Uno sguardo al 2023: New York Giants

Dopo cinque stagioni di oblio sportivo, i Giants sono tornati a vedere la luce nella scorsa stagione. Il 9-7 con cui si è chiusa la regular season è stato appena il secondo record in positivo dal 2013 e, soprattutto, New York è tornata a vincere ai playoff per la prima volta dal Super Bowl XLVI.

COME DOVEVA ANDARE…

Insomma, le aspettative sui Giants sono tornate a farsi pressanti: Brian Daboll ha vissuto una prima stagione da capo allenatore da sogno, guidando la squadra fino al Divisional Round, dopo il convincente successo al Wild Card Game contro i Vikings, e vincendo il titolo di Coach of the Year al primo tentativo. Certo, la sconfitta contro gli Eagles che ha concluso la cavalcata dei Big Blue è stata netta e incontrovertibile, a dimostrazione che la strada per tornare nell’Olimpo era ancora lunghissima, in particolare dopo un’offseason senza particolari scossoni. La speranza, però, era quella di confermarsi con un record in positivo e, possibilmente, tornare sul palcoscenico dei playoff.

… E COME È ANDATA

Al contrario, il passo indietro dei Giants, rispetto a entusiasmo e risultati della precedente stagione, è stato fragoroso quanto doloroso. Quattro vittorie nelle ultime sette partite giocate, delle quali almeno un paio senza alcuna rilevanza, contro i disastrosi Patriots e contro gli Eagles con testa e titolari già rivolti ai playoff, non hanno potuto risollevare una prima parte di stagione da dimenticare, con otto sconfitte nelle prime dieci partite, il più delle quali con più di due touchdown di scarto. Soprattutto, però, Daniel Jones non ha dimostrato di valere il sostanzioso quadriennale da 160 milioni di dollari firmato un anno fa e New York è parsa tornare al punto di partenza, dopo che una spettacolare annata sembrava aver cancellato la maggior parte dei dubbi e delle incertezze rivolti al prossimo futuro.

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COSA HA FUNZIONATO…

Come anticipato, la stagione di Jones, conclusasi anzitempo a causa di un grave infortunio al ginocchio, è stata tutt’altro che positiva, così come d’altronde quella dei quarterback che si sono successivamente alternati ai posti di comando. Di conseguenza, non c’è praticamente nulla di positivo da segnalare nell’ambito del passing e receiving game dei Giants, se non il discreto impatto di Darren Waller e il ritorno su ottimi livelli di Darius Slayton. Il tight-end, tra i grandi colpi dell’estate, ha giocato 12 partite a causa dei consueti problemi fisici, ma ha comunque collezionato 552 yard in 52 ricezioni, su 74 target, con 8 giocate da almeno 20 yard. Slayton, nonostante le enormi difficoltà vissute dai vari quarterback che si sono alternati al timone, ha guidato il parco ricevitori con il proprio career-high, 770 yard, a cui ha aggiunto 4 touchdown. Senza troppi dubbi, però, il miglior giocatore nell’attacco di New York è stato Saquon Barkley: il runningback ha stampato 962 yard su corsa e altre 280 su ricezione, con un totale di 10 touchdown, 6 nella prima modalità e 4 nella seconda. La statistica riguardante le rushing yard – 3.9 di media in 247 portate – non è eccellente, ma era assai complicato fare di meglio, protetto da una offensive line in cui l’unico a salvare la faccia è stato Andrew Thomas.

Qualche soddisfazione in più è arrivata da una difesa che, pur subendo 23.9 punti a partita, il sesto peggior risultato in NFL nel 2023, ha spesso regalato giocate spettacolari e provato a mantenere aperta la contesa, il più delle volte senza un decoroso supporto da parte dell’attacco. I Giants si sono comportati senz’altro meglio contro i quarterback rispetto a quanto hanno contenuto il gioco di corse avversario. Il reparto ha concesso 4.157 passing yard in totale, con il 63.8% al lancio e 21 touchdown pass, a fronte di ben 18 intercetti, il secondo numero più alto nella Lega alle spalle dei 22 di 49ers e Bears, volando nella end zone avversaria ben tre volte nell’occasione. Anche i 19 fumble forzati dalle mani nemiche sono il secondo miglior risultato della scorsa regular season, a pari merito con Broncos, Falcons e Steelers e dietro ai 22 de Vikings, e di questi New York ne ha recuperati ben 13.

Tra i singoli, le punte di diamante hanno lasciato il segno pur nel disastro complessivo: su tutti a brillare è stato, ancora una volta, Dexter Lawrence, inamovibile roccia in linea difensiva con 4.5 sack, 7 tackle for loss e un’eccezionalità di rendimento ben oltre le pure statistiche. Strepitosa è stata anche la prima annata nella Grande Mela di Bobby Okereke: il linebacker ha totalizzato numeri spaventosi con 149 tackle, 2.5 sack, 11 tackle for loss, 10 pass deflected, 2 intercetti e 4 fumble forzati. Restando nel front seven, da segnalare anche il rendimento di Micah McFadden, 101 tackle, 12 tackle for loss, 5 pass deflected, 1 intercetto e 4 fumble recuperati, e la crescita pur altalenante di Kayvon Thibodeaux, esploso nella parte centrale di stagione prima della flessione finale e autore di 50 tackle, 11.5 sack, 12 tackle for loss, 4 pass deflected e 3 fumble forzati. In secondaria, invece, un uomo su tutti si è preso il palcoscenico: Xavier McKinney ha collezionato 116 tackle, 11 pass deflected e 3 intercetti, lasciando agli avversari appena 33 ricezioni in 54 target in cui è stato coinvolto. Niente male, però, anche quanto mostrato dalla safety Jason Pinnock, 24 ricezioni concesse in 39 target e 2 intercetti.

