UFL: il review di week 5

La quinta giornata della UFL ci fornisce la conferma degli Stallions ormai quasi sicuri di aggiudicarsi la Conference USFL e nella XFL Conference un altro passo avanti della coppia San Antonio- Saint Louis

Arlington Renegades – San Antonio Brahmas 15-25

San Antonio passa anche ad Arlington e i Renegades incassano la quinta sconfitta giocando, ancora una volta, una partita più che dignitosa soprattutto nella fase centrale, per poi soccombere nell’ultimo periodo.

Come era prevedibile i due offense teams si sono sfidati sul gioco aereo, sistema più congeniale ad entrambi, ma San Antonio ha finito per prevalere, questa volta, perché, quando ha realizzato la pericolosità del secondario di difesa dei Renegades, ha saputo alternare i passaggi di Quinten Dormady con un convincente gioco di corsa che ha totalizzato 190 yard grazie alla coppia John Lovett, 95 yard in 13 attempt, e Morgan Ellison 7 portate per 85 yard. La difesa di Arlington, pur molto efficace contro i passaggi, contrastati con ben tre intercetti, è rimasta spiazzata dalle corse dei runners giallo neri che hanno poi determinato il risultato finale. Così il sontuoso 72% di completi per 270 yard realizzato da Luis Perez è stato alla fine vanificato per la cronica mancanza di alternative nel running game che ha prodotto la miseria di 59 yard in 24 portate.

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La partita ha visto i Brahmas partire a spron battuto nel primo quarto, con un FG di Ryan Santoso a coronamento del primo possesso e un TD del TD Alize Mack che ha ricevuto un pass da 9 yard da Dormady. In questa fase l’attacco di Arlington ha perso una buona occasione sul finire del periodo quando, arrivato sulle 17 di San Antonio, ha dovuto accontentarsi di realizzare solo un FG da 29 yard con Jonathan Garibay subito dopo l’inversione di campo. Il secondo periodo, giocato quasi tutto in aria, ha visto un sostanziale equilibrio sia nelle yard guadagnate che nel punteggio, giacché al secondo TD dei Brahmas arrivato con una corsa di una yard di Lovett, i Renegades hanno risposto con un gran passaggio di Perez che Javonta Payton ha ricevuto sulle 9 per poi correre in end zone per un guadagno di 52 yard. A questo punto San Antonio è avanti per 15-9, punteggio che non cambia fino alla pausa, anche perchè un tentativo di FG di Garibay da 39 yard viene bloccato.

Il kicker di Arlington si fa perdonare all’inizio del terzo periodo mettendo a segno due field goal, il primo da 47 yard e il secondo da 32 yard perché per la seconda volta l’offense dei Renegades non è riuscita a chiudere in TD un viaggio nella red zone avversaria. Per Arlington, che in questa fase ha fatto meglio di San Antonio, è un’occasione sprecata che finirà per pagare puntualmente nell’ultimo quarto quando Lovett conclude con una corsa breve in end zone un drive tutto impostato sulle corse. Realizzato il punto addizionale, San Antonio si porta sul 22-15 e, dopo un turnover on downs dei Renegades, dà il colpo di grazia con un facile field goal di Santoso da 31 yard. Nei restanti sei minuti Perez e compagni non riescono a superare la coriacea difesa giallonera nonostante riescano ad infliggere a Dormady il terzo intercetto della partita.

Peccato per i Renegades che pur praticando il miglior passing game della lega, scontano le pesanti lacune, sia offensive che difensive, quando il gioco si sviluppa sul terreno.

Houston Roughnecks – Birmingham Stallions 9-32

Vittoria netta, secondo previsioni, degli Stallions ai danni dei Roughnecks che, pur sostenuti da un discreto gioco aereo, non riescono in nessun modo ad arginare le corse degli Stallions e in particolare del QB di turno Adrian Martinez che ha chiuso con 138 yard nette nelle sue uscite in scrambling che lo hanno portato in testa alla graduatoria dei rusher con 302 yard in 26 attempt. La performance di Martinez come passatore è apparentemente più modesta, ma il suo 11 su 20 ha comunque prodotto 155 yard alla rispettabile media di 7,25 yard/att.

L’offense di Houston ha risposto discretamente sul piano del passing game con Reid Sinnett e il suo backup Nolan Henderson che hanno passato per 235 yard alla media di 5,60 yard/att, ma è stata pressoché inesistente nel gioco a terra, solo 36 yard guadagnate con 12 corse. La prevedibilità del game plan di Houston ha dato modo alla difesa degli Stallions di contrastare efficacemente il gioco aereo degli avversari producendo due intercetti e 5 pass breakup.

