Lo special team dei Green Bay Packers strappa una vittoria insperata, che a 3 secondi dalla fine era ormai del tutto inattesa. Dopo la follia di Washington i Bears riescono a suicidarsi ancora una volta, grazie alle scelte di un coaching staff che ragiono poco a fondo sulle dinamiche di una partita delicata e la fortuna non aiuta Caleb Williams nemmeno questa volta.
Ma fortuna, sfortuna e caso non sono elementi coi quali doversi confrontare in NFL, perchè gli incontri si vincono sulle strategie e sugli episodi che ribaltano il campo.
Nel complesso Chicago gioca meglio di Green Bay, ma Matt LaFleur è più furbo e preparato di Matt “Everlose”. Il grosso errore del capo allenatore Bears è quello di cercare una conversione da 2 punti, fallita miseramente, quando non era ancora il momento di fare strategie sul punteggio. Specie in una partita così tirata e tutta da giocarsi. L’extra point di Cairo Santos avrebbe portato la gara all’overtime in caso di errore sul finale.
Ogni punto è prezioso, vitale. I Bears fanno un regalo enorme ai rivali del Wisconsin che sono bravi ad approfittarne scappando dal Soldier Field con una vittoria che rilancia le speranze playoff dei Packers. Per entrambe le squadre questa partita rappresenta un crocevia fondamentale per la stagione perchè Green Bay con una vittoria divisionale poteva trovare ritmo e record, di contro Chicago avrebbe potuto ritrovare l’entusiasmo perso nel nulla da un mese.
Lo special team del Wisconsin è il vero eroe della partita, la sideline dei Bears è la vera tragedia. Caleb Williams il vero sconfitto.
Calcio sul finale a parte le scelte dei Bears sono state discutibili perchè prima di spedire il kicker brasiliano sul terreno per la gloria la squadra di casa aveva ancora abbastanza secondi per un ultimo down che avrebbe forse messo Santos in una condizione migliore; insieme a quei secondi c’era ancora un timeout disponibile e invece no, la paura domina le menti degli allenatori e i giocatori la vivono di riflesso. Risultato: una sconfitta irreale che infossa ancora di più i maledetti Bears.
Nessuna difesa in campo riesce a mettere pressione più di quel tanto ai QB, Love lavora veloce appoggiandosi spesso ad uno straripante Jacobs. Williams mangia il cronometro, ieri suo grande amico, e trova sicurezze in Allen e Odunze. Ma la storia si ripete e non si stanca di ripetersi, i Packers vincono l’undicesima partita consecutiva contro i Bears e li condannano all’ennesimo next year.
Un’azione fa discutere, quel lancio da 60 yard di Love su Watson nell’ultimo periodo. La giocata è una big play esaltante ma il possesso sulla ricezione di Watson non è chiaro ed è abbastanza evidente che il WR si aiuti con il terreno per aggiustare il pallone nelle mani (la sinistra in particolare tiene lo sferoide a malapena con un paio di dita). La palla picchia terra e lui si rialza e corre. I ref danno il completo, Chicago chiama il challenge e lo perde perchè gli arbitri non dispongono di una ripresa nella quale si veda chiaramente il pallone strisciare sull’erba, sebbene sia visibile a tutti che la palla tocchi il campo. Da regolamento però non ci sono gli elementi per modificare la chiamata iniziale e ne segue un facile touchdown dei Packers. Quello della vittoria finale. I Bears si sentono un pò vittime in questo frangente, ma la cosa fa poca differenza perchè anche domandarsi cosa sarebbe successo a parti invertite creerebbe solo maggiore frustrazione.
C’è anche un dubbio sull’allineamento di massa dello special team dei Packers che posiziona tre uomini davanti al centro dei Bears, da regolamento non dovrebbe essere consentito creando la penalità del “leaping”, ma la cosa è passata del tutto inosservata e poco cambia.
L’ultima volta che Chicago ha battuto Green Bay Caleb Williams era al secondo anno di superiori, un dato imbarazzante da considerare, e ieri Caleb ha giocato pulito facendo tutto il possibile per mettere i Bears nella condizione di vincere. Dispiace più per lui che per altro perchè ora la sua stabilità psicologica è a forte rischio dopo due delusioni troppo amare da mandare giù.
I Bears di Eberflus hanno vinto 14 partite perdendone 30 durante la sua gestione. Oggi l’unica cosa certa è che questo allenatore non sarà più parte del progetto dal 2025; su tutto il resto invece, visto l’andazzo, sarebbe bene evitarsi rompicapo gratuiti perchè tanto non ha senso.
L’amore e la pazienza sono tutto ciò che rimane alla povera fanbase dei Bears.