[W1] I Ravens passeggiano sugli Steelers

nfl“Mamma mia che incubo. No ma, sicuramente,  sto sognando;  ora mi sveglio, è ancora domenica mattina ed il big match con i Ravens non è ancora iniziato…”. 
Molti tifosi dei Pittsburgh Steelers hanno probabilmente pensato di vivere solo un brutto sogno ma purtroppo per loro, domenica si trattava di amara realtà: Roethlisberger e compagni, sette mesi dopo aver sfiorato il successo nel quarantacinquesimo Superbowl, sono stati letteralmente demoliti in quel di Baltimore dagli arcirivali dei Ravens.
Un 35-7 terribile, il peggior k.o. da quando c’è Tomlin sulla panchina giallo-oro, con i Ravens che hanno dominato in lungo ed in largo ed anzi, ad un certo punto, hanno persino alzato il piede dall’acceleratore: sul +25, con diciassette minuti ancora da giocare, il runner Rice è stato tenuto a riposo ed in tutta l’ultima frazione ha toccato palla appena una volta.  
Forse l’aspetto più incredibile della sfida è stato lo strapotere dei Ravens che hanno surclassato Pittsburgh su uno dei piani preferiti dal team della Pennsylvania: quello fisico. Vedere pass rusher di livello stratosferico come Harrison e Woodley essere gestiti senza troppi patemi da McKinnie e Oher è sicuramente qualcosa che pochissimi si aspettavano, anche perché, per problemi vari, la linea offensiva titolare di Baltimore non aveva mai giocato al completo in pre season. Ed invece una delle grandi delusioni dello scorso anno, cioè Oher, ed un tackle che a Minnesota aveva la mobilità e la passione di un traliccio, cioè McKinnie, hanno tenuto tranquillamente testa alla temibilissima pass rush ospite, aiutati anche da una giornata incolore dei due defensive end Smith e Keisel (molti tifosi ed esperti di cose degli Steelers sono convinti che ormai sia tempo che Smith passi la mano alla prima scelta di due anni fa Ziggy Hood). 
ravensSenza la pressione dei difensori, Flacco ha potuto gestire il gioco senza problemi e, soprattutto, senza uomini a rompere sistematicamente il gioco nel backfield, Rice ha veramente imperversato, chiudendo alla fine con 107 yards guadagnate in diciannove tentativi ed una meta cui vanno aggiunte quattro ricezioni per 25 yards e un’altra segnatura. 
Baltimore-Pittsburgh si presentava invece sotto aupici ben diversi: la sfida fa due superpotenze della AFC, entrambe componenti della North Division, note soprattutto per giocare un football molto fisico, era ormai da anni un affare per atleti con nervi d’acciaio visto che nelle ultime nove gare il massimo scarto era stato di sette punti. Invece il ciclone Baltimore ha spazzato via tutto e tutti: i Ravens hanno impiegato esattamente tre giochi e novanta secondi per andare in vantaggio senza poi più voltarsi.
Un’unità difensiva che lo scorso anno aveva impressionato la NFL, concedendo in media a partita la miseria di 62,8 yards  al gioco di corsa avversario  e che nelle ultime 50 partite aveva permesso ad un solo runner di andare oltre le 100 yards (guarda caso proprio Rice), è stata messa a ferro e fuoco per tutti e sessanta i minuti, con Rice a quota 107 ed il neo-acquisto, il veteranissimo Ricky Williams, che ha aggiunto 63 yards per buona misura. Ma anche Flacco non è stato a guardare: contro un secondario che ha confermato di non essere certo impermeabile, l’ex quarterback di Delaware non ha commesso gli errori che gli erano soliti nell’affrontare Pittsburgh ed ha completato diciassette  passaggi su ventinove tentativi per 224 yards e tre mete. 
I suoi terminali principali sono stati un redivivo Boldin (4 ricezioni, 74 yards ed una meta) e la sorpresa delle giornata, il tight end Dickson, leading receiver con 5 palloni catturati per 59 yards ed un touchdown, elemento questo che ha confermato la validità dell’idea di lasciare libero quel Todd Heap che era stato uno dei protagonisti della recente storia dei Ravens. 
