NFL Preview 2021: Los Angeles Chargers

La stagione 2020 dei Chargers non è andata esattamente come era nelle attese. In tanti si aspettavano una squadra competitiva per un posto nei playoff, a maggior ragione con l’aggiunta di un posto al gran ballo della post-season; tra qualche – solito – infortunio di troppo e un coaching staff a dir poco inadeguato, L.A. non è riuscita a prolungare la propria stagione, finendo con sette vittorie all’attivo. Di queste sette, quasi tutte sono da ascrivere ad un protagonista inaspettato, per l’appunto, quel Justin Herbert che, nei piani di dirigenza e coaching staff, avrebbe dovuto pazientare anche un anno prima di essere chiamato in causa. 

Quello che è successo con Tirod Taylor è ormai cosa nota, e la stagione di Herbert lo è anche di più. Da un anno all’altro, le prospettive dei Chargers sembrano essersi capovolte: il numero 10 da Oregon e un coaching staff completamente rinnovato sono le due motivazioni chiave dietro di esse. 

OFFENSE

La stagione di Herbert è stata storica, letteralmente. Il ragazzo ha infranto tantissimi record per quarterback al primo anno, tra cui passaggi da touchdown (31), passaggi completati (396) e partite consecutive (sette) con almeno due passaggi TD messi a segno. Il tutto nonostante un coaching staff che non ha fatto assolutamente nulla per metterlo nelle condizioni di avere successo, soprattutto quando la squadra acquisiva un vantaggio. Nella scorsa stagione, i Chargers hanno corso di più rispetto alla stagione 2019 (dal 37% di corse al 41%), nonostante un quarterback più dinamico e con un braccio ben più forte di quello, ormai usurato, di Philip Rivers, e la solita, pietosa linea offensiva. Come se non bastasse, i Chargers sono stati la ottava squadra per percentuale di corse effettuate sui primi down (53%); neanche a dirlo, in questa situazione LA è stata ampiamente insufficiente, mettendo a segno 3.9 yard a portata e un EPA (expected point per attempt) di -0.09, peggior dato tra le prime 15 squadre per frequenza di corse sui primi down. Non paghi, i Chargers hanno corso nel 39% dei secondi down, percentuale salita, e non di poco, rispetto al 31% della stagione precedente: in questa situazione, poi l’attacco si è trovato a dover guadagnare 7.9 yard di media per chiudere il down, e farlo cercando di correre non sembra la situazione migliore, ma i Chargers non lo sapevano, e correvano lo stesso. 

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Se non altro, la situazione a livello di linea offensiva sembra essere migliorato tanto da un anno all’altro, con un reparto che, sempre a livello teorico, non si vedeva da almeno un decennio in quanto a talento. Quattro quinti dei titolari sono cambiati, con il rookie Rashawn Slater che proverà a blindare il lato sinistro della linea per un bel po’ di anni, e la nuova coppia di guardie Matt Feiler (arrivato via free agency dagli Steelers) e Oday Aboushi (altro free agent, questa volta dai Seahawks) che dovrebbero dare un bel boost in termini di efficienza sulle corse. Il nuovo centro sarà Corey Linsley, pezzo pregiato del mercato arrivato dai Packers, un giocatore che aveva troppo senso per non essere firmato dai Chargers, e infatti eccolo qui, con il suo contratto da 62.5 milioni spalmati su cinque anni. L’unico superstite è il right tackle Bryan Bulaga, ex compagno di Linsley a Green Bay, che deve assolutamente dimenticare – e far dimenticare – la pessima stagione 2019, estremamente condizionata da problemi fisici. 

Il punto fermo dell’attacco rimane Keenan Allen, che ha già stabilito un eccellente rapporto con Herbert, e che più che mai ha dominato sul medio-corto: nel 2020, Allen è stato il leader NFL per ricezioni (28) sui terzi down che hanno portato alla chiusura degli stessi. Stagione sottotono, invece, per Mike Williams, che non è ancora riuscito a stabilire una connessione con Herbert, nonostante le caratteristiche fisiche e tecniche – velocità sul profondo, capacità (seppur non eccelsa nonostante la stazza) di vincere palloni 50/50 – risultino particolarmente adatte al gioco del giovane QB. Sulla carta manca un terzo ricevitore, che però potrebbe essere il rookie Josh Palmer, autore di una buona pre-season. Jared Cook, tight end veterano, sostituisce Hunter Henry, partito in direzione New England, con Donald Parham che però potrebbe attirare molti target in redzone. 

Il backfield, invece, ha vissuto una stagione travagliata. Austin Ekeler ha perso partite per colpa di un infortunio all’adduttore, e ritorna forte di un’estensione contrattuale fino al 2023: rimane comunque uno dei migliori two-way back della Lega. Il suo posto come RB2 è a portata di mano per Josh Kelley, Justin Jackson e il rookie Larry Rountree. 

