Uno sguardo al 2022: Cleveland Browns

Vi proponiamo la review della stagione 2022 delle trentadue squadre NFL: aspettative, risultati, futuro. Oggi tocca ai Cleveland Browns.

COME DOVEVA ANDARE…

La stagione di Cleveland si prospettava spaccata in due fin dall’inizio e tutti nella capitale del rock e per i tifosi “marroni” sparsi nel mondo, era chiara la rassegnazione per una regular season che avrebbe regalato poco o nulla fino a week 13, ovvero fino a quando il “messia nero” sarebbe tornato a calcare i gridiron NFL. Eppure se andiamo a vedere le statistiche sui punteggi finali, week dopo week, Cleveland ha quasi sempre perso per una manciata di punti, segno che con un po’ più di accortezza, forse la regular season avrebbe avuto ben altre aspettative.

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…E COME E’ ANDATA

A fine dicembre la stagione dei Browns era proprio come ci si aspettava, senza infamia e senza lodi, con un Deshawn Watson che si stava scrollando di dosso la ruggine accumulata negli ultimi anni e i soliti tifosi a sperare nell’ennesima prossima stagione NFL.
Le prime week subito hanno fatto intendere che in difesa qualcosa forse non andava, soprattutto nelle chiamate dalla sideline e soprattutto in secondaria, dove già in week 2 i New York Jets fecero a brandelli i difensive back di Cleveland.
Il solito Nick Chubb, tirava avanti la carretta dei punti sul tabellone, tanto da far apparire al First Energy Stadium un cartello grosso che inneggiava ad un running game continuo e recitava così: “Run this damn ball”.
La cosa che più lascia l’amaro in bocca è stata la gestione da parte di Stefanski e di tutto il coaching staff, dei 2 minuti finali di quasi tutte le gare fino a week 11, infatti, come già sopra citato, Cleveland perderà ben 5 gare per meno di 3 punti e tutte giocate alla pari fino all’ultimo, vedi Chargers in casa o Atlanta away. Addirittura con i Jets di un solo punto dopo l’aver dominato per 3 quarti l’incontro.
Le colpe non possono ricadere su Jacoby Brissett, forse il miglior backup QB della lega, ma su alcune chiamate assurde del coaching staff che ha patito la pressione del fine gara più dei giocatori in campo.

COSA HA FUNZIONATO…

Se bisogna affrontare il discorso del “cosa ha funzionato” allora dobbiamo parlare dei singoli giocatori, cosa che di fondo è illogica nel football americano, gioco di squadra per antonomasia. Ecco svelata quindi un’altra ragione per cui i Browns si sono ritrovati a guardare sul divano il football di gennaio. Amari Cooper è stato a tratti devastante, un wr1 che da tempo non si vedeva a Cleveland. Con 9 touchdown, 1160 yard ricevute e 61 primi down chiusi, Amari è stata la vera gioia della Dawgpound. Con lui la traccia, il catch e il guadagno yard era cosa quasi scontata.
Nick Chubb finché ha potuto, o meglio finché ci ha creduto, stava correndo per la sua stagione più bella, infatti fino a week 10 era dato come contender per l’OPOY. Con 12 touchdown e 1525 yard corse, Nick “ Batman” ancora una volta è rientrato nei top 5 runningback della lega.
Subito dopo Amari Cooper con 4 touchdown e 628 yard conquistate, “the chiefs” David Njoku ha dimostrato di meritare la fiducia che il front office aveva riposto in lui, mettendo il tag sul suo contratto ad inizio stagione 2022.
Ma le grandi stagioni non hanno nomi, ma collettivi e questo forse è quello che più è mancato in campo.
L’unica forzatura riuscita a Stefanski è stata la continua ricerca di trasformare il quarto down, anche quando non ce ne era evidente necessita, eppure i Browns su questa statistica primeggiano con ben 23 quarti down conquistati su 42.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Il fattore che ha creato più danni è senz’altro quello che doveva dare più solidità, ovvero la difesa fatta di nomi importanti che piano piano si sono sciolti come neve al sole tra infortuni, fisicità non al top e chiamate scellerate.
Chiunque in questa stagione ha corso e corso in faccia alla D-line dei Browns, riuscendo a togliere il sorriso fino a Myles “Jurassic”Garrett, in corsa per il DPOY fino a poche week dal termine. Se la secondaria ha demeriti più per le coverage dimenticate e le chiamate del fu DC Joe Woods e il trio linebacker è stato falcidiato dagli infortuni, vedi Walker e JOK Koramoah, la linea Browns non ha tenuto quasi mai, anzi leviamo il mai, il runnig game avversario.
Mentre da una parte Garrett combinava il devasto, con 16 sack e 18 TFL, tanto per fare due numeri a caso, tutta la D-line arrivava a malapena a 9.5 sack in 5 giocatori, facendo sprofondare Cle al 27esimo posto per sack con 34. Appena 21esima per intercetti con appena 11 e sempre 21esima per FF con 10. La medicina sembra arrivata a Cleveland, in sideline, dove un DC davvero esperto e bravo sta per prendere in mano la situazione.

E ADESSO?

Adesso partiamo proprio dal nome tanto atteso in difesa, ovvero quello del nuovo DC Jim Schwarz, veterano e top coach degli ultimi 20 anni di NFL. Nel suo curriculum troviamo la costruzione e formazione di difese stellari quali i Titans, gli Eagles e i Bills. Proprio l’uomo giusto al posto giusto sembrerebbe e la difesa dovrebbe ritornare ai suoi standard ideali.

Il più grande “adesso” rimane comunque lui, il numero 4 dei Cleveland Browns. Tutto ruota intorno a Deshaun, i tifosi gli hanno dato in mano la chiave dei loro cuori, Stefanski cercherà di servirgli un buon deep wr per iniziare a sganciare cannonate come era abituato a fare a Houston, da accoppiare all’ottimo Amari Cooper. Tutto ruota intorno a Deshaun, anche il fatto che proprio giorni fa si vociferava che il GM Browns, Andrew Berry, avesse intavolato un discorso proprio con DW4 per ritoccare meglio il suo contratto, liberando un pochino di cap space per lavorare meglio nell’imminente free agent che aprirà i suoi battenti il 15 di questo mese.
Se fosse vero e Deshaun rinunciasse ad una fetta del suo contratto, vorrebbe dire avere un roster competitivo, ma soprattutto un franchise QB di pensiero, stile Tom Brady, dove non era primario accumulare denaro, ma vincere con e per la squadra.

Una nuova avventura Browns sta per iniziare, sperando si concluda finalmente a gennaio se non addirittura a febbraio.

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Giorgio Bianchini

Ideatore de “Le storie della NFL” e amministratore di Tutto Football NFL, ritengo che il football sia talmente bello da dover andare aldilà dell’appartenenza ad una franchigia. Papà fiero di un giovane wide receiver, con il quale vivo e mi nutro di football americano.

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