[W11] I Bengals non sorprendono i Ravens

nflCon la scomparsa dai quartieri alti della NFL degli Indianapolis Colts orfani di Payton Manning, ed il rapido declino di una delle sorprese della prima metà di questa stagione 2011, i Buffalo Bills, non ci sono ormai più dubbi su quale sia il girone più forte della AFC: in una divisione, la North, in cui già c’erano Baltimore e Pittsburgh, si è aggiunta quest’anno la grande sorpresa Cincinnati a rendere la competizione ancora più incerta. 
Dopo una stagione con quattro vittorie e dodici sconfitte, con quarterback e ricevitore principale entrambi rookie e la perdita in un solo colpo di due giocatori che hanno fatto la storia recente del club: Carson Palmer e Chad Ochocinco, onestamente era facile prevedere un nuovo disastro per la compagine dell’Ohio. Ed invece i Bengals hanno sin qui stupito tutti e si presentavano alla sfida della passata domenica con Baltimore con un record di sei vittorie e tre sconfitte, pronti a contendere ai Ravens la possibilità di agganciare gli Steelers in vetta alla division. 
In realtà anche se Baltimore e Cincinnati lottavano per il primo posto, entrambi i club avevano qualcosa da dimostrare: i Bengals arrivavano dal k.o. di Pittsburgh, giunto al termine di un match in cui comunque avevano tenuto testa agli Steelers, ma dovevano confermare di appartenere all’elite di ravensquest’anno della NFL. I Ravens erano invece reduci dal k.o. di Seattle, cioè dalla terza sconfitta esterna contro un team al di sotto del 50% di vittorie, un dato inaccettabile per una compagine che punta al titolo. E alla fine, nel match clou di questo undicesimo turno della NFL,  la legge del M&T Stadium ha colpito ancora una volta: i Ravens sono infatti usciti vincenti 31-24, ma quanta fatica contro una compagine che ha dimostrato di avere non solo il talento ma anche la mentalità per arrivare lontano. 
Dopo essere stata sotto 31-14, Cincinnati è riuscita ad arrivare sulla linea delle sette yards dei Ravens ad una manciata di secondi dal termine sotto di un solo touchdown ma qui la difesa di Baltimore è venuta fuori alla grande, con il quasi sack di Suggs  che costringeva Dalton all’intentional grounding, e quello “reale” di McPhee che spegneva le ultime speranze di recupero degli ospiti. Alla fine i Bengals hanno pagato qualche amnesia del loro secondario ed i tre intercetti subiti dal loro giovane regista Dalton, il quale ha però confermato di avere un brillante futuro di fronte a lui. 
Insomma se da un lato sono stati i Ravens ad agganciare gli Steelers in vetta (ed in realtà i Corvi sono davanti poiché si sono aggiudicati entrambi gli scontri diretti), dall’altro nessuno potrà stupirsi se a gennaio i Bengals saranno ancora sul campo a faticare invece di guardarsi la post season davanti al televisore. 
Parlavo di legge del M&T Stadium; sì perché nel loro impianto non solo i Ravens avevano vinto quattordici delle ultime quindici partite, ma l’avevano fatto con  statistiche impressionanti, come i 13,3 punti subiti o le 268 yards concesse a partita , entrambi record NFL dal 2008 ad oggi. Stavolta però anche la difesa dall’altra parte non scherzava: i Bengals arrivavano infatti alla sfida di Baltimore con la seconda difesa della NFL sulla corsa e la quinta in totale. Con queste premesse, anche se ognuno dei due reparti accusava un’assenza di grande peso: Ray Lewis per i Ravens e Leon Hall per i Bengals, era lecito attendersi uno spettacolo difensivo. 
Invece la partita era un ricorrersi fra i due team che alla fine insieme andavano oltre le 800 yards di total offense, con i Bengals a fare la parte del leone con 483. Di queste, ben 373 arrivavano dal braccio di Dalton, la cui prestazione assumeva ancora maggior spessore tenuto conto che giocava contro una difesa che in passato aveva messo in ginocchio registi molto più esperti di lui e con un gruppo di ricevitori non certo affidabile, cui oltre a tutto mancava il fortissimo rookie A.J.Green appiedato da un problema la ginocchio. Vero, oltre alle 373 yards arrivavano i tre intercetti (sui quali però non era esente da colpe il ricevitore Caldwell che in tutte le occasioni era il bersaglio di Dalton) ed i completi erano poco sopra il 50% (24 su 45), però il regista da TCU ha confermato le sue doti di grande combattente e già ora comanda nell’huddle come un veterano. 
