[NFL] Super Bowl: le pagelle
Le pagelle del Super Bowl XLVII tra Baltimore Ravens e San Francisco 49ers.
Baltimore Ravens
Passing game
Joe Flacco (9,5) gioca una partita ai limiti della perfezione. Da “Extraordinary Joe”. Ma tutti i suoi playoff sono stati impeccabili: con tanto di td/int ratio da record, 11-0 ed eguagliato il “Joe” Montana. Difficilmente assurgerà mai ai livelli di un Rodgers o un Brady, ma salire agli standard di un Eli Manning, come ha fatto in gennaio, è tutt’altro che disprezzabile. Fino al blackout i 49ers non trovano modo di arginare il braccio di Flacco. Anquan Boldin (8) mette la sua griffe sulle ricezioni più importanti anche quando torna la luce, soprattutto il terzo e pollici a metà quarto periodo. Non si vede molto Torrey Smith (5,5) ma il suo posto è preso da Jacoby Jones (8,5 anche per il ritorno da 109 yard, chiaro) che dopo il miracolo di Denver si ripete a New Orleans. Tanta sostanza anche dai tight end Pitta (6) e Dickson (6). Qualche drop, non troppo determinante (Boldin, Pitta), altrimenti ci sarebbe stato anche un più di fianco alla A.
Running game
I Ravens non trovano spazi per Ray Rice (5,5). Contro Patrick Willis, Navorro Bowman e Ahmad Brooks non è affatto semplice. I pericoli maggiori li creano quando spostano l’ovale per vie aeree. Lo stesso Rice si fa sfuggire l’unico turnover di Baltimore. Bernard Pierce (6) è molto meno appariscente rispetto alle precedenti gare dei playoff. La linea offensiva (7) lavora molto per proteggere Flacco e lo fa bene. Fatica un po’ ad aprire i varchi di cui sopra. Il compito è alla “mission impossible” però, vista la difesa che c’è contro.
Passing defense
Baltimore annulla Kaepernick nel primo tempo, trovando anche modo di intercettarlo con Ed Reed (7,5). Consente così all’attacco di lavorare con tranquillità e costruire l’ampio margine di vantaggio con cui si arriva al… blackout. Nella ripresa soffre molto di più ma nelle azioni cruciali risponde presente. Nel gioco chiave, il quarto e goal che sarebbe valso ai Niners il sorpasso, su Michael Crabtree ci sono esperienza e malizia. Come nel terzo down precedente, sempre contro Crabtree: c’è tutta la determinazione di questi Ravens. Il protagonista è in entrambi i casi Jimmy Smith (7,5 solo per queste due giocate).
Running defense
San Francisco finché perdura la “no fly zone” di Baltimore si dà da fare per stabilizzare le corse. Non fa sfracelli, anche perché poi deve abbandonare la terra per velocizzare le operazioni. Ma quando Gore e Kaepernick si mettono in movimento i grattacapi arrivano eccome. La prova dei linebacker (5,5) è meno entusiasmante che in tante altre occasioni. Ray Lewis (5,5) dopo dei playoff stellari accusa fatica e tensione. Raro nella sua eterna carriera vedergli sfuggire i giocatori da sotto il naso come accaduto al Superdome.
Special team B+
Era il vantaggio più spiccato nei matchup prepartita. Più che altro per le difficoltà di Akers a centrare i pali in questa annata. Alla fine si rivela determinante grazie a Jacoby Jones (8,5) e quel suo ritorno storico (109 yard, mai tante in un Super Bowl). Esegue alla perfezione anche la scelta di bruciare tempo nel finale concedendo i due punti della safety ma senza lasciare ai Niners la chance di rispondere con un ultimo disperato tentativo. La A sfugge per pochissimo. Il paio di yard che non sono arrivate per conquistare il primo down sulla finta di field goal. La penalità (running into the kicker) nemmeno troppo clamorosa che consente a Akers di calciare nel modo giusto dopo aver fallito il tentativo precedente. Quel punt non eccezionale e coperto maluccio che offre a Gore una posizione ottima per preparare il suo td.
Coaching
La rete che John Harbaugh (8,5) getta su Kaepernick funziona alla grande nel primo tempo. Lo stop inatteso di 34’ per l’assenza di corrente al Super Dome raffredda sia attacco sia difesa, espondendosi a quella che si è rivelata una peculiarità dei Niners in questa post season: la rimonta. Discutibile la decisione di voler seppellire con largo anticipo la gara con un down che non arriva per poche yard fintando il field goal sul 14-3, anziché aggiungere tre punti. In un finale ancor più tirato avrebbero rischiato di essere decisivi. Puntuale invece la scelta di autoinfliggersi la safety e non concedere ai 49ers l’ultima speranza. John Harbaugh, che negli special team è cresciuto, si conferma un mago. Lui e il suo staff sono riusciti a far rendere i Ravens oltre le loro reali qualità. Citando a grandi linee il suo discorso mentre riceveva il Vince Lombardi Trophy: ha vinto alla sua maniera, non sono belli, non sono perfetti, ma hanno meritato il risultato appieno. Alla loro maniera.
