La NFL riconosce le statistiche della AAFC

Molti hanno pensato a un pesce d’aprile, visto che la notizia è stata ufficializzata proprio il 1 aprile scorso, ma fortunatamente si è trattato di una notizia vera, attesa da anni e che ha incontrato molta soddisfazione tra gli appassionati NFL più attenti alle vicende storiche della lega.
Un pezzo di storia torna finalmente alla ribalta: la NFL ha deciso di riconoscere ufficialmente le statistiche della defunta AAFC (All-America Football Conference), una delle leghe rivali più forti e affascinanti del dopoguerra. Una svolta epocale che riscrive i libri dei record e restituisce il giusto merito a leggende troppo a lungo rimaste nell’ombra.

Nata nel 1946 e attiva fino al 1949, la AAFC non fu una lega qualunque. Aggressiva sul mercato, piena di talento e innovazione, riuscì in pochissimo tempo a portare un livello di gioco altissimo. A dominare furono i Cleveland Browns di Paul Brown, vera e propria macchina da guerra che conquistò tutti e quattro i titoli della lega e poi, giusto per mettere a tacere ogni dubbio, vinse il campionato NFL al primo tentativo dopo la fusione del 1950.
Otto Graham, Marion Motley, Mac Speedie, Spec Sanders: nomi che hanno fatto la storia, ma le cui gesta nei campi della AAFC erano rimaste fuori dai registri ufficiali. Fino ad ora.

Con l’annuncio dei giorni scorsi, la NFL ha deciso di fare giustizia. Le statistiche accumulate nella AAFC – passaggi, corse, placcaggi, intercetti – entrano ufficialmente nella storia della lega. Una mossa che molti invocavano da tempo, e che ora diventa realtà. Per anni la NFL si è rifiutata di integrare questi dati come aveva fatto, invece, in occasione della fusione con la AFL, adducendo come scusa che esistevano solamente i riepiloghi annuali e non quelli delle singole partite, così che la loro correttezza secondo gli standard statistici di Elias Sports Bureau, la società che cura ufficialmente le statistiche della NFL, non poteva essere verificata fino in fondo.
Un’affermazione che, come sanno bene gli storici del football, era totalmente falsa, perchè i resoconti delle partite singole sono sempre esistiti, e sono stati oggetto di revisione e correzione da parte di diversi appassionati, tra cui dei veri e propri santoni della storia della NFL. Sta di fatto che finalmente, dopo anni di appelli e richieste, la NFL ha ceduto.

Pubblicità

Quali sono gli effetti di questo riconoscimento delle statistiche AAFC?

Per la maggior parte dei record e dei giocatori le cose cambieranno poco, ma ci sono alcuni dati che riscrivono letteralmente i libri dei record, a cominciare dai Cleveland Browns, che si vedono ora ufficialmente riconosciuti i quattro titoli vinti, scalando così la classifica delle squadre più vincenti della storia, passando dal tredicesimo al terzo posto, in coabitazione con i New York Giants, a quota otto vittorie, subito dietro i Chicago Bears e i Green Bay Packers, che guardano tutti dall’alto con i loro tredici titoli.
Sempre parlando di squadre, i 49ers del 1948 si insediano al primo posto in due classifiche stagionali: quella per yard corse con 3663, 367 in più dei Baltimore Ravens 2019, e quella della media per corsa con 6.1 yard, 3 decimi in più delle 5.8 dei Baltimore Ravens del 2024.
Tra i coach il leggendario Paul Brown si vedrà accreditate 47 vittorie in più in regular season, 5 in post season e quattro titoli vinti, per portare il suo totale di vittorie in carriera a 222 e sette titoli vinti portandolo dal 21esimo posto al settimo, appena dietro ad un’altra leggenda come Curly Lambeau dei Green Bay Packers e subito prima di Chuck Noll, il mitico coach degli Steelers dei quattro titoli in sei anni, degli Steelers, e soprattutto portandolo a sette vittorie finali superando le sei di Bill Belichick, rendendolo, quindi, il coach con più titoli nella storia.
Non possiamo dimenticare, poi, Otto Graham. Sebbene le sue statistiche non siano minimamente comparabili con quelle di Tom Brady, vuoi per il differente stile di gioco, vuoi per il numero di stagioni e partite giocate, ora i due quarterback condividono il record di sette titoli vinti su dieci finali disputate, ed anche i più recalcitranti dovranno giocoforza fare di conto con questi numeri, se proprio vogliono parlare di GOAT (detto che, da sempre, sarebbe più corretto parlare di GOHT – Greatest Of His Time – piuttosto che fare un minestrone unico di 100 e passa anni di storia con regole e stili di gioco totalmente differenti tra di loro).

