[NFL] Week 6: Trube or Not Trube? (Chicago Bears vs Baltimore Ravens 27-24)

Se il dubbio amletico nella tragedia shakespeariana era quello che impediva ad Amleto di agire, per le prime 4 settimane lo è stato anche per John Fox (e la dirigenza dei Chiacago Bears) che nonostante avesse appena scelto alla #2 del draft il futuro franchise QB, o presunto tale, aveva preferito iniziare la stagione con Glennon (ed il suo contrattone) sotto il centro.

Dopo solo 4 settimane è parso chiaro quanto fosse stata inutile la firma del veterano signal caller, “buona” solo a togliere spazio e tempo d’apprendimento al prodotto dei Tar Heels, e si è così deciso di buttare il rookie qb nella mischia. Quella contro i Ravens è stata la seconda da titolare per Trubisky che dopo aver esordito con una sconfitta nel Monday night della scorsa settimana affrontava dei Ravens in cerca di se stessi e, soprattutto, del proprio attacco.

Il primo quarto trascorre senza che succeda nulla di rilevante da ambo le parti mentre i primi tre punti arrivano in apertura di seconda frazione, da parte dei Bears, con un FG propiziato da un face mask e una corsa proprio del rookie qb. I problemi dei Ravens, offensivamente, continuano a palesarsi e nonostante, almeno su corsa, qualche buona giocata arrivi, due TO, un fumble e un intercetto, vaporizzano qualsiasi speranza, per i padroni di casa, di poter cancellare lo zero dallo scoreboard. Non che i Bears riescano a fare molto di più, con Trubisky più preoccupato di non sbagliare e la difesa dei Ravens attenta a non farsi sorprendere, almeno fino al trick-play che permette agli ospiti di segnare il primo TD della partita. La chiamata, apparentemente una banale toss, è nella realtà un toss-pass con Cohen che dopo aver ricevuto il pitch di Trubisky vede Zach Miller abbandonato e lancia il bombolone che vale il 10-0. Prima dell’intervallo lungo i Ravens riescono finalmente a costruire un drive “consistente”, almeno per i canoni attuali, che permette ai padroni di casa di mettere il calcio che manda le squadre negli spogliatoi sul 10-3.

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Cohen bears ravens-min

Il rientro dall’ intervallo lungo non porta particolari sconvolgimenti, con le due squadre che faticano a produrre gioco. Ancora una volta per vedere un TD serve un errore della secondaria dei Ravens che legge male una bunch formation e si dimentica di coprire Sims, immediatamente cercato e trovato da Trubisky per il 17-3 che, visto l’andamento della partita, sembra poter essere l’acuto di cui gli ospiti avevano bisogno. Come spesso accade a questo livello basta poco per cambiare l’inerzia anche se quello che va in scena al M&T Bank va oltre la più fervida immaginazione. Prima Raney riporta in endzone il kick off successivo al TD di Sims, non prima di essere stato placcato da un proprio compagno, o forse proprio per quello (qui le parole non bastano, dovete guardare le immagini) poi, nell’ ultimo periodo, ci si mette anche l’attacco di Chicago che, dopo aver avuto cura dello sferoide per i primi tre quarti, regala ossigeno puro, nella forma di due turnover, ai padroni di casa.

Il primo TO si trasforma nel FG del -4, il secondo nel raddoppio fotocopia di Flacco: palla droppata dal WR, prima Perriman poi Moore, ed intercettata dalla S che, in questa seconda occasione, si mangi il gridiron e riporta i Bears in vantaggio di 10 punti (anche qui le parole non possono minimamente rendere l’idea) con 5 minuti sul cronometro dell’ultimo periodo. Game over, o forse no. I Bears, dopo aver concesso un FG si trovano a puntare con 1:53 sul cronometro, cosci di dover fermare per un’ultima volta l’attacco avversario. Il calcio è buono e soprattutto profondo ma ancora meglio è il ritorno di Campanaro che sfrutta gli orsi al pascolo, guadagnando così la “fascia sinistra”, salta il kicker e fa esplodere il M&T Bank Stadium. Overtime.

Si dice che chi arriva di rincorsa sia favorito nei tempi supplementari ma non è questa la sfida per confermare i grandi teoremi dello sferoide prolato: i Ravens non riescono ad affondare il colpo ma costringono comunque l’attacco die Bears ad una posizione scomoda. Howard, che chiuderà la partita con 167 yard su corsa, trova la miglior run di giornata e porta gli ospiti nella metà campo di Baltimore. Tre giochi dopo è Trubisky a mettersi in luce convertendo un fondamentale 3&11 con un pass per Wright che è l’anticamera del FG che vale la seconda vittoria stagionale per Chicago.

Flacco Ravens Bears-min

Buona la seconda. Dopo l’esordio promettente contro Minnesota è arrivata la prima vittoria targata Trubisky, nonostante i numeri del giovane signal caller siano stati tutt’altro che fantascientifici (8/16 113 yard 1 TD pass). La differenza più evidente con Glannon non va ricercata tanto nei numeri dei due quanto nella diversa attenzione con cui gestiscono la propria offense. Come ha sottolineato Fox nel dopo partita quello che viene richiesto a Trubisky, in questo momento, è di non essere la mucca dell’Herzegovina, tratto invece distintivo del suo predecessore, ed i 6 throwaway totalizzati dal rookie nell’ ultima partita, e CELEBRATI da Fox, ne sono la sintesi perfetta. Buona la partita della difesa che ritrovava Threvatan, facilitata nel suo compito da un attacco avversario imbarazzante e da due intercetti, i primi della stagione, il secondo dei quali riportato in endzone.

Disastro Ravens, e poco c’entra Joe Flacco. L’ex QB più pagato della lega forse non starà vivendo il miglior momento della sua carriera ma è evidente che non ci siano target affidabili per poter completare “oltre le 17 yard”, cosa mai accaduta contro i bears. Non ha aiutato l’assenza di Maclin, come non aiutano le prestazioni di Perriman che si è anche infortunato durante la partita. La OL è solo in parte quella ipotizzata in preseason ed il gioco di corsa va a strappi. Dimenticato nulla? Ah sì il 3/18 sui terzi down, statistica con cui non vinci nessuna partita…

Baltimore resta una squadra che con la propria difesa può giocarsela con molti, anche se non con tutti, in una division che fatica a trovare un padrone ma senza delle risposte immediate dal proprio attacco è folle pensare che i Ravens possano puntare alla postseason.

Gli highlight della partita

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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