Always comPete: il nostro saluto a Coach Pete Carroll

E così è finita. Dopo un viaggio indimenticabile, durato la bellezza di 14 anni, Coach Pete Carroll chiude la sua carriera come Head Coach dei Seattle Seahawks.

La notizia arriva in un tranquillo mercoledì di gennaio, poco prima dell’usuale conferenza di fine stagione da parte dell’allenatore, in cui in effetti erano attese delle importanti notizie sul futuro dei due coordinatori, dopo la stagione al di sotto delle aspettative.

Invece, come avevamo anche in parte ipotizzato nell’ultima puntata di Seahawks Nest Italia, Jodie Allen in persona (l’unica che peraltro aveva il potere di farlo) si è assunta la responsabilità di chiedere a Pete Carroll di farsi da parte, per consentire l’avvio di un nuovo ciclo anche in panchina dopo la ricostruzione già avviata in campo con l’addio di Russell Wilson.

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Andiamo quindi a ripercorrere la straordinaria carriera di Pete Carroll, cercheremo poi di capire i motivi che hanno portato ad oggi, daremo il nostro personale e commosso saluto al Coach, fino ad arrivare ai nomi caldi per la panchina dei Seattle Seahawks.

LA CARRIERA

Pete Carroll è stato da sempre un coach prevalentemente difensivo, dapprima come collaboratore a livello universitario, successivamente in NFL come allenatore dei Defensive Back prima per i Buffalo Bills (1984) e poi per i Minnesota Vikings (dal 1985 al 1989).

Nel 1990 passa ai New York Jets, dove prima riveste il ruolo di Defensive Coordinator fino al ’93 per poi avere la sua prima occasione da Head Coach nel 1994. L’esperienza termina malamente con un licenziamento, dopo una stagione negativa.

Questo porta Carroll a fare un passo indietro, tornando al ruolo di DC per i San Francisco 49ers negli anni 1995 e 1996. Arriva quindi il secondo incarico come Head Coach, stavolta per i New England Patriots, anch’esso terminato con un licenziamento al termine della stagione 1999.

Dopo un anno di pausa, Pete Carroll decide di ritornare in NCAA, grazie alla proposta sempre come capo allenatore da parte degli USC Trojans; resta in South California per ben nove anni, nei quali vince due titoli nazionali nel 2004 e 2005 (di cui uno poi revocato a causa di benefit vietati a Reggie Bush).

Al termine della stagione 2009, arriva la chiamata decisiva per la sua carriera da parte di Paul Allen e dei Seattle Seahawks, che hanno appena licenziato Coach Jim Mora. Pete Carroll si insedia come Head Coach esattamente il giorno 11 gennaio 2010 e guiderà la squadra per i successivi 14 anni.

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Insieme al fidato General Manager John Schneider ha raggiunto il record di 137 vittorie, 89 sconfitte e un pareggio; Seattle ha raggiunto la postseason in 10 delle 14 stagioni di Pete Carroll come allenatore, arrivando al Divisional per sette volte, conquistando per due volte il seed n. 1 in NFC e vincendo altrettanti Championship che hanno portato i Seahawks al Super Bowl per due stagioni consecutive (2013 e 2014).

Carroll ha conquistato il primo anello per la franchigia nel Super Bowl XLVIII con un dominio assoluto (43-8) contro i Denver Broncos di Peyton Manning, mentre l’anno successivo è arrivata la sconfitta più cocente, per 28-24 contro i New England Patriots, con la chiamata decisiva a pochi secondi dal termine che ha portato all’ormai famoso intercetto di Malcolm Butler.

La difesa dei Seattle Seahawks ha guidato la NFL come scoring defense per quattro stagioni consecutive dal 2012 al 15, diventando la prima difesa nell’era del Super Bowl a compiere questa impresa.

Sono gli anni della leggendaria Legion of Boom, creata insieme a John Schneider e passata alla storia come una delle secondarie più forti di sempre. Richard Sherman, Earl Thomas e Cameron Chancellor hanno riscritto tutti i record possibili creando un mito e, insieme al loro allenatore, una cultura difensiva che ancora oggi non ha eguali.

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Nelle ultime due stagioni, dopo l’addio a Russell Wilson, Pete Carroll è comunque riuscito a mettere a referto due record vincenti e una qualificazione ai playoff, ma la stagione appena conclusa, certamente al di sotto delle aspettative, ha portato la proprietà a chiudere una storia bellissima, che porterà Coach Pete Carroll molto presto e meritatamente nella Hall of Fame.

LE POSSIBILI MOTIVAZIONI E LE REAZIONI A CALDO

Pete aveva dichiarato pochi giorni fa la sua intenzione di continuare, pertanto è innegabile che la decisione sia arrivata da Jodie Allen.

Le modalità con cui è stata ufficializzata la notizia sono comunque state concordate al 100% con l’allenatore, dandogli la possibilità di indire una conferenza stampa in cui, più volte tradito dall’emozione, Coach Carroll ha ripercorso la sua carriera e ringraziato tutti coloro che lo hanno accompagnato, sia in campo che fuori dal campo, compresa la moglie Glena in uno dei momenti più toccanti.

Le cause nel breve sono certamente riconducibili, come detto, ad una stagione al di sotto delle aspettative, terminata con un record di 9-8 e il mancato accesso ai playoff, con la colpa di non aver sfruttato un roster giovane e ricco di talento.

