
[NFL] Preview 2014: Miami Dolphins
La stagione 2014 che sta per iniziare sarà per i Miami Dolphins un altro anno cruciale. L’ennesimo progetto messo in piedi dopo il 1999 è arrivato all’anno 3 che, come sempre, è quello in cui si devono vedere i frutti. Quindi quest’anno deve succedere qualcosa. Già, ma cosa, dopo che qualcosa poteva succedere benissimo lo scorso anno prima che i Dolphins si suicidassero nelle ultime due partite e mancando i playoffs per la nona volta negli ultimi dieci anni? Qualsiasi cosa succeda – e qualcosa succederà – mai come quest’anno il destino di Miami è tutto sulle spalle di una persona sola: il 26enne quarterback Ryan Tannehill. Anche la sorte di coach Philbin è nelle sue mani. Ma andiamo con ordine.
ATTACCO
Nessuno discute le qualità di Tannehill. Nessuno si azzarda nemmeno: il ragazzo le doti le ha. Non è perfetto ed ha dei punti deboli (ad esempio, la palla lunga) ma ha anche dei bei punti di forza. Si muove bene, è un leader, dimentica in fretta gli errori e ha un buon braccio. Sconta ancora il poco apprendistato fatto al college (solo 19 partenze in carriera come qb contro, per dirne una, i 4 anni pieni da titolare di Andrew Luck) ma, ormai, siamo al dunque. La luna di miele è finita ed è ora che tutte le belle speranze e i progressi che pure si sono visti arrivino a compimento e producano vittorie, cioè l’unica cosa che conta fra i pro. E non servono sfracelli: basterebbe quel qualcosa in più che facesse posizionare il rating di Tannehill stabilmente fra l’85 e il 90 per farlo crescere nelle considerazione generale (ora è nella seconda metà dei qb NFL, quella “meno buona”) e, presumibilmente, per produrre vittorie. Un po’ più di precisione, specialmente sulle palle lunghe, un po’ più di velocità nelle letture, un po’ meno decisioni sbagliate.
Le armi le ha: i wr sono uno dei reparti più profondi della squadra, ancorchè con qualche infortunio da smaltire completamente; ma da Mike Wallace a Brandon Gibson, da Brian Hartline a Rishard Matthews fino ai promettenti rincalzi Armon Binns e Damian Williams i bersagli per Tannehill non mancano. E a loro si è pure aggiunto Jarvis Landry, scelto un po’ a sorpresa all’ultimo draft e chiamato a confermare le belle cose fatte vedere a LSU.
Come ulteriore aiuto a Miami hanno reclutato anche il running back Knowshon Moreno, uno che lo scorso anno a Denver si è costruito l’anno migliore della carriera non solo correndo ma anche fornendo a Peyton Manning (ah-ehm…) una preziosissima valvola di sfogo su screen e checkdown. Infortunio al ginocchio permettendo, la sua presenza si spera giovi anche a Lamar Miller, altra promessa non ancora del tutto mantenuta, in modo da dargli una spalla più affidabile di quanto non sia stato Daniel Thomas.
E poi c’è il tight end Charles Clay, che dopo essere finalmente esploso lo scorso anno vede quest’anno come la sua grande opportunità di consacrazione. Alle sue spalle nel ruolo non c’è molto, solo un gruppo di ragazzi tutti da scoprire, ma la versatilità e l’atletismo di Clay ne fanno un pezzo pregiato dell’attacco di Bill Lazor.
Già, Lazor. Si pensava che, dopo una stagione che sarà ricordata per il late-season collapse e per la saga Incognito-Martin, i cambiamenti nello staff dei Dolphins sarebbero stati più profondi. Ma a Steve Ross, owner che in materia di football preferisce delegare, i cambiamenti piacciono poco e così a pagare sono stati soprattutto in due: il GM Jeff Ireland, sostituito fra le polemiche e rimpiazzato – con una ricerca ai limiti del tragicomico – da Dennis Hickey, e l’ex-OC e mentore sia di Philbin che di Tannehill Mike Sherman.
Da quest’anno quindi la responsabilità dell’attacco è sulle spalle di Bill Lazor, ex allenatore dei qb a Philadelphia nonché l’uomo alle spalle del “miracolo” Nick Foles. L’attesa di tutti, chiaramente, è che faccia la stessa cosa con Ryan Tannehill; i resoconti che filtrano dai camp sono speranzosi, ma l’unico verdetto che conterà è quello del campo. E poi, rimane ancora una enorme incognita: la linea offensiva.