La partita si è risolta nel primo tempo che gli Stallions hanno chiuso in vantaggio per 26- 9 grazie a tre touchdown segnati nel secondo periodo. La cronaca, in sintesi, vede Birmingham portarsi in vantaggio al primo possesso con un run di 6 yard di Ricky Person a chiusura di un drive quasi tutto basato sulle corse, che ha prodotto 72 yard i poco meno di sette minuti. Dopo un possesso a testa senza esito, Houston tra primo e secondo quarto riesce ad entrare nella red zone di Birmingham ma su un quarto e sette si affida a J.J. Molson: il kicker non fallisce da 36 yard. Qui però gli Stallions producono il break decisivo: prima una corsa di 5 yard di Larry Roundtree, poi una ricezione del TE Jace Sternberger che entra in end zone per un guadagno di 27 yard, e infine un’altra corsa di Ricky Person che, con i due punti addizionali, porta il punteggio sul 26-3. Prima del riposo Houston ha un’impennata di orgoglio e, rigorosamente a suon di passaggi, copre 75 yard in meno di due minuti e segna con il TE Braedon Bowman che riceve in end zone un passaggio di Reid Sinnett.

Nel secondo tempo gli Stallions passano in modalità controllo e, dopo aver fermato il primo possesso di Houston, nel drive successivo arrivano fino alle 19 di Houston dove, su un quarto e nove, si affidano a Ramiz Ahmed che da 37 yard mette a segno un calcio da tre punti. Nel quarto periodo ancora un field goal di Ahmed da 29 yard chiude un drive in cui gli Stallions arrivano fino alle 9 di Houston. Il resto è “garbage time”.

Con questa vittoria Birmingham ipoteca il passaggio ai play-off. Per i Roughness l’obiettivo è superare i Panthers che però hanno due vittorie di vantaggio, ma senza gioco di corsa non si va molto lontano.

D.C. Defenders – St Louis Battlehawks 12-45

Questa doveva essere la partita più incerta del week-end, e lo è stata, ma solo per un tempo, perché nel secondo tempo St Louis ha creato il break che poi ha messo in condizione i Defenders di forzare giochi rischiosi che hanno spianato la strada alla franchigia del Missouri.

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L’offense di Washington ha avuto parecchie difficoltà ad avanzare sia con i passaggi, solo 79 yard alla media di 3,16 yard/att, che con le corse che hanno prodotto solo 84 yard con 30 attempt e, se la compagine capitolina è rimasta in partita per tutto il primo tempo, lo deve alla difesa che ha messo molta pressione producendo 3 sack per 28 yard di perdite e 6 tackles for loss per 29 yard. St Louis ha saggiamente diviso i giochi d’attacco tra corse e passaggi in modo equilibrato, realizzando una media di 5,28 yard per azione.

St Louis ha cominciato a costruire il suo vantaggio nel primo quarto con un passaggio di 13 yard di A.J. McCarron per Hakeem Butler, seguito da due field goal di Andrè Szmyt di 37 e di 51 yard mentre i Defenders mettono insieme 10 yard totali e nessun primo down. Il secondo periodo vede St Louis allungare ancora con il terzo field goal di Szmyt da 22 yard. Sul 17-0 però Washington si scuote e con un drive in cui finalmente impegna anche Cam’Ron Harris che corre per 20 yard totali e mette a segno un TD con un’ultimo run di una yard. La replica di St Louis è un three & out e subito dopo Washington doppia il colpo precedente: questa volta è Zaquandre White a correre due volte per 11 yard mentre Jordan Ta’Amu rifinisce con quattro passaggi per un totale di 38 yard, l’ultimo dei quali manda in end zone Kelvin Harmon. Si va sul 17-12 e abbiamo di nuovo una partita.

Si torna in campo dopo la pausa ma gli attacchi sembrano rimasti negli spogilatoi. Le due squadre riescono a conquistare solo un primo down a testa ma i Falchi riescono comunque ad incrementare il vantaggio grazie al quarto field goal di Andrè Szmyt. Si entra nel quarto con i Battlehawks avanti per 20-12, vantaggio tutt’altro che rassicurante, ma Ta’Amu, in seguito a un sack di Pita Taumoepenu commette un fumble che il LB Willy Harvei ricovera sulle 36 dei Defenders. Da questa posizione di partenza McCarron guadagna 22 yard con due passaggi e lascia ai RB Jacob Saylors e Wayne Gallman il compito di correre per chiudere con Gallman che varca la goal line. La risposta dei Defenders non va oltre le 21 di St Louis dove arriva un turnover on downs per la mancata conversione di un quarto down.