Pete Carroll è sempre stato considerato come una delle menti difensive più innovative in NFL, ma negli ultimi anni i reparti difensivi dei Seattle Seahawks sono andati sempre peggiorando e non si è mai riusciti a trovare una soluzione definitiva ai problemi cronici del reparto quali missed tackles, run defense e pass rush, pur cambiando più volte coordinatori (sempre con promozioni interne).

Per quanto riguarda invece l’attacco, Carroll e Schneider due anni fa hanno fatto la scelta di separarsi dallo storico QB Russell Wilson per rinnovare la franchigia, affidandosi a Geno Smith e rilanciandolo come QB starter in NFL. In questi anni, tuttavia, Seattle non ha mai trovato la consueta brillantezza nel gioco a terra, di fatto già scomparsa dopo l’addio di Marshawn Lynch, alla quale si è aggiunta la cronica difficoltà nei terzi down.

Dopo gli anni dei Super Bowl, anche il record ai playoff è decisamente peggiorato e, ormai, erano diversi anni che la franchigia navigava in un limbo di mediocrità dove si era troppo forti per avere stagioni negative, ma troppo deboli per poter ambire ad un ruolo di contender.

Detti i possibili motivi che hanno portato al cambiamento, è giunto il momento di provare a descrivere i sentimenti e le reazioni a caldo che noi tifosi Seahawks abbiamo avuto quando è uscita la notizia.

Questo eterno “ragazzo” californiano lascia un grandissimo vuoto non solo a Seattle, ma in tutto il mondo del football. Quello che ci piacerebbe sottolineare è quanto Pete Carroll sia stato speciale non solo in sideline, ma anche fuori dal campo, quanto venga prima la sua parte umana e poi quella di coach.

Carroll ha creato una cultura che non ha eguali in NFL, sviluppando un rapporto empatico e di positività con ogni membro del team per trarre il meglio da ognuno.

Tantissimi ex giocatori, avversari, colleghi e personaggi illustri hanno commentato con grandi attestati di stima e di affetto l’addio di Carroll. Come detto, la sua ultima conferenza stampa è stata un colpo al cuore, segnata dall’emozione ed esprime tutta la grandezza del personaggio.

Vedere Geno Smith in prima fila pronto ad abbracciarlo fa capire quanto fosse amato dai suoi giocatori, mentre noi tifosi abbiamo sempre adorato il suo modo di “giocare” le partite in sideline, dalle esultanze per i Touchdown ai suoi mitici challenge, lanciati molto spesso in situazioni discutibili e quasi sempre senza risultato, ma che sotto sotto ci facevano sempre fare una risatina.

Ma la cosa che ci mancherà sicuramente più di tutto sarà ascoltare il suo discorso dopo una vittoria conquistata all’ultimo secondo: il suo classico Can you win in the fourth quarter? con tutto lo spogliatoio che esplode in un grido di gioia.

GLI SCENARI FUTURI

Mentre ieri sera è stato il tempo della commozione, dei ricordi e dell’amore per il coach più vincente nella storia dei Seahawks, oggi è il momento di provare a capire cosa ci riserva il futuro.

Proprio in un passaggio della conferenza, lo stesso Carroll ha detto che, insieme alla proprietà, hanno convenuto che fosse il momento di dare pieni poteri a John Schneider per creare una nuova struttura.

Poco dopo è uscita una notizia secondo la quale tutti i membri dello staff, visto l’addio dell’Head Coach, erano liberi di valutare proposte alternative; Shane Waldron ha già ricevuto la prima richiesta di intervista da parte dei Chicago Bears, allo stesso tempo anche Clint Hurtt quasi sicuramente dovrà trovare una nuova sistemazione.

Oltre a loro, anche nelle posizioni secondarie dello staff dovremo aspettarci un forte rinnovamento, ma tutto avverrà dopo la scelta del nuovo capo allenatore.

Non è la nostra priorità partecipare a un toto-nomi o fare ipotesi su chi possa essere il successore di Pete Carroll, tuttavia al momento sono già usciti i nomi di Dan Quinn (di ritorno a Seattle), Mike Vrable (appena licenziato dai Tennessee Titans) e Mike Macdonald (attuale DC dei Baltimore Ravens), qualora venisse selezionato un HC di ispirazione difensiva.

Nel caso in cui invece si dovesse optare per soluzioni diverse, altri possibili candidati sono Ben Johnson, attuale OC dei Detroit Lions e, ultimo ma sicuramente non ultimo, la suggestione Jim Harbaugh, attuale HC dei Michigan Wolverines campioni nazionali NCAA ma anche ex 49ers, proprio negli anni d’oro dell’era Carroll.

Qualunque sia la scelta di John Schneider e Jodie Allen, la nostra unica speranza è che venga scelto non solo un Head Coach competente, che riesca a creare uno staff vincente, ma soprattutto un degno erede di Pete Carroll, che sappia mantenere la cultura creata in questi anni e che ha portato anche tanti giocatori e noi tifosi ad amare Seattle e i Seahawks non solo per i risultati, ma anche per il modo di gestire la franchigia.

A noi non resta che asciugare le lacrime e ringraziare Pete per tutte le emozioni e i bellissimi momenti che ci ha regalato.

Ci mancherai Coach, Always Compete!

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Seahawks Nest Italia

Tre amici e una grande passione per i Seattle Seahawks. Simone Faccini, Marco Bernardi e Marco Cherubini sono gli autori di Seahawks Nest Italia, il primo podcast in italiano sui Seahawks ma anche una comunità e un punto di ritrovo per tutti i 12s in Italia.

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