[Championship] New York Jets vs Indianapolis Colts

New York Jets – Indianapolis Colts 17-30

Bene, avete letto il risultato e siete passati ad altro. Magari sto già scrivendo per il muro, ma spero non siate saltati a facili conclusioni e stiate continuando a seguire. Il Championship dell’AFC ha sì incoronato l’autentica dominatrice della Conference, ma non lo ha fatto nel modo in cui il canovaccio più volte usato dai Colts di Peyton Manning suggerirebbe. Nessun vantaggio nell’immediato, poi controllato dalla difesa, ma una vittoria in rimonta contro un avversario ostico e che in attacco ha giocato come mai in questa stagione.
Shock subito, all’inizio della partita, per il numero 18. Assaggia il turf del Lucas Oil per due volte nel primo drive, infondendo fiducia nei Jets e nella loro difesa, la migliore della Regular Season NFL. Un field Goal sbagliato per parte, ma Indy muove il tabellone per prima con la prima segnatura di Matt Stover, giocatore più vecchio che avrà mai giocato nel SuperBowl, con i suoi 42 anni.
Dall’altra parte, Mark Sanchez ha molto tempo per lanciare, cosa non concessa alla sua controparte, e non ci pensa due volte a mandare Braylon Edwards in End Zone per il 7 a 3, con una giocata da 80 yarde che rappresenta il meglio per l’attacco della grande mela da settembre 2009 in avanti. Sanchez si trasforma in un QB da Hall of Fame e la partita va avanti su binari indiavolati per i suoi. Non c’è sosta: Dustin Keller riceve per il 14 a 6, poi un fumble ridà la palla ai Jets, che aggiungono tre punti al divario.
Siamo quindi sul 17 a 6 con qualche minuto da giocare prima dell’intervallo lungo. Adesso c’è da vincere la AFC e da andare al SuperBowl, adesso c’è da iniziare a trovare riferimenti in un passing game lontano anni luce dalla macchina da punti che abbiamo imparato a conoscere. Se Darrelle Revis è incollato a Reggie Wayne, allora bisogna trovare un’alternativa. E nel viaggio per Miami dei Colts l’ingrediente essenziale sono proprio le alternative. Austin Collie viene dapprima pescato sul profondo da Manning, che poi lo colpisce anche in area di meta. Sono tornati, perchè l’attacco ha ritmo, e tutto gira attorno a questo ormai da anni, in Indiana.
Ad inizio secondo tempo, Shonn Greene si fa male ed esce per essere esaminato. E’ la fine della sua partita, ed il running game dei Jets, già poco performante, non trae certo giovamento da questo. Però c’è sempre Sanchez. Un passaggio fantastico in mezzo al traffico, che dà respiro ai suoi, è dimostrativo della partita stellare del rookie, e fa rimanere New York in partita più di quanto si possa pensare. Ma la difesa, che riposa grazie al prodotto di USC, non può proprio più nulla contro l’arrembaggio del numero 18, che trova in Pierre Garçon il suo terminale preferito.
Il touchdown lanciato all’originario di Haiti sono la ciliegina sulla torta della prestazione incredibile di Garçon, che alla fine metterà assieme 11 ricezioni, record di un Championship AFC, per 151 yarde. E’ sorpasso, 20 a 17, tutti all’interno del dome, sanno che c’è solo la realizzazione di un altra meta tra i Colts ed un altro SuperBowl. I Jets ancora un avolta riescono a dare una posizione di campo difficile ai rivali, che hanno 80 yarde da coprire per chiudere la contesa.
Ma i giochi facili, si dice, servono quando la palla scotta, ed allora perchè non utilizzare lo slant corto ora, con tutta la stagione in palio. Primo slant per Reggie Wayne, primo down. Poi per Dallas Clark, primo down. Poi Austin Collie, dall’altra parte del campo, primo down. I runningback vengono dimenticati ormai, Peyton prende i suoi per mano ed il 27 a 17 è proprietà del suo più fedele compagno, Clark, che deve solamente alzarsi sulle punte per dare l’accesso al 44esimo grande ballo alla sua squadra.
Sudando più di sette camicie, quindi, gli Indianapolis Colts vincono la AFC e vanno a Miami. Posseggono in Joseph Addai il classico clutch player, il runningback che, come successo tre anni fa, può dar loro delle garanzie assolute quando c’è da conquistare il primo down, e nella precisione del loro QB (mai così lampante) un’arma senza precedenti nella storia del football. Ma ci sono anche molti difetti, altrimenti avreste fatto bene a cliccare su una pagina diversa da questa non appena saputo il risultato.
Innanzitutto, non si può non riuscire a blitzare il quarterback avversario in quel modo. Chiunque si qualifichi tra Saints e Vikings avrà vita facile nel gioco aereo senza avversari che gli si pareranno davanti nella tasca. In secondo luogo, l’attacco deve entrare in ritmo molto prima. Essere incalzati da una ottima difesa come quella dei Jets di Rex Ryan è cosa comune a molti, ma la gestione del down (corsa-passaggio-passaggio) è stata banale per molti minuti dall’inzio della contesa. In vista dell’appuntamente più importante tra 14 giorni sono dettagli da prendere in considerazione.
I New York Jets salutano la stagione da assoluti protagonisti. Un buon rookie QB, un buon rookie RB, una difesa robusta come nessuna all’interno dell’NFL, con talento equiparabile a quello delle difese migliori del decennio passato. Ed hanno già conseguito l’accesso ad un Championship! Le cose possono andare solo meglio per loro, prepariamoci ad una posizione altissima nei Power Ranking prestagionali ad agosto.
L’appuntamento è tra due settimane però, con chi li ha sconfitti. Vedremo se i diversi aspetti dimostrati in questa stagione quasi perfetta dei Colts sapranno avere la meglio sulla verve di chi uscirà come campione del Louisiana SuperDome. Di certo, i Colts sanno come si vicnono le partite sofferte!
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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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