Profondo Roster: New England Patriots
No Brady no party. Dal 2001, anno in cui Thomas Edward Patrick Brady è diventato titolare nei Patriots, New England non ha partecipato ai playoff appena 3 volte: nel 2002, quando i ragazzi di Belichick chiusero comunque con un record positivo, nel 2008 quando però la stagione di Brady durò un quarto della prima gara (e i Patriots mancarono la post season nonostante 11 vittorie), e nel 2020, ma stavolta il buon Tom non è più alla guida dell’attacco rossoblù perché si sta godendo un clima decisamente più mite parecchie miglia più a sud in quel di Tampa.
OFFENSE
Che l’assenza di Brady potesse avere dei contraccolpi sull’attacco dei Patriots era fuori discussione, ma che l’involuzione potesse essere così drastica era difficile da prevedere. Dal 2004 l’offense dei Patriots non aveva mai fatto peggio del decimo posto per punti segnati e del quindicesimo per yard guadagnate. In questo 2020, a due turni dal termine, il reparto di coach McDaniels è ventiquattresimo per yard guadagnate e ventisettesimo per punti segnati.
Con tredici gare all’attivo, Cam Newton, ingaggiato a luglio dopo essere stato rilasciato da Carolina e qb titolare in questa disgraziata stagione, ha lanciato per 2381 yards, in appena quattro gare ha superato le 175 yard di pass e in tre partite non ha neppure raggiunto la tripla cifra. Se anche Newton dovesse disputare le ultime due gare, è possibile che l’ex Panther non raggiunga il totale di yard lanciate dal povero Burrow, rookie di Cincinnati, fuori per infortunio da oltre un mese.
La media di yard passate a partita, poco più di 183, piazzano Newton al trentatreesimo posto nella NFL. Ma fare di quest’ultimo l’unico capro espiatorio sarebbe sbagliato; vero, l’ex Auburn ha dimostrato in questo 2020 di essere ben lontano dal giocatore che al termine della stagione 2015 portò i Panthers al Superbowl, e il rapporto di 1 a 2 fra td pass e intercetti è terribile, ma Newton è anche arrivato in un attacco gestito per venti anni da un regista con caratteristiche opposte alle sue.
Brady eccelle nel tocco, nella precisione e nel leggere le difese, ma come runner è decisamente rivedibile e non ha mai avuto un long pass davvero efficace. Newton invece è decisamente pericoloso quando mette in moto le sue leve, ed ha, o forse meglio, aveva, nel lancio profondo un’arma temibilissima. Inoltre un supporting cast a livello di receiver e tight end che già lo scorso anno aveva dato segnali decisamente preoccupanti, in questa stagione ha fatto pure peggio, in un 2020 contrassegnato anche dall’infortunio che ha limitato Edelman ad appena 6 gare.
Il trio di receiver Meyers, Byrd e Harris ha finora messo assieme 124 ricezioni, appena una dozzina in più di quelle accumulate dal solo Diggs a Buffalo, e una ventina o poco più rispetto a Hopkins, Allen, Kelce e Adams. Tanto per darvi un’idea, nel 2019, il solo Edelman raggiunse quota 100 palle catturate. Del trio, finora soprattutto Meyers è stato quello un po’ più costante ma certamente le sue prestazioni sono ancora lontane dall’essere quelle di un vero numero uno. Ad acuire il problema c’è anche la questione tight end: dopo il ritiro di Gronkowski, New England non ha più avuto un tight end anche solo un minimo efficace e quest’anno i due rookie Asiasi e Keene, scelti entrambi addirittura al terzo giro, hanno finora accumulato due catch (entrambi di Keene) più un fumble, per fortuna di Keene recuperato dai Patriots. In più i problemi di tocco di Newton hanno reso un’arma decisamente efficace sul passing game come il runner James White virtualmente spuntata.
