[NFL] Week 6: Green Bay Packers vs Miami Dolphins 27-24

Festeggiare la centesima partita in NFL con una vittoria deve essere sembrato piuttosto banale per Aaron Rodgers, che ha deciso di aggiungere un po’ di sapore al match che lo vedeva entrare in tripla cifra di presenze tirando fuori dal cilindro un intero allevamento di conigli per regalare il successo ai Green Bay Packers in maniera a dir poco rocambolesca.
I Packers sapevano che Miami era un territorio storicamente ostile, dal quale erano tornati una sola volta vincitori in quarantatrè anni, e lo stesso Rodgers poteva vantare il poco edificante record di zero vittorie e tre sconfitte in carriera nelle partite da lui disputate in Florida. Del resto è normale patire il caldo per chi vive costantemente nella frozen tundra. Serviva quindi la classica “partita perfetta”, o perlomeno senza troppi errori, per poter avere la meglio dei Dolphins che apparivano lanciati dal successo in terra britannica, seguito dalla bye week che gli aveva permesso di recuperare da infortuni vari ben sei giocatori titolari.

Aaron Rodgers PackersIn effetti l’inizio della partita lasciava intendere che sarebbe stato un lungo pomeriggio per i padroni di casa, che giocavano davanti a degli spalti tutt’altro che gremiti e dai quali si sentivano più i tifosi in maglia verde che quelli in maglia bianca.
Rodgers inanellava un perfetto sei su sei e portava immediatamente i Packers in vantaggio con un bel lancio su Jordy Nelson, il quale terminava in touchdown il drive di apertura della squadra del Wisconsin.
Nonostante un ottimo ritorno di Landry, che permetteva all’attacco dei Dolphins di partire nella metà campo avversaria, Tannehill non trovava una buona intesa con i propri ricevitori e si limitava a guadagnare un primo down. Tanto bastava per permettere a Sturgis di mettere a segno un field goal, ma il confronto con il drive perfetto di Rodgers era abbastanza impietoso.
In questo frangente ci pensava la difesa di Miami a mascherare le magagne dell’attacco, stoppando l’offense avversaria bloccandogli addirittura un punt, ma anche in questa occasione l’occasione veniva sprecata malamente.

Bisogna sicuramente dare grande merito alla difesa dei Packers, che si produceva in una splendida goal line defense placcando addirittura dietro la linea Knownshon Moreno al quarto tentativo e goal dalla una yard, ma la linea d’attacco in maglia bianca da una parte, e l’offensive coordinator dall’altra non davano il meglio di loro stessi, gli uni facendosi sovrastare dall’omologo reparto difensivo, l’altro insistendo con lo stesso gioco per tre dei quattro tentativi a ridosso della goal line. Ma sulle scelte offensive avremo modo di ritornare nel commento del finale di partita.
Scampato il pericolo, Green Bay si rimetteva in moto, ma la difesa di Miami non era certamente intenzionata a mollare l’osso. Tutto quanto di buono faceva la difesa per tenerli in partita, veniva puntualmente sprecato da Tannehill e compagni. Il quarterback dei Dolphins si faceva intercettare una prima volta da Hayward, e da quel turnover arrivavano solo tre punti grazie all’ennesima buona prova difensiva.

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Ancora meglio andava pochi minuti dopo, quando Tannehill consegnava la palla nelle mani di Sam Shields provocando il secondo turnover nell’arco di cinque minuti. In quest’occasione la difesa dei Dolphins non concedeva nemmeno il field goal, costringendo i Packers al punt.
Il primo tempo si chiudeva quindi sul 10-3 in favore dei Packers. Un risultato piuttosto bugiardo per quel che si era visto in campo fino a quel momento, e merito indubbiamente della difesa dei padroni di casa che aveva limitato enormemente i danni causati da un attacco che definire sterile sarebbe un complimento eccessivo.

Mike Wallace DolphinsCome spesso accade, però, i Dolphins rientravano in campo quasi trasformati, mentre i Packers cominciavano forse a patire fisicamente per il caldo a cui sono evidentemente poco abituati (a Green Bay c’erano ieri 11 gradi, contro i 30 di Miami, per non parlare del tasso di umidità).
Tannehill sembrava totalmente trasformato, ed iniziava il terzo quarto nella medesima maniera con cui Rodgers aveva iniziato la partita, cioè con un drive praticamente perfetto chiuso con un passaggio in touchdown per Landry a pareggiare i punti sul tabellone.
I Packers rispondevano immediatamente con Randall Cobb, che riceveva il secondo touchdown pass di giornata di Rodgers, ma questa volta i Dolphins non li lasciavano scappare, e nel drive successivo arrivava nuovamente il pareggio grazie ad una corsa di Miller.

