Uno sguardo al 2023: New York Jets

Dal Championship perso contro gli Steelers a inizio 2011, i Jets non hanno più raggiunto l’obiettivo playoff, collezionando ben nove stagioni su dodici con un record negativo e appena una conclusa in positivo. In particolare, la mancanza di soddisfazioni si è trasformata in un’ecatombe di gioie dal 2016, con la squadra incapace di superare quota sette successi in una singola stagione. Nella scorsa offseason, però, un uomo pronto a cambiare il destino della franchigia è atterrato a New York.

COME DOVEVA ANDARE…

Il suo nome è Aaron Rodgers. Il quarterback, pur a 40 anni suonati, è arrivato nella Grande Mela con i migliori auspici, in cambio di una serie di scelte al Draft: i Packers, infatti, hanno chiuso la NFC al primo posto nelle tre stagioni tra il 2019 e il 2021, perdendo due Championship e un Divisional. L’ultima e negativa stagione di Rodgers a Green Bay non ha spaventato i Jets, che puntavano finalmente a tornare protagonisti in AFC. E, possibilmente, a mettere le mani sulla AFC East, senza vittorie addirittura dal 2002. La lotta contro Bills e Dolphins, altresì contender al titolo e potenzialmente anche al Super Bowl, finalmente si preannunciava più equilibrata anche per New York.

… E COME È ANDATA

E invece, la stagione dei Jets è di fatto terminata al quarto snap offensivo giocato in assoluto, nella prima sfida dell’anno contro i Bills: dopo un paio di lanci incompleti, dei quali uno annullato da una flag contro la difesa, infatti, Rodgers è stato atterrato con un sack da Leonard Floyd, e si è procurato la rottura del tendine d’Achille. L’assenza – e lo shock – non hanno impedito a New York di vincere un’incredibile partita in overtime e la squadra è addirittura risalita fino a un record di 4-3 il successivo 29 ottobre, salvo poi incappare in cinque sconfitte consecutive. Tre vittorie e due sconfitte hanno poi portato al 7-10 finale, che ha confermato l’assenza dai playoff e il record del 2022, ma con una quantità di amarezza e insoddisfazione neanche lontanamente paragonabile.

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COSA HA FUNZIONATO…

Né Zach Wilson, sostituto di Rodgers fino alla sconfitta contro i Bills di Week 11, né i successivi timonieri offensivi Trevor Siemian e Tim Boyle sono riusciti a lasciare alcun segno sulla stagione. In generale, i lati positivi nell’attacco dei Jets sono estremamente difficili da trovare. Su tutti, senza dubbio, è il rendimento del runningback Breece Hall: confermate e, anzi, esaltate tutte le aspettative della stagione da rookie, con una produzione di 994 rushing yard e 591 receiving yard, con 9 touchdown in totale, 5 e 4 rispettivamente. Hall è stato, al contempo, il leader indiscusso del backfield, autore di ben 4.5 yard a portata nelle 223 totali, e il terzo miglior ricevitore di squadra, alle spalle di un redivivo Garrett Wilson e di un buon Tyler Conklin. Wilson ha collezionato 1.042 yard e 3 touchdown in 95 ricezioni, su un totale di ben 168 target e con 2 fumble persi. Fare meglio di così, però, era francamente molto complicato. Il tight-end, invece, si è spinto fino a 621 yard in 61 ricezioni e, pur senza touchdown, ha regalato 10.2 yard a giocata, 27 primi down e 7 giocate da almeno 20 yard. Nell’ambito di una disastrosa offensive line, invece, l’unico a mantenere alto l’onore è stato Alijah Vera-Tucker, non a caso il solo a essere confermato in offseason nella linea davanti a Rodgers.

Di tutt’altro valore è stata la stagione della difesa dei Jets, sotto tutti i punti di vista. In particolare, i quarterback avversari si sono dovuti accontentare di 3.182 passing yard, il terzo numero più basso dopo le 3.109 dei Panthers e le 3.149 dei Browns, mentre soltanto Cleveland e New Orleans hanno concesso una percentuale peggiore del 60% al lancio, con 57.4% l’una e 59.7% l’altra. Anche i 19 touchdown pass concessi sono il terzo miglior risultato, alle spalle dei 17 dei Texans e dei 18 di Bills e Ravens, così come le yard a giocata, 6.1, dietro le 5.9 di Browns e Ravens e le 6 dei Chiefs, e il rating complessivo, fermo a 76 e peggiore solo del 74.6 di Baltimore e del 74.7 di Cleveland. Ottimi sono anche i 48 sack e i 17 intercetti in totale. Infine, la squadra ha subito il decimo totale più alto di punti a partita, con 20.9. Considerando l’anemia offensiva e che, di conseguenza, la difesa è stata impegnata per la stragrande maggioranza del tempo all’interno delle singole partite, il dato acquisisce ulteriore valore, al di là del risultato numerico.

Sono stati tantissimi i singoli a mettersi in mostra nel reparto difensivo, a partire dai due All-Pro di squadra: lo straordinario linebacker Quincy Williams, autore di numeri strepitosi con 139 tackle, 2 sack, 15 tackle for loss, 10 pass deflected, 1 intercetto e 2 fumble forzati, e lo spaziale talento del cornerback Sauce Gardner, che ha concesso appena 29 ricezioni in 51 target e aggiunto 57 tackle, dei quali 41 in solitaria, 2 tackle for loss e 12 pass deflected. Un altro Williams, Quinnen, ha seminato il panico in linea difensiva con 62 tackle, 5.5 sack, 11 tackle for loss, 3 pass deflected e 1 intercetto, mentre al fianco del compagno Quincy si è messo in mostra un devastante C.J. Mosley, che ha collezionato 151 tackle, 5 tackle for loss, 7 pass deflected, 1 intercetto e 2 fumble forzati. Per nulla negativo anche il rendimento di Tony Adams, Ashtyn Davis e Jordan Whitehead in secondaria, abili nel sommare 22 pass deflected e 10 intercetti, più o meno equamente suddivisi. Per finire, altri due fattori nel front seven rispondono al nome di Jermaine Johnson, fantastico con 7.5 sack, 11 tackle for loss e 7 pass deflected, e Bryce Huff, volato a quota 10 sack e 10 tackle for loss, pur con soli 29 tackle in totale.

