Parola all’insider: Miami Dolphins – Alberto Maffeo

Benvenuti a questa rubrica che abbiamo rispolverato per dare spazio ai tifosi della chat Telegram di Huddle Magazine. Abbiamo scelto di intervistare veri fan di alcune squadre NFL, indipendentemente dal loro livello di competenza, prendendo in considerazione solo la loro passione.

Ci interessa infatti un punto di vista diverso da quello dei tanti analisti del gioco, noi vogliamo la prospettiva del tifoso che soffre ogni maledetta domenica per la sua squadra. Non ci resta che iniziare con l’ospite di oggi: Alberto Maffeo tifoso dei Miami Dolphins.

Carlo & Giorgio: Benvenuto! Rompi il ghiaccio presentandoti ai nostri lettori e raccontandoci qualcosa di te in generale, da quanto segui il football e soprattutto come sei diventato tifoso della tua squadra del cuore.

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Alberto: Eccomi pronto a rispondere alle vostre domande. Pronti….via! Un saluto a tutti, sono Alberto e seguo il football da ormai 30 anni, folgorato da giovane dalle prime trasmissioni di questo grande sport. Da lì mi è entrato nel sangue, e difficilmente andrà via, poi la mia passione è divenuta ancora più grande quanto ho visto in azione 2 mostri sacri, che di cognome fanno Marino e Sanders. Ma è stato il “Paisà” quello che mi ha regalato più emozioni e grazie a lui il mio cuore si è tinto indelebilmente dei colori di Miami. Da allora fino ad oggi ho seguito, nel bene e nel male, le vicende della mia squadra.

Come valuti la Free Agency? Sei rimasto soddisfatto dell’operato del Front Office o avresti preferito delle mosse diverse?

Riguardo la free agency l’ho trovata molto buona, non perfetta, ma sicuramente di alto livello. Come si sapeva la squadra era quasi completamente da ricostruire e si è cominciato dalla difesa. In questo reparto si è massicciamente investito e con alcune sorprese, Byron Jones su tutte, ma anche gli altri innesti erano mirati a migliorare un reparto a cui manca sempre quel qualcosa per fare la differenza.

Poi sono anche arrivati due OL di cui bisogna vedere in stagione il rendimento; se uno è quasi una sicurezza, l’altro (Flower) è una scommessa, il tempo ci dirà se andata a buon fine. Detto questo la free agency ha già fatto capire che l’aria a South Beach è cambiata.

Si è concluso da poco il draft più incredibile della storia per il suo svolgimento, questa modalità virtuale è riuscita lo stesso ad emozionarti? In termini di scelte invece quali squadre pensi si siano mosse meglio e quali peggio?

Il primo draft fatto in casa, il primo e speriamo ultimo draft virtuale e, come sempre quando c’è un grande evento o presentazione in America, tutto si trasforma in spettacolo, e anche il draft non è stato da meno, anzi. Più che le televisioni a creare effetti e video di impatto, ci hanno pensato i GM a dare spettacolo e su tutti non posso non citare “Dart Felpa” e il suo assistente. Ma non sempre il dare spettacolo con chiamate a sensazione vuol dire fare il bene della tua squadra, vedi Green Bay e anche Philadelphia con le chiamate di due giovani QB, che sarebbero stati dei semi starter in altre squadre, hanno creato molti problemi alle loro squadre. In più Green Bay ha continuato a fare chiamate che hanno solo in parte colmato il loro bisogno, mentre squadre come Baltimora, Cincinnati, i Cowboys e Miami hanno saputo sfruttare al meglio le loro pick; queste per me sono le vincitrici del draft, le altre squadre sono nella media e, come si è capito, il mio giudizio è negativo su Green Bay. Metto anche un punto interrogativo sul draft di New England, li sarà la stagione a dirci se BB è un genio o stavolta ha esagerato, premettendo che io di Dart Felpa non mi fido neanche se è morto.

Venendo alle pick effettuate dalla tua squadra puoi darci una tua valutazione delle vostre chiamate? Ci sono delle scelte che avresti fatto diversamente se fossi stato il GM?

Rimanendo in tema di draft spendo due parole per la mia squadra, che, con la quinta chiamata, ha messo fine al segreto di Pulcinella della Tuanovella. Da lì ha cominciato a costruire il muro per proteggerlo, ma oltre a quello ha guardato a rinforzare e colmare i buchi nel roster, anche se ci sono state chiamate un po’ a sorpresa, ma valutandole con più calma, ci si accorge che sono anche loro mirate a consolidare la squadra.

Per finire reputo due ottimi colpi la trade per Breida e la pick di Weaver, possibile furto del draft.

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Chi pensi sarà il rookie fra quelli da voi selezionati e/o il giovane già nel vostro roster che avrà il maggior impatto in termini di presenze e miglioramento di reperto?

Ho molte aspettative su Weaver, che sarà sì un giocatore ancora grezzo ma se ben allenato e se cresce con buoni compagni, da cui può rubare un po’ il mestiere, potrebbe diventare un grande giocatore. Per quanto riguarda il CB scelto al primo giro, quello che ha il cognome come il codice fiscale, lasciamo che il tempo ci dica se è stata una buona scelta; mi aspetto un buon impatto dai due ragazzi della OL scelti al primo e secondo giro. Per gli altri aspetto l’inizio della stagione per poter valutare bene i loro innesti e il loro impatto.

Spendo un’ultima parola su Raekwon Davis che credo e spero sia un altro colpo a sorpresa dal grande potenziale.

Analizzando il vostro roster quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza? Anche se è molto presto per sbilanciarsi, puoi farci una previsione di record e piazzamento per il prossimo anno?

Ora, dopo tutti questi discorsi, tiriamo le somme e valutiamo l’anno che verrà. Sicuramente mi aspetto una crescita della squadra ma per ora non mi aspetto una stagione alla grande. Certo il potenziale c’è, ma bisogna metterlo insieme e soprattutto farlo uscire fuori. Dunque mi aspetto 2-3 vittorie in più della passata stagione più o meno, ma va bene perché siamo una squadra in costruzione e ci va il tempo e pazienza per vedere qualcosa e non cercare per forza il risultato a tutti i costi, e credetemi che di pazienza noi di Miami ne abbiamo a pacchi.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per l’approfondimento che ci hai regalato sulla tua squadra del cuore, mi raccomando continua in chat a regalarci spunti di riflessione da chi vede le cose dal punto di vista dell’insider.

Intervista a cura di Giorgio Prunotto e Carlo Giustozzi

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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