… E COSA NON HA FUNZIONATO

In attacco, praticamente tutto. Jones ha giocato soltanto sei partite, ma per quanto visto il rendimento è stato tragicamente al di sotto delle attese: 909 passing yard, 151.5 a partita, con il 67.5% al lancio e la miseria di 2 touchdown pass, a fronte di 6 intercetti e di una montagna di 30 sack subiti e 167 yard andate perdute. Il suo quarterback rating è stato inferiore di quelli di Tyrod Taylor e Tommy DeVito, undrafted rookie incapace di risollevare le sorti del reparto, al pari del compagno, con cui ha condiviso statistiche simili: 121.9 passing yard a partita l’uno, 122.3 l’altro, rispettivamente con il 64.4% e il 64% al lancio, 5 e 8 touchdown pass e 3 intercetti ciascuno. DeVito ha avuto due partite in meno a disposizione, ma subito la bellezza di 20 sack in più e, di fatto, nessuno dei due ha dimostrato di poter valere il posto da titolare.

Una simile ecatombe in termini di passing yard ha portato i Giants al penultimo posto in NFL per passing yard (3.351), con il quinto minor numero di touchdown pass (15) e il peggior risultato per primi down ottenuti con una ricezione (141). Ciò non ha consentito ai giovani ricevitori di talento nel reparto di crescere come auspicato. Wan’Dale Robinson e Jalin Hyatt, rispettivamente scelti al secondo e terzo giro degli ultimi due Draft, hanno collezionato l’uno 525 yard in 60 ricezioni, 8.8 di media, varcando la end zone una sola volta, e l’altro 373 yard in 23 ricezioni su 40 target, senza alcun touchdown, pur mostrando in più occasioni la propria esplosività, come dimostrano le 16.2 yard di media per ricezione. Il rendimento complessivo su corsa è stato nella media NFL, con 1.874 rushing yard e 10 touchdown, ma la posizione si abbassa analizzando le 4.1 yard di media a portata. Il motivo? L’ennesimo annus horribilis del recente periodo della offensiva line di New York, in cui a preoccupare sono soprattutto il rendimento da incubo del tackle Evan Neal, settima scelta assoluta nel Draft 2022, e l’assenza di un impatto positivo da parte del centro John Michael Schmitz, teoricamente tra i più promettenti in uscita dal college nel 2023. Il numero dei sack subiti è letteralmente spaventoso: 85 in totale, 5 di media a partita, ben 20 in più dei Commanders secondi in classifica. Complessivamente, i Giants hanno raccolto il quarto numero più basso di touchdown nella scorsa regular season (29) e il reparto è tornato a essere in crisi nera.

Il principale indicatore in negativo dal punto di vista difensivo è già stato esplicitato: i 23.9 punti subiti di media sono tanti, alle volte tantissimi nelle otto partite in cui i Giants hanno concesso più di 25 punti, sei volte più di 30. Moltissime sono state le difficoltà nel contenere le corse avversarie: le 2.251 rushing yard totali sono il quarto peggior risultato del 2023; i 24 touchdown concessi il secondo totale più alto dopo i 25 dei Panthers, così come le 4.7 yard concesse a portata, a pari merito con Bengals e Cardinals e alle spalle delle 5 dei Broncos; i 134 primi down il terzo numero più alto dopo i 143 dei Seahawks e i 141 dei Cardinals. E nessuno ha fatto peggio di New York come percentuale di primi down concessi su corsa, il 28.2%. Qualche meccanismo è dunque da sistemare nel front seven, a eccezione dei protagonisti sopra citati, anche se, tutto considerato, il più grave problema dei Giants nel passato recente sembra essere l’incapacità di valorizzare i talenti scelti al Draft. Infatti, anche il defensive end Azeez Ojulari e il cornerback Deonte Banks, scelti al secondo giro nel 2021 l’uno e al primo nel 2023 l’altro, hanno deluso le attese, come tante altre giovani promesse a roster. Ancor peggio delle 53 ricezioni concesse in 92 target da Banks, però, ci sono le 54 in 82 target di Adoree’ Jackson, enorme delusione in secondaria dopo il grande rendimento avuto nel 2022.

E ADESSO?

Tutto confermato ai posti di comando, con Schoen e Daboll a cui viene volentieri concessa una seconda opportunità dopo la recente debacle. In attesa di capire quali potranno essere le mosse dei Giants al Draft, con la possibilità della scelta di un quarterback alla numero 6 in continuo rialzo, al pari di un wide receiver o di una eventuale trade down, qualche movimento in uscita in free agency non ha convinto a pieno. Barkley è stato lasciato partire ed è andato a rinforzare gli Eagles, rivali in NFC East, con un triennale da 38 milioni di dollari che non era certamente fuori portata. New York lo ha sostituito con Devin Singletary, reduce da una buona stagione ai Texans, ma il passo indietro nel ruolo appare evidente. Nel front seven è spettacolare l’affare che la franchigia ha concluso con i Panthers per assicurarsi Brian Burns, tra i linebacker in rampa di lancio con 8 sack e 15 tackle for loss nel 2023, ma l’addio a McKinney verso i Packers priva la secondaria del proprio playmaker della passata regular season. Ottimi, invece, gli innesti di Jon Runyan e di Jermaine Eluemunor in offensive line, così come si farà sentire l’arrivo di Jalen Mills tra le safety.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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