanto in là nella postseason.

Ma la NFL in questi anni è diventata una delle cose meno prevedibili in natura, ogni settimana assistiamo a presunti upset e partite che nessuno riesce a pronosticare correttamente, è il caso di dire che qui bisogna vivere alla giornata

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