[NFL] Divisional: Indianapolis Colts vs New England Patriots 22-43

Tre touchdown, una distanza che può sembrare veritiera e ben descrittiva della differenza tra Colts e Patriots nella notte di Foxborough. Le due squadre sembrano irrimediabilmente lontane quando pensiamo alle 166 yard di LeGarrette Blount e ai 35 minuti di possesso per New England, se riflettiamo sui 4 intercetti di Andrew Luck e sulla partita tranquilla di Tom Brady (13 su 25, 198 yard e 21 punti di vantaggio senza dover nemmeno lanciare una singola meta). Anche Tony Dungy, su Twitter, analizza questa debacle dei suoi cari Colts con un laconico “Indy non aveva una risposta alle corse di New England e Luck ha rischiato troppo”. Tutto giustificato quindi? Ventuno punti di distacco sono esatti, rappresentano le forze in campo e spiegano in tutto e per tutto la qualificazione degli uomini di Bill Belichick per l’ennesima finale di conference, dove troveranno i Broncos?
Nemmeno per sogno, i Colts questa partita la potevano vincere, e la cronaca la facciamo proprio attraverso gli episodi che hanno determinato un così ampio distacco.

Tom Brady, Jeris PendletonNella terza giocata della partita, Luck si fa subito intercettare. A goderne è Alfonzo Dennard che si avvicina anche molto alla segnatura, che invece arriverà poco dopo con Blount. Brady muove la catena con passaggi corti convertiti al meglio in primi down da Danny Amendola e Shane Vereen, va sul 14 a 0 ancora con Blount e Luck gli risponderà con un passaggio poetico per Lavon Brazill che dimezza le distanze. Il flusso della partita sembra essere inesorabilmente in mano a New England, ma sul 21 a 10 arriva il primo cambiamento di inierzia che potrebbe far cambiare le cose. Danny Aiken spara uno snap ben sopra la testa del punter dei padroni di casa, che poi raccoglie l’ovale sulle proprie 3 yard. Pressato da tutti i Colts si lascia scappare il pallone (quanto volontariamente è da stabilire) che viene schiaffeggiato fuori dalla End Zone. Safety, 12 a 21 e palla in mano alla prima scelta assoluta 2012, sull’orlo di riportare a contatto i suoi.
Come spesso succede nei Playoff, va tutto bene ai Patriots: il lancio per Stanley Havili è leggermente arretrato, il fullback lo tocca con la spalla e il pigskin finisce tra le mani di Dont’a Hightower, senza che Luck abbia troppo colpe o tenti qualcosa di impossibile.
E’ la fine del primo tempo, nove punti di vantaggio New England quando sarebbero potuti essere due.

06 - Blount touchdown run
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15 a 21, terzo quarto. La difesa Colts tiene, la 4-man rush degli uomini di Chuck Pagano mette in difficoltà il numero 12 avversario, che vede con sempre meno frequenza i suoi ricevitori, anche sul corto. Terzo e 8 a 20 yarde dal touchdown, Brady lancia una palla quasi disperata verso la sideline. Josh Gordy non è molto di più di uno special teamer, e si vede: gira le spalle all’azione e guarda solo Julian Edelman, destinatario del passaggio. Una pass interference stupida: Stevan Ridley farà 29 a 15, ma i Colts sono tutt’altro che defunti.
Ancora Brazill, ancora un fantastico passaggio e la placida corsa del ricevitore in End Zone. Pochi secondi dopo la segnatura di New England si è ancora a meno 7.
T.Y. Hilton, ben marcato per i primi due quarti, entra in partita, e Luck prende una fiducia che poco dopo gli tornerà indietro come un boomerang. Blount però segna per la quarta e ultima volta con la corsa più lunga della giornata (73 yard), riportando i suoi a due mete di vantaggio.

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Non è la fine perchè Luck sembra in grado di segnare in ogni momento. Commette il secondo peccato mortale dopo quello del primo drive: lancio tra le mani di Jamie Collins (ci torniamo su di lui) e terzo intercetto della partita. Ancora Ridley fa 43 a 22. E’ finita.
I due intercetti, il fallo di Gordy e una play action hanno determinato la sconfitta dei Colts. Lo schema a cui ci riferiamo è stato il picco del gameplan offensivo di Josh McDaniels. A inizio terzo quarto, con la difesa di Indy ormai preparata solo alle corse di Blount, l’offensive coordinator dei campioni della AFC East chiama una play action, e il pallone di Brady fa 50 yarde prima che la difesa Colts possa reagire e placcare Danny Amendola. La partita si apre ancora di più all’attacco di casa, che manterrà la squadra avversaria in dubbio per tutto il resto della contesa. Non sapendo cosa fare, Indy si affiderà al suo fenomeno in attacco e pregherà in difesa. Luck tradirà (l’intercetto di Collins) e la difesa, sospesa tra usare la pass rush e la paura delle corse, lascerà a Blount lo spazio per la lunga corsa dell’ultimo TD.
E intendiamoci, Dungy ha ragione nei due punti che hanno determinato la debacle dei bianco-blu, i 21 punti di distanza sono giustificati dalla incredibile bravura del coaching staff dei Patriots, ma nonostante questo ci sentiamo ancora di affermare (per quanto conti) che, in teoria, non c’è tutta questa differenza tra le due squadre.
Dopotutto, New England è imbottita di illustri sconosciuti.

