[NFL] Week 5: Il pagellone NFL
Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico.
Voto 10: Andy Dalton
Non si può ignorare ciò che il prodotto di TCU sta facendo in questa stagione. Se i Bengals sono 5-0 e reduci dalla più grande rimonta degli ultimi anni, per di più contro i vice-campioni del Mondo, prima o 10poi un po’ di credito a Dalton va dato. Certo, passaggi a vuoto chiari durante la parte centrale della partita, una serie di grazie ricevute dalla secondaria ospite e tutte le attenuanti degli appannati Seahawks (iniziarono così anche l’anno passato). Ma il quarto quarto entra di diritto nella storia della NFL, e lui è al centro di tutto. Dove dovrebbe stare e mai è stato veramente.
Voto 9: Andre Johnson
Decisivo come non mai, Johnson torna a Houston da avversario e fa rimpiangere ai texani di non avergli 9offerto almeno un contrattino annuale quest’estate. Non è il mostro di una volta, non è il miglior receiver della lega come in passato, ma aiuta Hasselbeck a portare a casa la W con due touchdown. Il segnale che lancia è chiaro: “Lanciatemi la palla”. Gli Indianapolis Colts lo faranno spesso, non sono autolesionisti.
Voto 8: Pernell McPhee
C’era qualche dubbio sull’ex giocatore di Baltimore, che l’anno scorso aveva giocato benissimo ma non aveva fatto granché nelle stagioni precedenti. Inoltre il contratto elargitogli dai Bears sembrava metterlo 8su un piedistallo che l’avrebbe fatto rilassare troppo. McPhee ha stupito, confermando invece qualsiasi buona reputazione che potesse avere, e zittendo i critici. In stagione ha già più placcaggi che in ognuna delle annate ai Ravens e tre sack. Contro Kansas City mette in scena l’ennesima prova convincente, mentre per PFF è da Pro Bowl nella sua posizione. Probabilmente di questa stagione non si butterà via proprio tutto a Chicago.
Voto 7: Fletcher Cox
Come si fa a essere il giocatore difensivo della settimana nella NFC? Basta fare sei placcaggi, tre sack, propiziare due fumble e recuperarne uno. Niente di più semplice. Prima della stagione la maggior parte 7degli insider degli Eagles l’aveva additato come il giocatore più migliorato. Il 24enne ha saputo rispondere “presente”. Considerando che anche McPhee arriva da Mississippi State, ci chiediamo cosa mettano dentro il rancio in quella università se escono dei pass rusher di questo livello.
Voto 6: Josh McCown
457 yard, 2 TD, una segnatura su corsa. C’è la prepotente firma di quello che è un quarterback a tratti sottovalutato sulla vittoria dei redivivi Browns sui rivali Ravens. Una W a suo modo storica, o 6quantomeno non frequente. Voto da dividere con la sua linea offensiva, la migliore della lega, ma McCown si sta prendendo qualche rivincita dopo tutte le volte che è stato scaricato in carriera e la presunta rivalità con Johnny Manziel, che unta al posto da titolare. Finché McCown giocherà così (sopra il 70% di completi nelle ultime due settimane), “football” può tranquillamente rimanere in panca. Il prossimo test è con la difesa pazzesca di Denver. Di gran lunga la partita più interessante della prossima giornata.
Voto 5: Charles Woodson
Passa tutta la settimana a dire che non ha mai intercettato il 18, che sono stati draftati assieme ma doveva togliersi questo altro sassolino dalla scarpa in una carriera ventennale. Arriva la domenica e per 5due volte sfrutta il braccio della controfigura scarsa di Peyton Manning per sfatare questa specie di maledizione. Ma così Charles sono buoni tutti! In più i suoi Raiders escono battuti. Insomma, siete mano nella mano lungo il tramonto e gli hai fregato un Heisman, stai buono che ti costa?
Voto 4: Nick Foles
Quattro intercetti per l’ex Eagles, che sta confermando settimana dopo settimana le voci dei suoi detrattori. Il suo andamento altalenante è proprio ciò che non serve a una squadra che in attacco ha 4bisogno di certezze. Stupisce soprattutto l’atteggiamento iniziale di Foles, che nel primo quarto perde qualsiasi occasione per brillare; prende un sack uscendo dal range da field goal, lancia un intercetto al posto di mangiarsi il pallone, e le 141 yard finali lanciate sono figlie del garbage time. Visto lo scambio con Bradford, Foles ha la responsabilità di un attacco che ora ha trovato grossi numeri dal gioco di corsa. I Rams sono a pochissimo dall’eccellere, saprà il loro quarterback migliorare anche lui?
Voto 3: Brandon Weeden
In una NFL che vede Tyrod Taylor passare da sconosciuto a “TyGod” nel giro di due mesi, la parabola inversa di Weeden non è propriamente comprensibile. Non solo ha avuto il privilegio di giocare dietro 3quella grande linea offensiva, ma ha anche avuto la possibilità di essere il partente di una franchigia del tutto in lotta per un posto ai Playoff. Questi Cowboys però se ne sono già sbarazzati: domenica il titolare sarà Matt Cassel. Troppo lento Weeden, troppo indeciso Weeden. Pensavamo finisse diversamente, eravamo più ottimisti solo un paio di settimane fa. Ora la favola è già finita.
Voto 2: Qualcomm Stadium
A San Diego non vanno più allo stadio. Diciamocelo: tra Sunset Cliffs, Pacific Beach, Gaslamp District non mancano le attrazioni alla città californiana, ma che i Chargers giochino fuori casa anche quando 2sono tra le mura amiche è una vergogna. La cifra ufficiale recita 67658 ma sembra di stare a Pittsburgh, Pennsylvania, e non a un passo dal Messico. Il Monday Night finisce malissimo per i Chargers, sconfitti all’ultimo secondo da Le’Veon Bell. Forse è tutto correlato e qualche chilometro più a nord tra un paio d’anni dovrebbe andare meglio in ogni senso!
Voto 1: Matthew Stafford
Il prodotto di Georgia incappa nella peggiore giornata della sua carriera. Ma cosa è successo? Cosa separa il campione da 41 TD in stagione da questa copia, buttata in panchina a metà partita in favore di 1Dan Orlovski? Forse la cura Caldwell, probabilmente una parte del talento attorno a lui e la disfunzionalità di una franchigia già nella buca dopo sole 5 partite. Rimane il fatto che avrebbe Calvin Johnson a cui lanciare, invece ha già 8 intercetti in quattro partite da mostrare. La division è andata, la reputazione cerca conforto dai Bears la prossima domenica. Quando tutti i riflettori saranno su di lui, aspettando l’ennesimo errore.