San Francisco 49ers
Passing game
Serve un tempo prima di vedere Colin Kaepernick (7,5: la media delle due frazioni e un mezzo punto in più perché non si abbatte mai) affondare i colpi e inserire la modalità “comeback”. Anche se il primo ottimo passaggio è vanificato solo da una penalità di posizione. Le incertezze dei primi trenta minuti, che portano anche a un intercetto, svaniscono. I ricevitori però non sono sempre all’altezza. Michael Crabtree non demerita (6,5), gli mancano però quelle note che hanno solo i numeri uno e che gli permetterebbero di piazzare l’acuto finale, atteso invano da San Francisco. In tre occasioni (una palla alta in end zone, una “separata” dal difensore e quella finale contestatissima nell’area di meta) non ferisce. Due di queste sono il cuore del Super Bowl. Le due azioni finali dei Niners. A cinque yard dal td della leggendaria rimonta. Nell’ultima circostanza è trattenuto. Forse in modo determinante. Un big comunque dovrebbe superare anche quello. Randy Moss (5,5) ha alle spalle gli anni migliori. Vernon Davis (6,5) è una delle poche certezze di Kaepernick. Pure lui però non trattiene un lancio prezioso nel finale di gara.
Running game
Una delle decisioni più sospette è il perché i 49ers non si siano affidati a una corsa per provare a segnare il touchdown del sorpasso. Kaepernick e Frank Gore (7) trovano il modo di guadagnare terreno con le loro gambe. Nelle selve di difensori dei Ravens il numero 21 slalomeggia come il miglior Tomba. La nota stonata è LaMichael James (5) il cui fumble è uno dei motivi del pessimo primo tempo californiano.
Passing defense
Vivisezionati da Flacco i 49ers commettono sui passaggi l’errore più clamoroso della serata, che consente a Jones prima di ricevere, pur cadendo all’indietro, un passaggione da casello a casello, poi non contenti gli lasciano persino il tempo di rialzarsi e andare a segnare. La fisicità di Boldin inoltre è uno spigolo che non riescono a smussare e su cui sbattono la testa nei momenti cruciali della gara. Il più è per un paio di pass rush riuscite bene.
Running defense
Contro le corse San Francisco va decisamente meglio. Rallenta Rice e Pierce concedendogli il minimo sindacale e assicura all’attacco un extrapossesso grazie al fumble cui obbligano il numero 27.
Special team
Subire il gioco più lungo mai registrato in un Super Bowl non è il migliore dei biglietti da visita. David Akers (6) non è chiamato a imprese e va tranquillo. L’unico errore viene cancellato da una penalità di Baltimore e gli permette di rifarsi. Non possono granché sulla safety autoprocurata da Baltimore. Reagiscono in tempo invece sulla finta di field goal che, riuscendo, avrebbe affondato le speranze di rimonta rosso-oro.
Coaching
Jim Harbaugh (6,5) sfrutta la pausa blackout per ribaltare la partita come aveva fatto contro Atlanta nel Championship. Nel primo tempo però è senza risposte alle difficoltà dei suoi in entrambe le fasi del gioco e non sempre i miracoli riescono e ci si può permettere di partire così ad handicap. La scelta di optare per un passaggio nel momento cruciale dell’incontro forse non è la soluzione migliore possibile, ma sembrerebbe figlia di un audible di Kaepernick. Dalle 5 yard una corsa di Gore o Colin per segnare il touchdown del vantaggio non sarebbe stato un azzardo, anzi.
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@huddlemag @gioganci …..ci stanno i voti, ma a Pitta il 6 mi sembra poco.
D’istinto, appena dopo il match, aveva preso un mezzo punto in più. Poi però analizzando nel dettaglio la gara ha prevalso la media del touchdown (7) e del drop nel secondo tempo (5). Contributo utile e di sostanza. Un sei abbondante, non striminzitino come quello di Pierce, ma non di più proprio per quel pallone perso che avrebbe potuto far proseguire un drive da “tutti a casa” anticipato. Ed era una ricezione fattibile per uno come lui, anche se il pallone era un po’ basso. Poi, chiaro, un 6,5 ci poteva anche stare. Ma fingendoci “prof”, da Pitta… esigiamo qualcosa in più. 🙂
Immaginavo una risposta del genere, certo che da un TE al giorno d’oggi si chiede tantissimo…..10 anni fà (quando i TE stavano fissi in linea) Pitta con una partita del genere sarebbe stato MVP 🙂
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