DEFENSE

Lo scorso anno, l’hype per il reparto difensivo era davvero alto ma le cose, come già detto, non hanno preso la piega sperata, tra infortuni e un coaching spesso rivedibile (Gus Bradley, ce l’ho con te). Gli undici titolari sono gli stessi dello scorso anno, compresi i lungodegenti Due Tranquil (inside linebacker) e soprattutto Derwin James (safety), la vera speranza dei Chargers sul lato opposto del pallone. Quello che cambia è lo schieramento del front seven, che si disporrà spesso e volentieri in 3-4. Come già avuto modo di dire sulle pagine di The Playbook vol. 2, durante la sua esperienza ai Rams, Staley ha dimostrato di essere particolarmente flessibile nel modo in cui disporre la difesa. I cugini dei Chargers si sono schierati il più delle volte con una 3-4 under, variazione della difesa 3-4 riconoscibile dal posizionamento del nose tackle, allineato di fronte alla spalla del centro dalla parte del lato forte; ma hanno giocato anche più volte in 4-3 e con il famigerato tite front, un fronte difensivo compatto che vuole costringere l’attacco avversario a correre verso l’esterno, in una ipotetica gara di velocità tra il running back e i difensori.

A prescindere da dove giocherà, Joey Bosa rimane il perno del front seven, la cosa più vicina ad Aaron Donald che Staley possa avere a disposizione per tentare di replicare il successo avuto lo scorso anno (e no, Bosa non è Donald, ma rimane comunque uno dei primissimi pass rusher della Lega). Jerry Tillery, che nella difesa base sarà il defensive end, può sbloccarsi definitivamente, sfruttando le sue doti di pass rusher intraviste a più riprese nella stagione 2020. Linval Joseph è un nose tackle fatto e finito per una difesa come questa. 

Nel reparto linebacker, due sono i giocatori da cui mi aspetto una crescita: Kenneth Murray (MLB) e Uchenna Nwosu (OLB). Il primo ha vissuto un’annata da rookie in crescendo, in cui comunque ha dimostrato di avere problemi di lettura delle azioni; tuttavia è un tackler produttivo (107 tackle nel 2020, per quanto vale) che dà il meglio di sé downhill, cioè quando si avvicina alla linea di scrimmage partendo dalla posizione originaria. Come detto poc’anzi, lo stile di gioco di Staley, unito ad una stagione di esperienza in più, potrebbe essere quello che ci vuole per lui. Dal canto suo Nwosu è un outside linebacker da 3-4 in tutto e per tutto, ma dovrà giocarsi il posto da titolare con Kyrell Fackrell, arrivato dai Packers via free agency.

La secondaria è indubbiamente il reparto che intriga di più. Joey Bosa è un giocatore fortissimo e fondamentale, ma è Derwin James il vero ago della bilancia: sarà verosimilmente il Jalen Ramsey dei Chargers, per ruolo e impatto sul gioco. Michael Davis è stato confermato con un nuovo contratto da 25 milioni in tre anni, dopo una crescita esponenziale che lo ha portato dall’essere undrafted nel 2017 al ruolo di cornerback titolare tre anni dopo. La partenza di Casey Hayward, tremendamente in difficoltà nel 2020, ha aperto spazio a Chris Harris, che può giocare indifferentemente sull’esterno o nella slot, e al rookie Asante Samuel, di cui avevamo già parlato nell’articolo dedicato ai rookie dei Chargers. La safety Nasir Adderley, reduce da due anni a dir poco travagliati tra i pro, rappresenta una delle sfide più interessanti per Staley in quanto allo sviluppo del materiale umano a propria disposizione.

SPECIAL TEAM

Il rapporto tra i Chargers e gli special teams continua ad essere problematico. La stagione 2020 è stata un vero disastro sotto tutti i punti di vista. Il kicker Michael Badgley è stato tagliato, e al suo posto c’è Tristan Vizcaino. Curioso come sia stato il soprannome Money Badgers, auto-affibbiatosi dall’ormai ex kicker dei Chargers, a ritorcerglisi contro (ovviamente non è vero, ma chi siamo noi per smentire i numeri?):

https://twitter.com/billbarnwell/status/1432776267229802498?s=20

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Il puntar rimane Ty Long, nonostante anch’egli sia reduce da un 2020 da dimenticare; Long è stato il peggiore nel proprio ruolo per net yard sui punti (34.4), e per yard concesse sui ritorni (564). C’è tanto lavoro da fare, sia in termini di kicking che di copertura, perché questo reparto possa dirsi almeno rispettabile. Ovviamente, coach George Stewart è stato licenziato: al suo posto, Derius Swinton II. 

COACHING STAFF

Una delle speranze dei tifosi Chargers è sicuramente il cambio radicale del coaching staff, affinché esso rappresenti la più classica delle addition by subtraction. Detto ampiamente di Staley, che dovrà massimizzare il talento della difesa, non va dimenticato Joe Lombardi, nuovo offensive coordinator. L’ex OC dei Saints avrà l’opportunità di plasmare Herbert, così come Herbert avrà il privilegio di lavorare con l’ex allenatore di Drew Brees a New Orleans. 

Record previsto: 10-7

[review]

I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

L’arrivo di Herbert ha dato ai Chargers l’opportunità di competere fin da subito. Ora starà a lui continuare a costruire sulla splendida stagione d’esordio, e alla dirigenza approfittare del suo contratto da rookie per mettergli attorno una squadra quanto più competitiva possibile, a partire da questa stagione.

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