[Divisional] Sorpresa al Lambeau Field

Ebbene, domenica sera nel divisional playoff, si è aggiunto un altro indizio alla similitudine fra la stagione corrente e quella di quattro anni fa: i Giants hanno espugnato il campo dei Packers, esattamente come fecero allora, eliminando i verdi del Wisconsin e a questo punto, visto che anche i Patriots sono ancora in lizza, la cabala inizia ad avere il suo peso.

A ben guardare il match non è certo stato a senso unico, dato che in avvio di ultimo quarto i Packers erano sotto di appena 7 punti (13-20), ed erano abbondantemente nel territorio dei Giants. Su un quarto e cinque giocato alla mano sulle 39 degli ospiti però, Rodgers veniva placcato dal linebacker Boley prima che potesse mettere la palla per aria, e questa azione decretava in pratica la fine dei sogni dei Packers che da lì in poi si sfaldavano subendo 17 punti in poco più di cinque minuti, aggiungendo come corollario due palle perse, una su intercetto della safety Deon Grant a gara ormai andata, ed una invece su un sanguinoso fumble del runner Ryan Grant sul 23-13, quando cioè la partita poteva ancora essere salvata.
Però in tutta onestà, i Packers di domenica non avrebbero meritato di recuperare il match: la macchina perfetta in attacco della regular season era solo un ricordo, con un Rodgers stranamente impreciso (eloquente a questo proposito il lancio decisamente fuori misura verso un liberissimo Jennings a poche yards dal touchdown ancora nel primo quarto), una linea di attacco spesso in difficoltà, ed un gruppo di ricevitori di solito affidabile, ma che invece metteva insieme una lunga serie di palle “droppate”. E buon per i Packers che Rodgers faceva il possibile per impersonare lo Steve Young degli anni duemila correndo per 66 yards ma soprattutto chiudendo ben 6 primi down, e che una clamorosa svista arbitrale (nonostante l’ausilio dell’instant replay), permetteva i verdi di casa di mantenere il possesso della palla nel drive del pareggio a quota 10 sancito dal touchdown su ricezione da una yard del fullback Kuhn.
D’altronde una volta tanto le statistiche non mentono: un quarterback che in regular season ha completato oltre il 68% dei passaggi tentati con un rating di 122,5, contro i Giants si è dovuto accontentare di un decisamente più modesto 26 su 46 (56,5%) per 264 yards con due mete, un intercetto ed un rating di 78,5. E il regista da California riusciva sì a servire ben nove suoi compagni, ma nessuno andava oltre le 45 yards di guadagno, bottino fatto
registrare dal veteranissimo Donald Driver, che alla fine risultava il più efficace dei terminali a disposizione di Rodgers visto che due ricezioni erano utili per chiudere altrettanti primi down, e l’ultima avveniva su palla recapitata direttamente in end zone dal regista in verde per il 20-30 che regalava ancora
qualche minima speranza agli infreddoliti (si è giocato poco sotto lo zero) spettatori del Lambeau Field.
Da rivedere invece il rendimento di una linea che ha concesso ben 4 sack, ha confermato i problemi a livello di tackle con un acciaccato Clifton cheentrava ed usciva in continuazione e non è sembrata brillante neppure nell’aprire i buchi ad un rushing game troppo discontinuo. Vero, i Packers hanno chiuso con 147 yards su corsa all’attivo, ma se si escludono Rodgers, che di professione fa il quarterback, e due corse a lunga gittata, il resto del rushing game ha faticato, visto che, non contando appunto le due galoppate, le medie a portata sono state di 2,8 yards per Starks, di 2 per Grant, di 3 per Saine e di 2 nell’unica corsa di Kuhn che tra l’altro proprio in quella azione ha perso il primo fumble della sua carriera.
La difesa invece aveva chiuso la regular season all’ultimo posto a livello di yards concesse per partita e non ha fatto nulla per invertire questa tendenza, con l’aggravante che mentre in regular season sono arrivate ben 38 palle recuperate, contro i G-Men il reparto di coach Capers ha messo a segno appena un intercetto a fronte dei quattro palloni persi dall’attacco. In realtà la linea difensiva ed i linebackers sono stati bravi nel mettere sotto pressione Manning mentre il secondario è stato bruciato a ripetizione da uno scatenato Nicks autore, fra le altre, di ricezioni da 66, 37 e 29 yards. E allora è giusto celebrare l’ennesimo capolavoro in offseason della truppa di Coughlin, che qualificatasi ai playoff proprio all’ultima giornata, vede aumentare sempre più la schiera di esperti che li vedono come i prossimi campioni NFL.
Contro Green Bay, i blu della Grande Mela hanno confermato il trend della stagione a partire da un Manning ancora una volta stellare con 21 completi su 33 tentati per 330 yards, tre mete ed un intercetto, il tutto scappando da una pressione spesso insistente. Stavolta, leggermente in ombra l’astro nascente Cruz autore comunque di cinque ricezioni per 74 yards, ci ha pensato Nicks a farsi carico del peso del passing game stritolando il secondario di casa con sette palloni catturati per 165 yards. E la ciliegina sulla torta, nonchè uno dei punti chiave del match, è stata naturalmente l’incredibile ricezione da 37 yards su un Hail Mary pass, cioè su un passaggio della disperazione, che Manning lanciava direttamente in end zone allo scadere della prima frazione, per catturare il quale Nicks si esibiva in una grande acrobazia beffando ben due difensori di Green Bay.

Ora per i G-men, prossima fermata San Francisco: in regular season i 49ers vinsero 27-20 giocando onestamente meglio, e sicuramente i californiani arriveranno caricatissimi dal fantastico successo ottenuto contro i Saints, ma attenzione perché questi Giants sono lontani parenti di quelli affrontati a metà novembre e nei match senza domani i ragazzi di Coughlin hanno già dimostrato di poter rovesciare qualsiasi pronostico.
Pubblicità