I Packers giocavano a mangiare il più possibile il tempo sul cronometro, e questo faceva sì che il quarto periodo arrivasse molto in fretta, ma proprio all’inizio dell’ultimo periodo, subito dopo il pareggio dei Dolphins, la macchina di Rodgers si ingolfava ed i Packers incappavano in un inopinato three-and.out.
Tannehill adesso era incontenibile, e lanciava tre palloni oltre le venti yard, arrivando sulle cinque in quattro e quattr’otto. Da lì trovava Williams per il touchdown del sorpasso. Sembrava di vedere un attacco totalmente diverso da quello visto in campo nel primo tempo.
Sulla sideline di Green Bay non ci si scomponeva più di tanto. Dietro al centro c’era pur sempre il signor Aaron Rodgers, e mancavano più di nove minuti al termine. Un tempo sufficiente a pareggiare e, eventualmente, vincere.
Qualcosa, però, non andava per il verso giusto, e dopo essere arrivato fin sulle 12 avversarie, Rodgers doveva accontentarsi di dare spazio a Crosby per accorciare le distanze.

Il tempo iniziava a scarseggiare, ma ci pensavano i Dolphins a dare una mano a Green Bay. Con poco più di quattro minuti sul cronometro, dalla panchina di casa arrivava una serie di chiamate piuttosto dubbie. Anziché cercare di mangiare il tempo tenendo la palla a terra, Bill Lazor mandava dentro due passaggi consecutivi. Il primo finiva fortunatamente incompleto dopo essere stato deflettato sulla linea, ed il secondo chiudeva il down. Mezzo obiettivo raggiunto, quindi, ma di nuovo, invece di correre e far passare il tempo, arrivavano altre due chiamate aeree su tre tentativi, che oltre a cadere incomplete, fermavano anche il tempo, ed i Dolphins si ritrovavano a dover allontanare la palla be prima del two-minute warning.

Andrew Quarless DolphinsDopo il punt di Fields, che Hyde riportava fino alle 40 di Gren Bay, iniziava il capolavoro di Rodgers.
2:04 da giocare, 60 yards da percorrere, un solo timeout e l’obbligo di segnare un touchdown: la situazione perfetta per il re del “Discount Double Check”.
In questi due minuti e quattro secondi Rodgers riusciva a collezionare un sack con fumble, prontamente e provvidenzialmente recuperato dalla sua guardia destra Lang, un quarto e dieci convertito da uno straordinario Jordy Nelson che si liberava in maniera egregia della marcatura ed una finta di spike che permetteva a Rodgers di completare un passaggio su Adams fino alla linea delle quattro yards da dove, con soli sei secondi sul cronometro, trovava libero in end zone Quarless per il touchdown della vittoria.

L’ennesima impresa di uno straordinario quarterback, che oggi si ritrova con ben quindici touchdown pass ed un solo intercetto, permette a Green Bay di portare a tre la striscia di vittorie dopo che la partenza con una vittoria e due sconfitte aveva iniziato a far sorgere qualche domandina di troppo.
Se ci possiamo permettere un appunto, a questa splendida rimonta ed all’ultimo spettacolare drive, fa poco onore il ricorso alla finta di spike, un’azione che personalmente troviamo poco “cavalleresca”, se ci passate il termine. Nulla di particolarmente grave, sia chiaro, e soprattutto nulla che possa inficiare l’impresa compiuta.

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Per quanto riguarda i Dolphins, invece, bisogna dire che la partita non è stata persa nell’ultimo drive, sebbene una migliore copertura dei ricevitori nell’azione decisiva non avrebbe certo fatto male. La partita è stata persa nel primo tempo, quando la difesa ha procurato a Tannehill e compagni una serie di occasioni che non sono state sfruttate, prima fra tutte i quattro down dentro le cinque yard in cui l0attacco di Miami non ha saputo sfondare il muro verde e oro.
Il prossimo avversario per Miami verrà ancora dalla NFC North, e stavolta saranno i Delfini ad andare al freddo del Soldier Field di Chicago in cerca di riscatto.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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