Martin-incognito-Pouncey-Jerry-Clabo. Dei cinque titolari usciti dal camp dello scorso anno quest’anno non ne rimarrà nessuno. Di più, a roster è rimasto il solo Mike Pouncey, che inizierà la stagione sulla sideline causa infortunio sperando che nel frattempo riesca anche a mettere ordine nei suoi fatti personali. La linea quindi è un cantiere aperto, con l’unica certezza data dal LT Branden Albert, reclutato a suon di milioni in offseason. Una ragionevole certezza è anche lo spot del tackle opposto, affidato alla prima scelta di questanno Ja’Wuan James, mentre per coprire il buco al centro è stato riassunto Samson Satele, che i Dolphins avevano scelto al draft con la scelta ottenuta in cambio di Wes Welker. Chi giocherà guardia è ancora tutto da vedere, con un mix di veterani (Colledge, Smith, Garner) e giovani (Brenner, Turner) dal quale dovranno emergere i due titolari. Per l’ennesima volta, quindi, i Dolphins si trovano con una linea piena di interrogativi. Per una unità che esce dall’anno in cui ha concesso il record di sack della NFL, non è un bell’inizio.
DIFESA
Kevin Coyle entra nel suo terzo anno alla guida della difesa aqua-arancio con risultati altalenanti ma, nel complesso, positivi. Rispetto allo scorso anno i punti di forza e di debolezza nella difesa di Miami sono sostanzialmente gli stessi.
La linea difensiva è, ormai da molti anni, il reparto più forte e più profondo dell’intera squadra. Quest’anno ha visto la dipartita di Paul Soliai, passato all’incasso ad Atlanta, e l’arrivo in sua vece di Earl Mitchell; Soliai era uno dei veri punti di forza della linea, ma Mitchell proverà a non farlo rimpiangere. Al suo fianco ci saranno ancora Randy Starks, il vero uomo ovunque, e Jared Odrick con una pattuglia di giovani promettenti pronti a ritagliarsi uno spazio. All’esterno la star rimane Cameron Wake mentre si attende una conferma da Olivier Vernon, l’ex-Hurricane esploso lo scorso anno. E al varco è atteso Dion Jordan, la terza scelta assoluta dello scorso anno che, dopo un primo anno trascorso – inspiegabilmente – sulla sideline quest’anno dovrà mostrare di che pasta è fatto. Per la cronaca, l’inizio (4 turni di sospensione per uso di sostanze proibite) non è dei migliori.
Nella situazione opposta ci sono i linebackers. Dopo la fallimentare rivoluzione dello scorso anno (fuori i leading tackler Dansby / Burnett e dentro la coppia Ellerbe / Wheeler) ci si attendevano cambi profondi nel reparto, che invece si sono limitati nel cambio di ruolo fra Ellerbe e di Koa Misi, con quest’ultimo spostato nel mezzo e nell’unico innesto di Jordan Tripp nel quinto giro del draft. Questo gruppo, che necessita di un playmaker all’altezza di quanto sapeva essere Dansby, si ritrova quindi ad essere lo stesso dello scorso anno, con la speranza che lo scambio di posizione fra Misi ed Ellerbe e la crescita di Jelani Jenkins (quarta scelta del 2013) possano bastare.
In secondaria Brent Grimes è, fuori di dubbio, l’uomo migliore. Gratificato del contrattone che si era ampiamente meritato, il numero 21 si trova con un reparto profondamente cambiato. L’augurio è che il nuovo innesto Cortland Finnegan abbia ancora benzina nel serbatoio e possa essere un compagno affidabile nel lato opposto in attesa della crescita/esplosione dei due secondo anno Jamar Taylor e Will Davis. O di qualcun altro. Il piano B non c’è; un malaugurato infortunio ad uno dei primi due potrebbe essere devastante.
Nel ruolo di safety il buco lasciato da Chris Clemons è stato coperto con l’innesto di Louis Delmas: in termini di talento è senz’altro un guadagno ma l’incognita è lo stato fisico del veterano ex-Detroit, reduce da parecchi infortuni. In sua assenza, le sole alternative per il posto accanto a Reshad Jones (anche lui squalificato per le prime quattro giornate come Dion Jordan, e per lo stesso motivo) sono Jimmy Wilson e Michael Thomas, entrambi ancora da verificare del tutto a questo livello.
