Super Bowl LVIII: Head Coach e coaching staff

Le partite di football sono anche (se non soprattutto) delle vere e proprie sfide a scacchi fra i due Head Coach e i due coaching staff. Non fa ovviamente eccezione quella che è la partita per eccellenza della stagione, vale a dire il Super Bowl. In occasione di quella che sarà l’edizione numero 58 dell’evento sportivo per eccellenza made in USA, a sfidarsi saranno gli allenatori di San Francisco 49ers e Kansas City Chiefs.

Kyle Shanahan (SF) e Andy Reid (KC) si ritroveranno dunque di fronte l’uno all’altro dopo essersi già giocati il titolo NFL nel Super Bowl LIV, vinto poi da Kansas City col punteggio di 31-20. Questo rematch che li vedrà di nuovo contrapposti riproporrà quindi uno scontro fra due delle menti offensive più brillanti del football moderno, che hanno segnato la NFL negli ultimi dieci anni.

Tanto è vero che, pur con una notevole differenza d’età fra i due (Shanahan ha quarantaquattro anni d’età, a fronte dei sessantacinque di Reid), entrambi hanno già creato un loro coaching tree, vale a dire una schiera di allenatori.

Di quello di Kyle (figlio di un altro importante coach come Mike Shanahan) fanno parte infatti i vari Robert Saleh, DeMeco Ryans, Mike McDaniel e Mike LaFleur. Da Andy Reid discendono invece (fra gli altri) Sean McDermott, Steve Spagnuolo, Pat Shurmur, Matt Nagy e Doug Pederson.

Ma come arrivano a questo Super Bowl i due Head Coach?

Shanahan è alla settima stagione con i 49ers. Quattro volte ha raggiunto i playoffs, raggiungendo tre volte la finale di conference e una volta, come detto, l’atto finale. Una vittoria di San Francisco non significherebbe quindi soltanto il ritorno del Lombardi Trophy nella Baia a distanza di trent’anni dall’ultima volta (1994) ma anche una rivincita per Kyle. Una rivincita doppia perché Shanahan Jr. era anche l’offensive coordinator degli Atlanta Falcons quando il team della Georgia perse il Super Bowl LI contro i Patriots 34-28 dopo essersi trovato in vantaggio 28-3.

Dal punto di vista del playbook, molto si è discusso in questi anni su quale sia la filosofia offensiva di Shanahan. Molti in passato hanno definito l’attuale coach di San Francisco come un discepolo della West Coast offense di Bill Walsh, di casa nella Baia.  In realtà è stato lo stesso coach dei 49ers a smentire di utilizzare quel tipo di attacco basato essenzialmente sul controllo del tempo e del pallone con passaggi sul corto e medio raggio.

Il suo attacco è invece una Shanahan offense, nel senso che ha preso (adattandoli ai tempi moderni) i principi del padre Mike. La chiave è la costruzione di un forte running game che aiuti il quarterback a non dover vincere le partite solo con i lanci. In questo senso, l’arrivo di Christian McCaffrey ha aperto il gioco per Brock Purdy, a cui viene chiesto di leggere la situazione sui passaggi e prendersi i lanci che la difesa avversaria concede. Attacco Qb friendly? Sì, se il quarterback è un buon game manager.

Da parte sua Andy Reid è invece un seguace della Air Raid offense. Un tipo di attacco che Reid ha adattato alle caratteristiche di Mahomes.

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In stagione Reid si è trovato a dover semplificare un a offense usualmente complessa. Durante la strada che li ha portati a Las Vegas (sede del Super Bowl di quest’anno) il tecnico ha utilizzato molto le situazioni d’attacco con disposizione iniziale 11 (un running back e un tight end) cercando di aumentare l’apporto del RB Isiah Pacheco e ha reso più semplice il suo attacco, anche a livello di chiamate. Con queste ultime rese più corte, Mahomes ha guadagnato tempo per uscire dall’huddle e andare sulla linea di scrimmage, far partire la motion e leggere così la difesa avversaria. Così facendo, un attacco che ha avuto non poche difficoltà in questa stagione è tornato performante, proprio in tempo per i playoffs.

All’interno di questo confronto fra i due capi allenatori si dipanerà poi quello fra i vari assistenti, chiamati a gestire momenti e zone di campo specifiche all’interno della partita. In questo senso, un confronto interessante sarà quello che vedrà opposti Wilks e Spagnulo.

Quest’ultimo, defensive coordinator di San Francisco avrà infatti il compito di aiutare il suo capo allenatore a preparare un piano gara utile a proteggere il quarterback Brock Purdy dai blitz di Spagnulo, defensive coordinator dei Chiefs.

A tal proposito, sul sito The Ringer è stata pubblicata una interessante tabella riguardante la storia dei confronti fra gli attacchi guidati da Shanahan e le difese allenate da Spagnulo.

Sul fronte opposto un compito non facile spetterà a Steve Wilks. Il DC dei 49ers, infatti, non avrà da preoccuparsi soltanto di come fermare Patrick Mahomes ma anche di come stoppare il gioco di corsa di Kansas. Questo potrebbe essere un problema perché, secondo dati forniti da ESPN, San Francisco l’anno scorso risultava essere la seconda difesa dell’intera NFL contro le corse da 5-10 yard e contro quelle da 11 yard o più). Quest’anno invece i 49ers sono settimi e ventunesimi in queste categorie.

In stagione regolare SF ha concesso una media di 89,7 rushing yard a partita. Contro i Packers le yard concesse su corsa sono state 136. Contro Detroit, nella finale di conference, 182. I Lions sono stati particolarmente efficaci correndo dal lato di Chase Young e Randy Gregory.

Un altro matchup da attenzionare a livello di allenatori sarà poi quello fra gli special team. L’unità di Brian Schneider, coordinatore dei 49ers ha infatti concesso nei playoff una media di 48,5 yard sui ritorni da kickoff. Concedere posizioni di partenza vantaggiose all’attacco guidato da Mahomes potrebbe risultate fatale.

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