La safety che non c’era

Domenica sera nella partita tra Dallas Cowboys e Baltimore Ravens (qui il racconto della partita), a 8 minuti dall’intervallo, abbiamo assistito ad un’azione strana che ci ha fatto subito gridare alla safety.

Vediamo l’azione.

Dak Prescott in difficoltà passa il pallone a Tyron Smith, uomo di linea, lo fa da dentro la propria endzone e verso un giocatore non eleggibile. Primo pensiero: intentional grounding, visto che non ci sono ricevitori eleggibili in zona, + fallo commesso in endzone = safety per i Ravens.

Ron Torbert, Referee della partita, annuncia il fallo e non sentiamo la parola safety, ma solo tocco illegale, niente intentional grounding e di conseguenza nessun fallo in endzone. I Ravens declinano la penalità, era un terzo down, e quindi Smith entra in statistica con una ricezione per 0 yard.

Dak Prescott, siamo quasi convinti senza saperlo prima, ha sfruttato una differenza tra il regolamento NCAA e quello NFL. Nel regolamento NCAA questa azione sarebbe stata disciplinata come intentional grounding per l’assenza di un ricevitore eleggibile nei pressi del passaggio, nel regolamento NFL, invece, per esserci intentional grounding deve esserci grounding, cioè la palla deve toccare terra. In questo caso Smith ricevendo il pallone ha evitato alla sua squadra di subire 2 punti e in più si è tolto la soddisfazione della ricezione 🙂

Vedremo se ad aprile dell’anno prossimo il Competition Committee proporrà una modifica a questa regola per uniformarla a quella NCAA.

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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