SPECIAL TEAM
Come ogni anno il training camp è il momento in cui lo special team prende forma e i rookies cercano di mettersi in mostra e di conquistarsi un posto nel roster attraverso questa ‘porta di servizio’. “Sputa sangue e mettiti in mostra negli special team e il coach ti noterà”. E il posto più ambito è il ruolo di ritornatore.
Lo scorso anno Marcus Thigpen aveva mostrato sufficienti doti per assicurarsi il posto sia sui kickoff che sui punt; quest’anno sono in diversi a puntare a quel ruolo e ad esservi stati provati, con Damian Williams su tutti ma al momento non sembrano esserci ancora certezze.
Certezze che, invece, ci sono per quanto riguarda gli specialisti: Brandon Fields è uno dei migliori punter della lega. Caleb Sturgis, al secondo anno, è piaciuto ma anche dimostrato di potere e dovere ancora migliorare; stranamente nel camp non è stato arruolato nessun’altro kicker di peso per “stimolarlo” un po’, il che vuol dire che coach Philbin ha fiducia in lui. Infine, nemmeno John Denney è in discussione nel ruolo di long snapper.
PREVISIONE
Torniamo a quanto detto all’inizio: quest’anno è veramente tutto sulle spalle di Ryan Tannehill, dal risultato sul campo alla salvezza del posto di Joe Philbin. Miami è (ma lo era anche lo scorso anno) una squadra da 8-8 che può andare sopra o sotto il 50% a seconda di come gioca il suo quarterback. Sarebbe facile sbilanciarsi e, in quel caso, è facile prevedere cosa direbbe l’animo del tifoso.
La division è diventata più dura di quanto era negli ultimi due anni, con l’ascesa di Buffalo alle spalle dei Patriots, irraggiungibili almeno finchè ci sarà Tom Brady (e poi… vedremo come sarà Garoppolo). I Jets sono in ricostruzione e comunque, per i Dolphins, sono sempre una storia a parte.
RT @huddlemag: Questa mattina per Preview 2014 è il turno dei Miami Dolphins – http://t.co/QSRttES592
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tutto quasi ok. da segnalare che nel ruolo di kicker si sono avvicendati in due… sturgis ha dei problemi http://www.dolfanitalia.com/notizie/378-training-camp-finito-e-nuovo-k-prima-della-partita-contro-i-buccaneers.html http://www.dolfanitalia.com/notizie/378-training-camp-finito-e-nuovo-k-prima-della-partita-contro-i-buccaneers.html
Nella prima partita contro i Falcons settimana scorsa a calciare c’era Danny Hrapmann che ora è stato rilasciato e al suo posto è subentrato John Potter. Potter era stato rilasciato da poco dai Detroit Lions con i quali ha passato parte della off-season venendo poi rilasciato a Maggio di quest’anno. Poter ha giocato la seconda contro i Bucs mettendo a segno anche 2 FGs da molto lontano.
Altro problema è quello del TE Clay che ha avuto delle noie e potrebbe non essere disponibile sino alla week 1, ha già saltato le prime 2 preseason games e facili che salti anch ele prossime.
http://www.dolfanitalia.com/notizie/372-moreno-fuori-dalla-pup-list-e-un-nuovo-k-al-posto-di-sturgis-infortunato.html
se posso…. tutto quasi ok. da segnalare che nel ruolo di kicker si sono avvicendati in due… sturgis ha dei problemi http://www.dolfanitalia.com/notizie/378-training-camp-finito-e-nuovo-k-prima-della-partita-contro-i-buccaneers.html
Nella prima partita di preseason contro i Falcons settimana scorsa a calciare c’era Danny Hrapmann che ora è stato rilasciato e al suo posto è subentrato John Potter. Potter era stato rilasciato da poco dai Detroit Lions con i quali ha passato parte della off-season venendo poi rilasciato a Maggio di quest’anno. Poter ha giocato la seconda contro i Bucs mettendo a segno anche 2 FGs da molto lontano. http://www.dolfanitalia.com/notizie/372-moreno-fuori-dalla-pup-list-e-un-nuovo-k-al-posto-di-sturgis-infortunato.html
Altro problema è quello del TE Clay che ha avuto delle noie e potrebbe non essere disponibile sino alla week 1, ha già saltato le prime 2 preseason games e facili che salti anch ele prossime.
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