Ad un certo punto della stagione, dopo essersi ritrovati con un record di 2 vittorie e 5 sconfitte, era sembrato che piano piano l’attacco dei Patriots stesse cambiando pelle, trasformandosi in un team capace di sviluppare un power running temibile dietro ad una linea molto solida e grazie alle portate dell’ottimo Damien Harris, che sta correndo a 5 yard a portata. Le oltre 170 yard di media conquistate dal team su corsa nelle sfide contro Bills, Jets, Ravens e Chargers sono però diventate 110 nella batosta subito contro i Rams e 117 contro Miami in una gara in cui l’attacco dei Patriots non ha mai dato l’impressione di poter davvero far male alla difesa dei Dolphins. Il tutto potendo contare su una linea che finora è decisamente il reparto mvp dell’offense. Il centro David Andrews, le guardie Joe Thuney e Shaq Mason e la rivelazione assoluta Michael Onwenu (uno che all’università giocava guardia e che in NFL ha anche giocato guardia ma che si è adattato al ruolo di tackle di destra con una naturalezza incredibile) formano sicuramente uno dei gruppi più solidi dell’intera Lega. Nel ruolo di tackle di sinistra ha giocato, anche lui bene, la prima scelta del 2018 Isaiah Wynn che però si è infortunato contro Houston. Dopo lui si sono alternati Jermaine Eluemunor ed il rookie Justin Herron che però hanno offerto un rendimento altalenante.
DEFENSE
I Patriots hanno avuto il numero più alto di atleti che hanno preferito dare forfait per la stagione 2020 causa COVID con 8, ma se l’attacco ha perso un uomo importante, il tackle Marcus Cannon, la difesa si è ritrovata senza due pedine chiave come la safety Patrick Chung ed il linebacker Dont’a Hightower. Inoltre nella offseason avevano lasciato il team Danny Shelton, Kyle Van Noy e Jamie Collins che non sono stati rimpiazzati a dovere e questo spiega la stagione altalenante del reparto seguito dalla coppia (Bill) Belichick- (Steve) Belichick.
L’assenza del menhir Danny Shelton ha sicuramente lasciato un vuoto in mezzo alla linea difensiva, anche se Adam Butler e uno dei giocatori più sottovalutati della NFL, Lawrence Guy hanno fatto un buon lavoro per cercare di non farlo rimpiangere troppo. Butler in realtà ha faticato contro la corsa ma ha contribuito nella pass rush con 3 sack e 4 hit, mentre Guy ha qualche numero in meno sul passaggio ma è stato più bravo nel running game. Nella rotazione dei tackle ha trovato un suo spazio anche Byron Cowart che però finora dei tre è quello che ha reso di meno.
Uno dei problemi più grossi per la difesa dei Patriots è quello di fermare le corse che vanno verso l’esterno: offtackle, sweep e corse in outside zone hanno evidenziato le notevoli lacune nel “contain” di New England i cui edge rusher, John Simon, Deatrich Wise e Chase Winovich si sono tutti rivelati un po’ troppo monodimensionali, cioè troppo votati alla pass rush e poco nel sorvegliare l’esterno della linea, con quest’ultimo che ha anche sbagliato tanti placcaggi. Winovich e Wise hanno invece offerto un buon contributo nel mettere pressione sui qb avversari, col primo che ha messo a segno 4 sack, 7 hit e ben 28 hurries mentre Wise è a quota 3 sack e 8 hit. Né ha aiutato finora l’utilizzo di Shilique Calhoun, atleta un po’ più strutturato rispetto agli altri edge rusher, ma che già ad Oakland era soprattutto schierato negli special team.
Interessante invece fin qui la stagione del rookie Josh Uche, che i Patriots stanno facendo maturare con calma, e che ha offerto qualche buon segnale in entrambe le fasi del gioco. E un altro elemento da tenere d’occhio è l’end Tashawn Bower che dopo aver scaldato la panchina ai Vikings per due anni, essere rimasto nella practice squad dei Patriots da novembre 2019 a fine ottobre 2020, è stato accorpato al roster attivo di New England prima della gara con San Francisco e finora non ha demeritato soprattutto nel running game. L’assenza di Hightower è stata particolarmente sentita perché il suo sostituto Ja’Waun Bentley è stato spesso impalpabile. Domenica contro Miami, Bentley è andato k.o. per un problema al braccio e al suo posto è subentrato il rookie Anfernee Jennings che però ha avuto persino più problemi del titolare contro le corse dei Dolphins. La cosa che stupisce sono i tanti placcaggi sbagliati dai linebackers, un fondamentale che invece normalmente è uno dei marchi di fabbrica delle squadre allenate da Belichick.
