[NFL] Thank to the Tank

Interessante pensiero degli amici di “Quel che passa il convento” sul tanking, cioè cercare di arrivare tra gli ultimi di proposito per avere una scelta migliore al draft.

Il tank è la salvezza del tifoso, mi viene in mente un parallelo quasi blasfemo con la religione, che evito di fare per evitare di perdere le centinaia di nostri lettori credenti e praticanti di qualsivoglia culto. D’altronde tifare un culto a sua volta lo è. Ma torniamo al tank, ovvero quella pratica secondo la quale una squadra decida scientemente di perdere delle partite per avere un vantaggio nel draft dell’anno successivo. Chiaramente è una pratica tutta americana, dove non esiste il concetto di retrocessione e dove invece molto della campagna di rafforzamento gira attorno al draft.

Perché dicevo che è la salvezza del tifoso? Partiamo dal presupposto che per me il tank (specie in NFL) non esiste, al tifoso però fa comodo pensarlo come reale, attraverso il tank cerca di giustificare le stagioni grame della propria squadra, cerca di addolcire il nervoso post sconfitta, è un modo per fare spallucce ai disastri e pensare solo a festeggiare le annate vincenti (se e quando arriveranno). Nel magico mondo del tifo, aver introdotto il concetto di tank corrisponde ad una valvola di sfogo un po’ vigliacca.

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Io non ho mai fatto parte di una franchigia NFL (…), ma cerco di usare la logica, lieto poi d’essere smentito. Perché dico che il tank non esiste?

1- Innanzitutto un concetto “filosofico”: se è vero che vincere aiuta a vincere, perdere ti fa dimenticare cosa bisogna fare per diventare una contender. È il concetto di “memoria muscolare”, quella che ti consente di fare un gesto sempre allo stesso modo in maniera automatica, applicato alla mentalità. Una volta che molli, o come dicono gli americani “give up”, “quit”, non è così facile “rientrare”, non c’è l’interruttore.

2- Ammesso e non concesso che scegliere alla 3 piuttosto che alla 10 o alla 16, sia un vantaggio, parliamo pur sempre di una goccia in un mare. Un team di football, considerando solo le due squadre attacco e difesa (non credo che nessuno scelga uno special teamer al primo giro, va bene Janikowski, ma ci siamo capiti…), è composto da 22 giocatori e per quanto ci sia il ruolo del QB che ultimamente è “più uguale degli altri”, siamo sempre di fronte ad un ventiduesimo di squadra (senza contare l’importanza fondamentale del coachin staff e del sistema in cui il singolo giocatore va a finire). Il draft è importante nel suo complesso, non solo nell’avere il primo giro “buono”, e nel complesso la differenza non la fa tanto quando scegli (al terzo quarto quinto giro…l’ordine incide molto meno), ma come scegli ed allora dammi un ottimo GM o un ottimo staff di scouting, altro che il tank.

2bis- E a dirla tutta, (provocazione) se ho un pessimo GM preferisco scelga tardi al primo giro, così ha meno “opzioni” di scelta e quindi meno possibilità di sbagliare…

3- Ribaltiamo il punto due: ammesso e non concesso che il draft sia composto da un solo giro e che scegliere un giocatore basti a determinare il successo della tua squadra. Siamo così sicuri che ci sia così tanta differenza o vantaggio tra lo scegliere con la 3, piuttosto che con la 10 o la 16? Ma anche prendendo prima, seconda e terza scelta assoluta? Non posso mettermi a giudicare ogni singola scelta negli ultimi 10 15 draft, ma anche prendendo scelte random ve ne accorgete da soli che ci sono prime scelte assolute buttate nel cesso, ottimi tardi primo giro e viceversa, la differenza la fanno (ancora una volta) gli scout e i coaching staff, la fortuna, i sistemi.
Il numero di scelta è solo una variabile in un sistema molto più complesso, senza considerare la capacità delle squadra di potersi muovere con scambi vari. In un ordine di draft poi molto varia a seconda dei need delle squadre prima di te. Faccio qualche esempio sperando di non diventare troppo noioso: partiamo dal 2013, quest’anno i Panthers hanno scelto Star Lotulelei alla 14esima assoluta, uno che sta avendo un discreto impatto sin da subito. Avessero perso qualche partita in più l’anno scorso (non a caso nella seconda parte di stagione iniziarono a vincere, nonostante molti suoi tifosi in generale sperassero nel “tanking”) magari si sarebbero trovati con la 5 e avrebbero scelto un Mingo (non che stia facendo bene o male a Cleveland, era giusto per sparare un altro nome), sarebbero magari andati su altri ruoli, chi lo sa?! O magari sceglievano comunque Lotulelei in quanto loro “pupillo” per questo draft, allora che senso avrebbe avuto perdere qualche partita in più l’anno precedente?
Altri nomi “a caso” per esplorare un altro concetto: draft 2010, i Rams scelgono alla uno ed hanno bisogno di un QB…non entro nel merito delle qualità di Bradford, ma dopo di loro sceglievano Detroit (che aveva già Stafford) e Tampa (che aveva preso Freeman l’anno precedente). Tanto valeva (al netto di altre trade up) scegliere con la tre e magari aver vinto qualche partita in più? Draft 2009: nelle prime 8 scelte sono andati via 3 OT, Jason Smith (STL), Andre Smith (CIN), Eugene Monroe (JAC), se Jacksonville avesse “tankato” un po’ facendo “felici” i propri tifosi, magari si sarebbe trovata Jason Smith e i Rams avrebbero preso poi Monroe, ecco forse ai Jaguars non cambiava molto (torniamo al discorso 1/22), ma se ai Rams magari sarebbe arrivata, negli anni successivi, qualche vittoria in più? Proprio quelle W che bastavano per andare ai playoff (un paio di volte sfiorati).
È chiaro che ci sono i casi in cui chi viene scelto prima è effettivamente più forte, ma è tutto molto più inintellegibile di quanto vogliamo credere. E allora se scegliere alla 3 piuttosto che alla 7 non è così influenzante, quanto piuttosto poi lo sono il lavoro degli scout o i need delle squadre, chi te lo fa fare di perdere 3 4 5 partite in più ad ottobre e novembre?

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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