Il ricevitore più gettonato da Dalton è stato Simpson, obiettivo del regista in quindici occasioni, il quale ha poi terminato il match con 8 ricezioni per 152bengals yards. Dopo di lui ottima prova del runner Leonard che ha portato a casa cinque ricezioni per 57 yards e del rookie Hawkins che ha aggiunto quattro palle catturate per 47 yards. Non ha invece impressionato Caldwell che se da un lato ha messo a segno il touchdown che ha ridato speranze agli ospiti con una gran ricezione da 49 yards, dall’altro ha ricevuto appena un terzo dei palloni lanciati nella sua direzione, senza contare che tutti gli intercetti sono arrivati su palle a lui indirizzate: un po’ poco per quello che doveva essere il veterano del gruppo.  
Molto meno bene è andato il gioco sulla terra: il runner di riserva Scott e lo stesso Dalton si sono disimpegnati a dovere, ma il portatore di palla principe, cioè Benson è stato contenuto alla grande dalla difesa dei Ravens che gli ha concesso appena 41 yards in quindici portate. La difesa “tigrata” che per la prima volta doveva fare a meno del fortissimo corneback Hall, ha avuto una buona prestazione da tutta la linea difensiva, con l’exploit di Geno Atkins, defensive tackle col vizio del sack, che domenica ha atterrato un quarterback avversario per la quinta volta in stagione.
Decisamente più in difficoltà è stato un secondario che, soprattutto con la coppia Kelly Jennings e Adam Jones, ha faticato a contenere l’esplosivo ricevitore rookie Torrey Smith il quale ha imperversato per tutto il pomeriggio chiudendo con 165 yards in sei ricezioni. Proprio Smith e il fenomeno tuttofare Ray Rice sono state le spine nel fianco della difesa delle tigri: già detto del wideout, Rice ha invece sfondato quota 100 yards di corsa cui sono da aggiungere le 43 yards ottenute con cinque palle catturate. 
In realtà soprattutto la prima statistica è ingannevole: su 104 yards infatti Rice ne ha conquistate 59 in una sola portata, mentre in special modo nel primo tempo il fuoriclasse da Rutgers è stato contenuto alla grande dalla difesa ospite che nei primi trenta minuti di football gli aveva concesso appena diciassette yards in sei portate. E sicuramente non ha giovato alla causa di Rice la giornata storta della parte destra della linea offensiva dei Ravens, quella formata da Yanda e Oher, anche se soprattutto per Yanda si è trattato di un episodio in una annata nel complesso ottima. 
Per il resto degli “skill players” di Baltimore è stata una giornata decisamente anonima, con Boldin capace di un unico squillo, la ricezione da 35 yards che portava sul 7-7 il match, e con il tight end Dickson che non faceva certo molto meglio (due ricezioni per 21 yards). Flacco è invece stato molto concreto completando 17 passaggi su 27 per 270 yards con un solo sack ed un solo intercetto subito. 
La difesa, senza la stella e “guida spirituale” Ray Lewis, ha giocato bene a sprazzi, anche se i linebacker hanno faticato moltissimo a mettere pressione su Dalton ed i cornerback hanno rincorso per tutta la giornata i ricevitori in maglia bianca che spuntavano dappertutto. Molto bene invece le safety Pollard e Reed (con quest’ultimo che ha consolidato la sua leadership nella graduatoria degli intercetti dei giocatori ancora in attività pizzicando Dalton a pochi centimetri dalla linea di meta dei Ravens allo scadere del primo tempo) e la coppia di defensive end di riserva McPhee e Kruger che pur con un utilizzo limitato ha comunque offerto un importante contributo con un sack (quello decisivo a fine gara di McPhee) e ben sei pressioni sul regista avversario.
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