Super Bowl LVII: Make it double (Philadelphia Eagles vs Kansas City Chiefs 35-38)

I Kansas City Chiefs hanno vinto il cinquantasettesimo Super Bowl della storia della NFL battendo i Philadelphia Eagles per 38-35 con un field goal allo scadere, conquistando il secondo titolo dell’era Reid-Mahomes, dopo quello vinto nel 2020. Lo stato dell’Arizona consegna ancora agli archivi della lega una pagina memorabile, dopo essere stato il teatro di partite e giocate intramontabili, tra cui l’Helmet Catch di David Tyree e l’intercetto di Malcolm Butler.

Il Super Bowl che avrebbe visto per la prima volta sfidarsi due fratelli e due quarterback afroamericani ha mantenuto le sue altissime aspettative, demolendo le previsioni dei bookmakers che avevano invece pronosticato una partita a basso punteggio, dominata dalle difese. Queste premesse vengono meno immediatamente quando sia Eagles che Chiefs segnano nell’opening drive, dimostrando che l’imprevedibilità, la forza e il talento dei reparti offensivi fossero troppo ampi per essere fermati.

Il primo touchdown dell’incontro sarà un quarterback sneak di Jalen Hurts. Il numero uno in maglia Eagles realizzerà un totale di 4(!) TD, di cui tre saranno rushing. Le corse, i primi down e i touchdown conquistati grazie alla forza di gambe dominante del proprio quarterback saranno alla base della grande prestazione di Philadelphia in questo Super Bowl, ciò che ha permesso loro di sperare nella vittoria fino alla fine della gara. La prima marcatura per i Chiefs arriva invece con un lancio morbido e preciso di Mahomes per Kelce dalla linea delle venti yard, appena dentro la red zone avversaria. Fin dalle battute iniziali e nonostante due soli drive giocati, la partita è già Mahomes contro Hurts.

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Nel loro possesso successivo, i Chiefs, sul punteggio di parità, si devono accontentare di un field goal di 40 yard che si spegne sul palo, per quello che storicamente è un bruttissimo presagio in una finale. Da quel momento in poi, per tutto il tempo restante del primo tempo di gioco, saranno gli Eagles a fare la voce grossa e provare la prima vera fuga della partita.

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A.J. Brown dopo aver realizzato la sua prima presa assoluta in un Super Bowl nell’ultimo play del primo quarto di gioco per conquistare un primo down, ne realizza uno immediatamente successivo nel nuovo quarto appena iniziato. Lo riceve direttamente nell’end zone dei Chiefs prendendo al volo un lancio di oltre 50 yard da parte di Hurts. Quello del 14-7 sarà l’unico touchdown della sua sontuosa partita, che terminerà con 96 receiving yard, spalmate in sei ricezioni totali.

Gli Eagles hanno, in seguito ad un attacco a vuoto dei Chiefs, un nuovo possesso ma Hurts commette l’unica sbavatura della sua partita e in completa autonomia perde il controllo della palla. Il fumble viene recuperato dalla difesa e Nick Bolton lo porta incontrastato nella end zone, riportando, non per la prima e nemmeno per l’ultima volta, il punteggio in parità. Al palo colpito da Butker si contrappone quindi il fumble di Hurts, che porta in equilibrio anche gli errori per parte.

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Philadelphia si ricompone in fretta però e nel drive successivo, non senza fatica, riesce a segnare di nuovo con Hurts che conferma la forza mentale che lo ha caratterizzato per tutta la stagione: in seguito ad un errore non si tira mai indietro e rischia la giocata consapevole delle sue abilità e dimostrando molta fiducia nei suoi ricevitori. Prima dell’intervallo lungo ci sarà spazio per un field goal ravvicinato e segnato che dà agli Eagles due possessi di vantaggio.

Il secondo tempo però è storia diversa. Kansas City fa quello che vuole e muove la catena con continuità. Grazie alle corse di Pacheco e ad un brillante schema chiamato da Reid che manda la difesa in confusione totale permettendo a Toney di entrare in end zone senza essere nemmeno sfiorato, i Chiefs mettono per la prima volta la testa avanti anche se di una sola lunghezza, per via di un altro field goal realizzato da Elliott che intervalla le due marcature di Mahomes e compagni.

La marcia non si ferma e Toney compie la vera prodezza della sua partita quando, dopo aver ricevuto il punt di Philadelphia, nonostante sembri circondato da maglie avversarie trova il modo di saltare la prima linea di difesa e realizza il più grande punt return della storia del Super Bowl portando la sfera dentro le cinque yard avversarie. Mahomes completa poi l’opera assistendo per un liberissimo Skyy Moore, vanificando il blitz tentato dalla squadra di coach Sirianni. I Chiefs segnano quindi tre touchdown in tre drive consecutivi, due dei quali portano la firma di due rookie. Il divario è ora di otto punti.

Hurts allora si mette in proprio e, dopo aver assistito DeVonta Smith con un lancio lungo e preciso a poche yard dalla meta, porta la sfera oltre la linea due volte consecutiva: prima per il touchdown e in seguito per la conversione del two-point attempt. La sua straripante forza fisica non è comune per un QB e il nuovo pareggio è stato possibile solamente grazie a lui. Il fatto che sia stato messo così tante volte in discussione nel corso della stagione sembra qualcosa di surreale.

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La qualità del reparto offensivo di Kansas City è però troppo per la difesa di Philadelphia e dopo essere entrati in red zone ed essersi visti fischiare un holding difensivo molto discusso a favore, i Chiefs volano sul +3 con meno di dieci secondi sul cronometro. Il lancio della speranza di Hurts è corto e la festa per i Chiefs può cominciare.

Dopo una stagione iniziata con molti dubbi e poche certezze, Kansas City si è dimostrata nuovamente più forte di tutti e tutto. Grande varietà di schemi, Patrick Mahomes eletto MVP di regular season e del Super Bowl (non accadeva dal 1999), Travis Kelce che nonostante sia il ricercato numero uno trova il modo di farsi trovare sempre libero di ricevere e dei rookie che esaltano le qualità del loro fuoriclasse: la vittoria dei Chiefs è sudatissima e meritatissima. Come ha detto Travis, che vince anche la singolare sfida col fratello, nel suo personale dissing col sindaco di Cincinnati: ‘You gotta fight for your right… to party’. Kansas City ha lottato e quel diritto se l’è guadagnato.

Arriva dunque il secondo titolo di questa nuova era instaurata nello stato del Missouri e allora, come direbbe Andy Reid al commesso del fast food che sta prendendo il suo ordine, ‘Make it double’!

Buona festa ChiefsKingdom!

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Tiberio Favaretto

Entrato, di domenica, in un pub nel West End di Boston per un pranzo veloce, scopre di essere nel locale in cui si trovano i tifosi Bills a guardare la partita, si unisce ai canti e si fa trasportare dall'atmosfera unica e coinvolgente. Ne è tifoso da allora. #LetsGoBuffalo!

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