Anche senza Chung, il secondario doveva essere il fiore all’occhiello della defense dei Patriots e così è stato, visto che il reparto è il sesto della NFL per yard concesse su passaggio (mentre è appena il ventisettesimo nel gioco su corsa). Al fortissimo Stephon Gilmore (che a dire il vero in questo 2020 qualche passaggio a vuoto l’ha accusato), si è aggiunto J.C. Jackson che sta confermando quanto di buono aveva già fatto vedere nel 2018 e nel 2019 ma stavolta con un utilizzo decisamente più ampio. Non solo Jackson è secondo nella NFL con 8 intercetti, ma ha una percentuale di passaggi concessi che è molto simile a quella del celebrato collega. Unico neo dell’ex Maryland qualche placcaggio sbagliato di troppo. Completano il quartetto dei cornerback gli esperti Jonathan Jones, normalmente lo slot corner del team, e Jason McCourty. Fin qui onestamente nessuno dei due sta brillando visto che pur essendo in campo meno dei titolari, sia McCourty che Jones hanno concesso più touchdown di tutti, 4, e quest’ultimo è anche il defensive back che ha concesso più yard con 502.
Devin McCourty e Adrian Phillips sono le due safety titolari, col trentatreenne McCourty che ha accusato una notevole flessione nella fase centrale della stagione mentre Phillips ha avuto un rendimento più costante ed è, insieme a Jason McCourty, il più sicuro placcatore del team. Belichick, che una volta tanto ha azzeccato una scelta dei draft, ha però già pensato al dopo McCourty e al secondo giro del draft 2020 ha scelto Kyle Dugger, che dopo una partenza “lenta”, per usare un eufemismo, nelle ultime settimane ha mostrato incoraggianti segni di miglioramento, soprattutto nel difendere sul running game. Le sue coperture lasciano ancora a desiderare, ma c’è anche da tener conto che Dugger ha giocato al college a Lenoir-Rhyme, college di Division II, e dunque l’aggiustamento alla NFL è ancora più complesso ma il ragazzo ha mostrato ottime doti e nel 2021 potrebbe aver assicurato un posto da titolare.
In una annata come detto disgraziata, il buon Belichick non si è dimenticato le sue origini come coach degli special teams e anche quest’anno le squadre speciali di New England sono state davvero grandi. Il punter Jake Bailey al secondo anno di NFL, è stato convocato al Pro Bowl così come il capitano degli special teams Matthew Slater, che addirittura giocherà la gara delle stelle per la nona volta. Gunner Olszewski si sta rivelando un ottimo ritornatore e il kicker Folk, chiamato a sostituire il mostro sacro Gostkowski, ha sbagliato appena due field goal, sui 27 calciati. Inoltre le coperture sui ritorni di kickoff e punt si sono confermate assolutamente solide.
Insomma alla fine di questa lunga analisi siamo alla domanda clou: alla fine si è rivelato più importante Brady per Belichick del contrario ? Onestamente una valutazione dopo questo 2020 sarebbe ingenerosa: a Tampa Bay, Brady ha trovato un gruppo ricevitori già forte, e c’è stato anche l’inserimento di Antonio Brown che male non fa. A tutto ciò va anche aggiunta una difesa estremamente temibile.
Belichick invece si è trovato senza alcune pedine importanti causa Covid e con un reparto ricevitori non all’altezza, indebolito, per di più, dal k.o. di Edelman. In questo 2020, se si guardano solo i compiti di coach, Belichick ha svolto un buon lavoro col materiale che aveva. A questo però fanno da contraltare i vari errori di gestione commessi in questi anni: se si eccettuano un paio di stagioni, sono anni che i Patriots non hanno un vero receiver numero due dietro a Edelman, i draft sono stati spesso un insuccesso (anche per il vizio del buon Bill di cedere scelte alte per aumentare il numero di pick nei giri più bassi), il ritiro di Gronkowski ha lasciato una voragine che nessuno ha pensato di colmare e l’errore di valutazione su Newton è stato notevole.
LA SORPRESA
Già passare da sesta scelta a titolare è un bel traguardo, ma addirittura cambiare ruolo rispetto all’università e ritrovarsi ad essere un ottimo interprete nella nuova veste è qualcosa che si vede davvero molto raramente. La sorpresa del 2020 dunque non può che essere il tackle Michael Onwenu .
LA DELUSIONE
Sarebbe facile gettare la croce addosso a Cam Newton, il quale aveva davvero molto da perdere in questo 2020 e che fuori dal campo è stato assolutamente esemplare, sia come comportamento che nel metterci la faccia ed assumersi le sue responsabilità in una stagione da dimenticare per New England. L’ex Panther ha sicuramente le sue colpe, ma è stato anche poco aiutato dagli schemi e da un supporting cast che, a parte Meyers, a livello di receiver e tight end si è rivelato decisamente poco affidabile.
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Mi ha sorpreso la decisione di non draftare un qb lo scorso draft. Il post Brady poteva essere gestito meglio.