Il grande running back Marion Motley diventa il giocatore con la migliore media per portata in carriera, perchè accumulando le statistiche NFL e AAFC, la sua media sale a 5.7 yard per portata, abbastanza per superare le 5.4 di Jamaal Charles. Particolare il caso di Spec Sanders, running back/quarterback dei New York Yanks, che in linea teorica potrebbe superare i record per yard corse e TD segnati in una stagione da un quarterback, superando gli attuali record di Lamar Jackson e Jalen Hurts. Su questo punto c’è disaccordo e ci sarà un po’ da discutere, soprattutto per la definizione del ruolo di Sanders: running back o quarterback?
La questione non è di facile soluzione. Dal punto di vista strettamente semantico, Sanders era un halfback o un tailback nella single wing, ma come per ogni formazione prima dell’avvento della T-Formation, era proprio l’halfback o il tailback (più raramente il fullback) a prendere direttamente lo snap dal centro, e il giocatore identificato come quarterback era spesso e volentieri un bloccatore. Quindi è vero che il suo ruolo era tailback o halfback e non quarterback, ma è altrettanto vero che era colui che lanciava la palla, in definitiva, perchè il sistema di gioco prevedeva che fosse un giocatore dual threat, capace di correre ma anche di lanciare il pallone. Starà, quindi, agli esperti di Elias Sports Bureau decidere come classificare Sanders e, di conseguenza, come aggiornare i record relativi.

Senza battere record o stabilire nuovi primati, anche giocatori iconici come Joe Perry, Mac Speedie, Elroy “Crazylegs” Hirsch, Tom Landry, Lou Groza o Y.A. Tittle vedranno i loro numeri e le loro posizioni in classifica migliorare, a volte anche di molto, grazie all’inclusione delle statistiche accumulate nei quattro anni della AAFC.
L’effetto più eclatante, anche se per ora non ha suscitato troppo clamore (ma ne riparleremo verso ottobre/novembre, quando sarà ora di stappare la bottiglia), è quello su uno dei record più iconici che ha la NFL: la perfect season di Miami del 1972.
Avete presente il cartello che recita “Perfectville, Population: 1, Est. 1972“? Bene, con il riconoscimento e l’accorpamento dei record della AAFC, quel cartello dovrà essere rifatto con scritto “Population: 2, Est. 1948“.
Nella stagione 1948, infatti, i Cleveland Browns vinsero il titolo totalizzando 14 vittorie in regular season più una in finale per un totale di 15 vittorie e zero sconfitte, diventando la prima squadra professionistica ad ottenere una Perfect Season che, ricordiamo, era stata già sfiorata in precedenza diverse volte da altre squadre che avevano concluso la stagione imbattute ma con dei pareggi nel computo finale delle partite. Nessun membro dei Browns del 1948 è ancora in vita, oggi, ma in occasione della sconfitta dell’ultima squadra imbattuta, non saranno più solo i Miami Dolphins a poter celebrare un’altra stagione senza una squadra imbattuta, ma potranno farlo anche a Cleveland.

Questo riconoscimento, informalmente già avvenuto da tempo sia da siti come Pro Football Reference che dalla stessa Hall Of Fame, che riportava già le statistiche della AAFC nelle biografie degli Hall of Famers, è un po’ anche il riconoscimento che il football degli anni ’40 è stato molto più competitivo di quanto molti pensassero, e la AAFC ne è stata una dimostrazione lampante. Il riconoscimento delle sue statistiche non è solo una vittoria per i giocatori dell’epoca, ma anche per tutti gli appassionati che amano la storia di questo sport. La NFL ha riscritto il passato per raccontarlo meglio. E questa volta, lo ha fatto nel modo giusto. Vinta una battaglia, ora bisognerà combattere quella successiva: riconoscere come ufficiali i sack messi a segno prima del 1982, anch’essi frutto di uno studio molto accurato e documentati in maniera precisa e sistematica almeno fino al 1960.

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.