In casa Steelers una delle poche note liete è stato il cornerback Ike Taylor, bravo ad annullare il pericolo numero uno per i long pass cioè Lee Evans.steelers Peccato per Pittsburgh che Flacco abbia demolito la difesa ospite lavorandola costantemente ai fianchi con passaggi medio-corti. 
L’attacco degli Steelers ha faticato ma il dato devastante sono naturalmente le sette, sì aveva letto bene, le sette palle perse, fra i tre intercetti subiti da Roethlisberger ed i quattro fumble persi. Pensate che lo scorso anno Pittsburgh arrivò a perdere il settimo pallone quasi a metà campionato e per trovare un precedente con così tanti turnover degli “acciaieri” bisogna addirittura risalire al 1995. In realtà sul mero piano quantitativo, il fresco sposo Big Ben non è andato male con ventidue completi su quarantuno  tentativi per 280 yards, e ci sono da registrare le ottime prestazione del velocista Mike Wallace (8 ricezioni per 107 yards) e del tight end Heath Miller (3-42), però naturalmente i tre intercetti lanciati da Roethlisberger, frutto di decisioni spesso discutibili, non sono accettabili. 
Inoltre tutta da dimenticare è stata la prestazione di una linea offensiva che ha ancora una volta mostrato tutti i suoi limiti, ma che ha anche avuto la sfortuna di perdere, per il secondo anno consecutivo, il proprio elemento di maggior valore, il tackle Colon. Lo scorso anno fu il tendine di Achille a fermare ancora in preseason il numero 74, stavolta è stato il tricipite a fare crac, il che costringerà il gigante da Hofstra a vedere il resto della stagione nuovamente dalla sideline. Anche con Colon in campo per altro, il gruppo di bloccatori in nero aveva faticato moltissimo con Legursky perennemente travolto da un Ngata straripante e un Pouncey spesso in confusione. Qui però ad essere onesti bisogna anche dare credito ai Ravens che hanno messo insieme una prestazione  perfetta con la “vecchia guardia” assolutamente sugli scudi. 
Il linebacker Suggs spuntava da ogni parte mettendo a segno addirittura tre sack e due fumble forzati, mentre la coppia formata dalla safety Reed e dal linebacker Ray Lewis, 69 anni in due, aggiungerà tre intercetti e 13 placcaggi. Ancora Reed, che ha festeggiato nel migliore dei modi il suo trentatreesimo compleanno, e il cornerback Webb si sono segnalati anche per l’ottima gara in copertura. 
ravensNonostante queste note a dir poco a senso unico, Pittsburgh è comunque riuscita a restare in partita per oltre trenta minuti: dopo un avvio da incubo (primo gioco: corsa di Rice da 36 yards, terzo gioco: passaggio in touchdown di Flacco a Boldin per 27 yards), gli Steelers hanno poi subito il 14-0 su una corsa di Rice che coronava un drive partito sulle 36 degli Steelers dopo la prima palla persa da Roethlisberger. In avvio di secondo quarto gli ospiti accorciavano le distanze con un lancio del QB di origini svizzere a Sanders per 11 yards e, anche se prima del riposo ancora Rice su imbeccata di Flacco riportava i Ravens a +14, il match era tutt’altro certo chiuso. 
La pietra tombale sulle speranze di recupero degli uomini in nero ce la mettevano le tre palle perse nei primi tre drive del secondo tempo che consentivano ai Ravens di conquistare un tranquillizzante cuscinetto di 25 punti di vantaggio. In conclusione troppo brutti per essere veri gli Steelers, e forse troppo belli i Ravens, ma una cosa è risultata chiara nella sfida dell’M&T Bank Stadium: ci sono ancora 15 match di regular season, ma Pittsburgh non deve assolutamente commettere l’errore di sottovalutare i numerosi campanelli d’allarme suonati domenica. 
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