LeGarrette Blount, LaRon LandryPrima di tutti, il protagonista assoluto della partita: LeGarrette Blount. Giunto in NFL in punta di piedi, si è reso protagonista di una campagna da rookie spaventosa con Tampa Bay. Le difficoltà della squadra della Florida e una costituzione fisica che a tratti lo penalizza in quanto a velocità lo hanno fatto scendere molto nell’opinione pubblica e nelle gerarchie degli allenatori. Proprio la situazione ideale per Belichick, che lo ha preso e gli ha dato motivazioni. Il risultato è un recordman dei Playoff NFL… incredibile!
Poi, Jamie Collins. Primo giocatore scelto dai Patriots al draft di quest’anno, sottotraccia per tutta la stagione essendo sepolto dietro Jerod Mayo, Brandon Spikes, Hightower. Fa intravedere poco in stagione con due sole partite produttive anche dopo l’infortunio di Mayo che apre qualche occasione in più, fino alla notte di sabato. Sembra che il Brian Urlacher del 2005 si sia reincarnato nel prodotto di Southern Mississippi: passaggi difesi, determinante in Red Zone, evita minimo due touchdown e con un’intelligenza incredibile pressa quanto gioca sul passaggio. Il risultato è di un altro pianeta: 6 placcaggi, un sack, un intercetto, tre volte addosso al numero 12 avversario, un passaggio difeso.
Lo diciamo forse per la ventesima volte negli ultimi dieci anni: è la New England degli sconosciuti, dei trascurati, dei sottovalutati. Che è sempre lì, in alto più di tutti, alla faccia di chi gode di maggior blasone.

Andrew LuckDi blasone Andrew Luck ne ha anche troppo. Intendiamoci, del tutto meritato. Il prodotto di Stanford dominerà questa lega un giorno, e tra qualche anno probabilmente riguarderemo al divisional del 2014 contro i Patriots come a una tappa obbligata sul suo cammino. Luck, è vero, forza spesso. Forse ha le spalle sufficientemente parate e sufficiente fiducia per, perdonateci tifosi Colts, provarci; cioè provare cose forse difficili ma che la prossima volta che arriverà ai Playoff gli potranno tornare utili, anche a scapito del risultato della partita stessa. Un esempio è il primo intercetto: un proiettile al ricevitore ben marcato, per tentare di spaventare la difesa avversaria.
Il risultato statistico è quello di una pessima prestazione, ma la fiducia nei suoi confronti dovrebbe rimanere immutata. Stessa fiducia che i Colts devono avere nella squadra nella sua interezza: la pass rush ha funzionato e Hilton e Brazil hanno ricevuto bene. Unica nota negativa Trent Richardson: sembra il Blount del secondo anno ai Buccaneers. Inschierabile, ma Pagano deve avere pazienza, altrimenti l’anno prossimo se lo ritrova dall’altra parte e sono guai!

I New England Patriots, come detto, affronteranno i Denver Broncos nel matchup che tutti volevano. Possibilità di arrivare al grande ballo? Discrete. Se McDaniels riuscirà a leggere la partita con la stessa facilità con cui ha preparato e annientato la difesa di Indy, saranno a buon punto sulla strada per New York. Stessa cosa se Collins giocherà tre ruoli come fatto sabato notte. Più pessimisti saremmo sulla riuscita delle corse, reparto in cui i Broncos hanno a tratti eccelso in stagione, almeno fuori dalla proprio Red Zone. Una volta perse le corse, Tom Brady potrebbe avere difficoltà a trovare bersagli facili sui terzi down.
Finchè lui e Belichick saranno alla guida della squadra, non importa quanto sgangherata essa sia, questo team, già leggendario, continuerà a brillare. Forse anche quando Andrew Luck da Stanford non sbaglierà più.

Una nota in chiusura: gli arbitri non hanno rilevato un tripping da parte di Joe Vellano, un uomo di linea difensiva di New England, su un fondamentale terzo down dei Colts. Per completezza lo annotiamo nella lista di episodi sfavorevoli ai Colts con la quale abbiamo cercato di spiegare l’eliminazione della squadra dell’Indiana.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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