
[NFL] Preview 2014: Houston Texans
Non c’è molto da dire sulla passata stagione degli Houston Texans: il peggior record della Lega, dovuto a quattordici sconfitte consecutive dopo le due vittorie iniziali. Una tragedia, soprattutto se si considera che alla vigilia Houston era tra le (quasi) sicure pretendenti al ballo di fine anno e c’era chi la immaginava, un po’ utopicamente, ma senza esser deriso, con il Super Bowl in bacheca.
OFFENSE
Qual è stato il primo problema dei Texans nella scorsa stagione? L’assenza di un quarterback che potesse guidare al meglio l’attacco e portare, snap dopo snap, alla vittoria. Caso risolto in free agency? Non proprio. Ryan Fitzpatrick, arrivato dai Titans, è un quarterback troppo discontinuo, abituato alla grande giocata quanto all’errore grossolano, per essere titolare in una squadra che vorrebbe tornare ai playoff ed andare oltre. Caso risolto al Draft? Neanche a parlarne, dato che è arrivato solamente Tom Savage da Pittsburgh, con la chiamata numero 135, e non pare possa essere una steal nemmeno avvicinabile a quella fatta una quindicina d’anni fa dai Patriots con un altro Tom. Matt Schaub è volato ai Raiders, Case Keenum è rimasto, ma sembra aver perso la sua occasione per poter spiccare il volo. Se la prima scelta del Draft, Jadaweon Clowney, è impossibile da criticare, non convincono le successive. Non tanto per gli atleti acquisiti, quanto per essersi lasciati scappare molti quarterback di talento, Derek Carr su tutti.
Sono arrivati comunque Xavier Su’a Filo, signora offensive guard da UCLA, e C.J. Fiedorowicz, ottimo tight-end che potrà dare un grande apporto nel ruolo a Houston. Altra nota dolente: situazione wide-receiver. DeAndre Hopkins è stato tra i grandi rookie offensivi l’anno passato, ma il leader nel ruolo ai Texans, Andre Johnson, è in partenza ed ormai un separato in casa. Altri grandi nomi non figurano a roster sotto la casella ricevitori. Non bastasse, il fenomenale runningback Arian Foster farà bene a riprendersi al meglio dal grave infortunio, che lo ha tenuto a lungo ai box, perché alle sue spalle non ci sarà più Ben Tate, finito ai Browns, a tenere in piedi la baracca.
L’attacco sembra davvero troppo incompleto per essere competitivo ad altissimi livelli e le tante pedine mancanti potrebbero spezzare le ali alla rimonta dei Texans verso i playoff.
DEFENSE
Sarebbero sufficienti due nomi per spiegare il valore assolutamente incredibile della difesa dei Texans: J.J. Watt e Jadeveon Clowney. Il Defensive Player of the Year di due stagioni or sono, quando ha chiuso con 20.5 sack in 16 partite, che si sarebbe potuto confermare tale se Houston non avesse vissuto una stagione tragicomica, e la prima scelta assoluta dello scorso Draft, tra i talenti più impressionanti degli ultimi anni e destinato a una carriera straordinaria anche in NFL. Oltre a Clowney è arrivato anche Louis Nix III, defensive tackle, a completare la parte anteriore di un reparto che ha gli uomini per diventare il migliore dell’intera Lega.
Il rientro di Brian Cushing, da cui ci si aspetta sempre moltissimo se in salute, oltre alla crescita di Jared Crick e Whitney Mercilus non fanno altro che confermare l’ipotesi avanzata sul valore di questa difesa.
I problemi potrebbero arrivare una volta arrivati sul profondo, perché la secondaria non è al livello del frontcourt. Si tira un sospiro di sollievo a pensare che, pur nel disastro collettivo dell’anno passato, almeno i Texans hanno avuto la terza miglior difesa sui lanci avversari. La situazione potrebbe migliorare, dato il pericolo che correranno i quarterback avversari durante ogni partita, ma potrebbe anche diventare assai più instabile, mancando Houston di un vero, grande leader in quella zona di campo. Johnathan Joseph si è dimostrato un grandissimo cornerback solo a tratti, alternando vertiginosamente delle ottime prestazioni ad altrettante di scarso livello, e Kareem Jackson, al suo fianco, non ha ancora dimostrato le qualità che tutti si aspettavano avesse. Kendrick Lewis e Chris Clemons sono affidabili, ma non quei nomi che possono fare la differenza. La sorpresa potrebbe essere Brandon Harris, che comunque parte dal ruolo di terzo cornerback.
IN CONCLUSIONE
L’attacco vende i biglietti, ma la difesa vince le partite. Un vecchio adagio, dimostratosi veritiero anche nell’ultimo Super Bowl. Eppure i Texans paiono averlo preso fin troppo alla lettera, da quanto sono fragili offensivamente. La difesa riuscirà a sopperire a tutti i problemi di squadra? Considerando la strenght of schedule, trentesima per i Texans, Houston potrebbe salvarsi almeno in regular season e sperare di cancellare l’incubo dello scorso anno. Houston, we (might) have a problem.
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