… E COSA NON HA FUNZIONATO

Al netto dell’infortunio di Rodgers, l’attacco dei Jets è stato a dir poco imbarazzante. In primis, lo dimostrano in maniera inequivocabile le statistiche relative al passing game: l’attacco ha chiuso al terzultimo posto con 3.373 yard, alle spalle solo di Panthers (3.245) e Giants (3.373), con Carolina (5.5) unica squadra sotto le 5.6 yard per giocata di New York. Nessuno, però, ha fatto peggio dell’atroce 59.2% al lancio o dei soli 11 touchdown pass in totale, a fronte di 15 intercetti e di 64 sack subiti, terzo numero più alto ancora dopo Giants (85) e Panthers (65). In termini di rushing yard, grazie al già citato Hall, la situazione migliora leggermente, con il decimo peggior risultato della Lega a quota 1.647 yard, ma, anche in questo caso ci sono due dati da bollino rosso: peggior rendimento in termini di touchdown su corsa, appena 7, e di primi down conquistati in questa modalità, 77. Il totale dei touchdown offensivi è impietoso: la miseria di 18, di gran lunga il peggior risultato nel 2023. Soltanto Patriots (13.9) e Giants (15.8) hanno segnato meno dei 15.8 punti a partita dei Jets e ciò ha complicato enormemente la loro stagione.

Tra i singoli, sono risultate evidenti le difficoltà dapprima di Zach Wilson, autore di 2.271 passing yard con il 60% al lancio, 8 touchdown pass, 7 intercetti e ben 46 sack subiti, e poi di Siemian e Boyle, che hanno totalizzato 1.084 passing yard in 134 lanci completati, appena 4.7 di media, con 3 touchdown pass e ben 8 intercetti, equamente suddivisi. Grande delusione anche per il rendimento di Dalvin Cook, arrivato in offseason dopo quattro stagioni consecutive ai Vikings da almeno 1.100 rushing yard e con 43 touchdown su corsa totali, e fermatosi a 214 yard senza viaggi in end zone, ma con 2 fumble persi e 3.2 yard di media in 67 portate. Tra i ricevitori, invece, ha alzato bandiera bianca Allen Lazard, che senza Rodgers non si è spinto oltre le 311 yard in 23 ricezioni, su 49 target, con un solo touchdown. È mancato, dunque, un wide receiver di livello alle spalle di Wilson, così come un tight-end che potesse dare il cambio a Conklin. A completare le oscenità c’è quasi tutta la offensive line, dal controverso talento Mekhi Becton alle guardie Connor McGovern e Laken Tomlinson.

Sull’altro lato del campo, la difesa ha fatto il massimo per tenere i Jets in partita e in corsa per i playoff il più possibile, riuscendo a subire 16 o meno punti in ben otto appuntamenti di regular season. Al contrario, quando le maglie si sono allargate oltre i 25 punti subiti, la squadra ha perso in sei occasioni su sette totali. In particolare, il reparto dei Jets ha lasciato troppa libertà ai corridori avversari, risultato l’ottava peggior difesa con 2.108 rushing yard subite. La posizione in classifica migliora notevolmente, però, analizzando sia le 4.1 yard concesse a portata che i 14 touchdown subiti su corsa. E, stranamente per quanto appena detto, nessuno ha forzato più fumble sulle corse avversarie rispetto ai 13 di New York. L’ottimo rendimento del reparto rende complicato indagare qualche delusione tra i singoli, soprattutto nell’eccezionale secondaria, mentre qualche neo si trova nel front seven, in particolare tra John Franklin-Myers e Quinton Jefferson.

E ADESSO?

Tutto torna tra le mani di Rodgers, almeno per quanto riguarda l’attacco. Al suo arsenale è stato aggiunto Mike Williams, reduce da qualche infortunio di troppo a rovinare le sue altrimenti ottime stagioni ai Chargers, e sicuramente qualche altra pedina arriverà dal Draft, con il tight-end Brock Bowers da tenere in piena considerazione. La linea offensiva è stata del tutto rinnovata, con l’arrivo del forte left tackle Tyron Smith dai Cowboys e delle guardie John Simpson e Morgan Moses, mentre dovrebbe essere Joe Tippmann il centro titolare. La clamorosa difesa, guidata dalla sublime mente di coach Robert Saleh, non necessitava invece di grandi sconvolgimenti, ma è stata comunque rinforzata fin nel più piccolo dettaglio, con gli arrivi di Javon Kinlaw in linea, Chuck Clark in secondaria, ma soprattutto di Haason Reddick dagli Eagles. Il linebacker porta con sé un carico di ben 58 sack in carriera, dei quali 27 collezionati nelle ultime due stagioni a Philadelphia. Tutto, insomma, fa presagire un ritorno in grande stile ai playoff, nonché a un possibile trionfo in AFC East, se i Dolphins dovessero risultare meno costanti della scorsa stagione. Il tutto, però, Rodgers permettendo.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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