[NFL] Week 7: New York Jets vs New England Patriots 30-27

Ricorderete la prima partita stagionale tra le due squadre: Patriots spuntati, in pratica senza ricevitori di spessore e con un Tom Brady nervoso oltre ogni limite raggiunto in carriera; i Jets avevano risposto con una prestazione incolore, riuscendo a fare molto poco in attacco e perdendo 12-10 a Foxborough.
Questa volta le cose sembravano poter prendere pieghe differenti. La crescita di Geno Smith e le defezioni importanti di New England in difesa (Jerod Mayo e Vince Wilfork fuori per tutta la stagione, Aqib Talib in dubbio) facevano sperare ai tifosi di casa una giornata all’insegna della segnatura facile, mentre ritrovare Rob Gronkowski dava a Brady un’arma affidabile per non perdere definitivamente la testa con i suoi bersagli meno nobili.

Rob Gronkowski
Rob Gronkowski al rientro dopo l’infortunio

E in effetti il primo quarto è colmo di emozioni. Prima segnano i Jets con Jeremy Kerley imbeccato da Smith, poi rispondono i Patriots con la corsa di Brandon Bolden che sfrutta così l’ottima ricezione da trenta yard di Gronkowski. L’attacco del Massachusetts sembra più in palla, essendo più veloce e non riducendosi mai al terzo down, e sembra rispettare le differenze che alla vigilia gli analisti vedevano tra queste due squadre.
Opinioni rinforzate poco dopo quando Logan Ryan intercetta Smith e si invola per le 79 yard del pick-six del 14 a 7. Nel frattempo i Jets mettono dentro un po’ di snap diretti ai runningback, pensando evidentemente già di dover mischiare le carte in tavola. Sarà la partita di Rex Ryan e dei suoi, però in questo momento sembra che possa andare molto male da un minuto all’altro.

Cavalcando Stevan Ridley e qualche penalità di una difesa dei Jets troppo “entusiasta” gli ospiti si portano sul 21 a 10. Poi, sempre nel secondo quarto, Brady inizia ad andare giù per terra. Un primo sack, poi sempre maggiore pressione per il prodotto di Michigan, trend che si trascinerà da lì in poi per tutta la contesa.
Il primo tempo finisce con i Patriots in controllo, ma il terzo si aprirà con tanti Jets e niente della squadra di Belichick, le cui linee offensive e difensive vengono umiliate soffrendo dei molti infortunati.
Quinton Coples mette ancora le mani sul QB avversario, forza il fumble, e nella giocata dopo è il turno del pick-six lanciato del pluri-MVP del SuperBowl. I Jets tornano sotto, poi forzano ben tre three & out per recuperare palla e redini del match. Muhammad Wilkerson si unisce alla festa della difesa in verde e bianco con l’ennesimo sack e New York riesce ad avere ottime posizioni di campo per tutto il quarto. Smith, seduto nella shotgun da tutto il pomeriggio, corre per il TD del 24 a 21, poi arrotondato a 27 a 21 da un field goal di Nick Folk.
Ma i Jets non sarebbero i Jets se non si tirassero la zappa sui piedi almeno una volta a partita. Le 9 penalità finali contro di loro vanificano spesso i loro sforzi, così come accade nell’ultimo quarto con un pass interference in attacco e una falsa partenza che tolgono gli uomini di Ryan dal raggio da field goal per il calcio della vittoria.
Dall’altra parte Brady viene lasciato sulle 8 di New England con palla in mano e poco più di due minuti sul cronometro. Troppo tempo e troppo spazio, verrebbe da dire paradossalmente.
Gronkowski e Bolden guidano con il numero 12 l’attacco ospite che giunge in range per il calcio del 27 pari che manda tutti all’overtime.
Potesse, Rex Ryan si mangerebbe il cappello come i personaggi dei cartoni, mentre siamo sicuri che sulle tribune qualcuno già lo stia facendo.

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Antonio Allen
Antonio Allen a segno dopo un intercetto

Per fortuna loro però l’epilogo andrà appannaggio della squadra che probabilmente merita la vittoria in modo maggiore.
Nick Folk tenta la realizzazione da 57 yard. La palla non è tra i pali per quello che sembra un “autogol” da antologia, lasciando campo a Brady e Gronkowski ad un’altezza di campo invidiabile.
Ma l’ultima penalità della partita è la più contestata: sulla difesa del field goal un giocatore dei Patriots spinge un suo compagno contro il centro dei Jets. Questo non si può più fare da qualche mese a questa parte, quindi gli arbitri lanciano una flag che fa esplodere il MetLife Stadium in grida di giubilo e serena sorpresa. Pochi secondi dopo Folk metterà i punti del 30 a 27 e della vittoria per New York.

La chiamata, lo dice anche Mike Pereira, guru degli arbitri e analista televisivo, è senza dubbio corretta. Quali sono quindi le recriminazioni che New England può fare su questa deludente sconfitta? Prima di tutto le assenze: troppo importante Talib per disinnescare il gioco aereo degli avversari, e troppo importante Dan Connolly in forma in linea offensiva. Inoltre, troppe penalità (7 per 100 yard) ed una opposizione difensiva troppo blanda per larghi tratti, figlia della mancanza di Jerod Mayo, leader per placcaggi della squadra.
Perdendo con i Jets, Bill Belichick ha dimostrato che nella AFC East i giochi non sono per niente chiusi, tant’è che molti giocatori della fanatstica difesa messa in piedi da Rex Ryan dichiareranno a fine partita di credere alla vittoria divisionale.

Traguardo insperato per i bianco-verdi, considerati una delle cenerentole di questo 2013 che sta stupendo. Geno Smith è un condottiero con molto carattere, Kerley può offrirgli una grossa mano a causa della sua velocità e la pass rush della quarta difesa dell’NFL è un reparto d’elite. Qualche anno fa (2009 e 2010) i Jets facevano paura a tutti e giunsero a un passo dal SuperBowl, nonostante nessuno li considerasse dei contender. Che anche quest’anno un miracolo sia in fase di divenire?

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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