Statistiche for Dummies – Lesson n° 3

Chi segue il football americano è abituato a vedere numeri coniugati in ogni possibile maniera, ma come vengono raccolti? Chi li raccoglie? Chi li elabora e come? Per rispondere a tutte queste domande abbiamo pensato ad una piccola guida in quattro puntate a cura di un grande esperto. Buona lettura.

Dopo aver analizzato il monumentale e minuzioso lavoro che sta dietro ad una cosa che sembrerebbe relativamente semplice come la rilevazione delle statistiche di una partita di football, andiamo ad analizzare più nello specifico i dati raccolti, iniziando da quella che potrebbe sembrare una anomalia gigantesca: la non ufficialità delle statistiche difensive.

Stats for DummiesSin dagli albori del football, le statistiche ufficiali sono sempre e solo state quelle offensive e degli special team, con la sola concessione dell’intercetto e del recupero di fumble al fronte difensivo. E’ relativamente recente (1982) l’introduzione della rilevazione del sack per il singolo giocatore (mentre le yards perse tentando un passaggio venivano già rilevate a partire dal 1961) come statistica ufficiale per la National Football League e la National Collegiate Athletic Association, mentre ancora oggi le cosiddette statistiche difensive, che comprendono placcaggi, assist, passaggi difesi, passaggi battuti e/o deviati, QB hurries, QB pressures, QB hits, vengono sempre accompagnati dalla parola tra parentesi “unofficial”.

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Questo tardo riconoscimento del sack come statistica ufficiale, tra l’altro, ha generato delle situazioni particolari in fatto di record ufficiali. I tre record più importanti, infatti, risultano essere stati battuti prima che la statistica fosse considerata ufficiale. Così i 22,5 sack di Michael Strahan del 2001 non bastano a superare i 26 e 24 (in 14 partite, giova ricordarlo) che David “The Deacon” Jones mise a segno rispettivamente nel 1967 e nel 1968, come i 14,5 sack del rookie Javon Kearse nel 1999 svaniscono di fronte ai 23 di Al “Bubba” Baker messi a segno nel 1978, ed il record di sack in un Super Bowl che si spartiscono Reggie White e Darnell Dockett con 3, è inferiore ai quattro sack messi a segno da L.C.Greenwood nel Super Bowl X del 1976.

Il perché le statistiche difensive non vengano considerate ufficiali è presto detto: mancano di oggettività. Mentre una corsa è una corsa ed un passaggio è un passaggio, e al limite ci possono essere dei dubbi in caso di pass laterale che vengono però coscienziosamente rilevati, analizzati ed eventualmente corretti, come abbiamo visto nelle scorse puntate, non è sempre possibile essere così netti nell’attribuzione di un placcaggio o di un assist, nel considerare un passaggio difeso o no, nel distinguere tra QB pressure e QB hurry.

NFL ed NCAA hanno compilato una serie di linee guida per aiutare gli scorer a compilare le statistiche difensive il più correttamente possibile, ma queste linee guida sono forzatamente generiche, perché l’interpretazione dello scorer è sempre fondamentale nella decisione su come registrare un’azione.
La grossa difformità di giudizio tra le varie crew statistiche si palesa in una tendenza ben definita rilevabile da uno studio delle statistiche di placcaggi ed assist condotto da Nate Hodges per Pro Football Focus. Comprendendo un periodo di studio di dieci anni, risulta che i St.Louis Rams si siano visti assegnare 469 assist nelle 80 partite giocate in casa, mentre nelle 80 partite giocate in trasferta gli assist messi a segno sono stati 1160, quasi tre volte tanto. Nello stesso periodo di tempo i Washington Redskins hanno registrato 1831 assist in casa e 1076 in trasferta, mentre i Cincinnati Bengals addirittura 2228 in casa e 1331 in trasferta.

TacklingE ovvio che ci troviamo di fronte a crew statistiche che non registrano le stats difensive con lo stesso metro di giudizio. A St.Louis si assegnano assist con il contagocce, mentre a Washington e soprattutto a Cincinnati un buon assist non lo si nega a nessuno.
Spesso si tratta solamente di interpretazioni troppo rigide o, al contrario, molto lasche, delle linee guida fornite da NFL ed NCAA, senza bisogno di arrivare ai sospetti di numeri gonfiati o ridotti apposta come la nostra indole italica ci farebbe subito pensare, però è proprio questo il motivo per cui le statistiche difensive non sono, e non saranno ancora per un bel po’ di tempo, considerate ufficiali.
Una revisione totale anche delle statistiche difensive sarebbe troppo onerosa, proprio per il lavoro di interpretazione che richiederebbe di rivedere ogni singola azione più volte e possibilmente con varie inquadrature per ovviare ad impallamenti ed ostruzioni visive.

Un altro effetto della non ufficialità delle statistiche difensive lo si può vedere nelle schede dei giocatori sulle media guide delle varie squadre o dei prospetti per il draft.
Nella NFL questa situazione è meno frequente perché le media guide vengono comunque riviste e coordinate a livello di lega, per cui i dati in esse utilizzati sono più omogenei, ma in ambito universitario non è raro vedere un giocatore la cui scheda riporta un numero di placcaggi o assist o di altri tipi statistiche difensive totalmente diversi da quelli ricavabili dai report delle singole partite. Questo perché i coaching staff, nel loro lavoro di revisione ed analisi dei filmati delle partite, compilano anch’essi delle statistiche difensive, secondo dei criteri però del tutto personali e differenti da staff a staff.
Ecco quindi che i numeri vanno nuovamente a differire, e di molto, da quelli semi-ufficiali.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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