La palla torna a McCarron che fa il suo big play pescando Hkeem Butler che riceve sulle proprie 48 e si invola in end zone vanamente inseguito dai difensori in completo rosso. E’ il 32-12 che mette fine virtualmente alla partita perché Ta’Amu comincia a forzare i passaggi e subisce un intercetto da parte di Mike Rose; il LB riporta l’intercetto per 35 yard fino alle 9 dei Defenders da cui Saylors fa partire il run per andare ancora in end zone. Nel finale, per non farsi mancare niente, i Defenders vedono un punt bloccato da Qwynterrio Cole sulle loro 7 yard e St Louis va ancora in end zone con Manny Wilkins che nel finale ha sostituito McCarron in regia.

Dopo le due sconfitte dell’anno scorso, St. Louis è riuscita finalmente a vendicarsi e a consolidare la prima posizione in compagnia di San Antonio. Per i Defenders una sconfitta dalle proporzioni superiori ai loro demeriti, ma certamente indiscutibile.

Memphis Showboats – Michigan Panthers 18 – 35

I Panthers passano a Memphis e, con due vittorie di vantaggio, consolidano la loro seconda posizione nella USFL Conference dominata da Birmingham.

Gli Showboats cercano di resistere con una buona difesa, ma il team d’attacco non riesce a trarne vantaggio e anzi, con quattro turnover permette ai Panthers di mettere a segno 14 punti. Memphis conferma quanto aveva già mostrato nelle partite precedenti: un attacco che, perso Case Cookus, ha perso molto della sua efficacia nel gioco aereo che se è vero che ha prodotto 3 touchdown, ha anche dovuto subire due intercetti.

La linea d’attacco ha, come al solito, dovuto arrendersi alla pass rush avversaria e ai frequenti blitz della difesa di Michigan che ha inflitto sette sack per 41 yard di perdita al malcapitato Troy Williams oltre a otto tackles for loss per 39 yard. Il gioco a terra è stato pressoché inesistente: 11 tentativi per sole 41 yard nette. Non che Michigan abbia fatto cose mirabolanti: privi anche loro del QB titolare, hanno privilegiato le corse, gioco consigliato anche dalle condizioni del tempo con la pioggia battente per una buona metà dell’incontro.

Gli eroi del giorno sono stati il solito Wes Hills con 82 yard e il veterano Matt Colburn che ne ha corse 68. Il buon lavoro dei due runner ha finito per agevolare anche quello del QB Danny Etling che ha passato poco, solo 21 tentativi, ma con 14 completi per 175 yard. Come sempre, la distribuzione equilibrata dei giochi tra corse e passaggi ha dato i suoi frutti. Memphis, nonostante la prova mediocre dell’attacco, è stata a lungo in partita per merito della sua buona difesa che, a sua volta, ha messo molta pressione sul QB avversario mettendo a segno 3 sack, ma alla distanza ha dovuto capitolare.

La cronaca essenziale vede i Panthers dominare il primo quarto in cui vanno due volte in touchdown, la prima con un run di 2 yard di Wes Hills, la seconda con Matt Colburn che infila il corridoio giusto e varca la goal line dopo 35 yard di corsa. Nel secondo quarto Williams subisce un primo intercetto da parte del CB Adonis Alexander, ma non paga dazio perché alla fine del conseguente possesso di Michigan, Jeff Bates fallisce, da 58 yard, il suo primo field goal di stagione. Memphis torna in possesso ma Daewood Davis, dopo aver ricevuto in passaggio di Williams, commette fumble forzato da Levonta Taylor e ricoverato per Michigan da Noah Dawkins che riporta l’ovale per 81 yard fino alle 5 degli Showboats. Questa volta Michigan non si fa sfuggire l’occasione e, con tre corse brevi, Wes Hills mette a segno il TD del 19-0. Sul finire del quarto arriva finalmente il “big play” di Troy Williams che dalle proprie 18 serve Daewood Davis che riceve sulle 35 e poi corre fino alla end zone per un TD da 82 yard.

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Inizia il terzo quarto e Michigan ristabilisce le distanze con una corsa personale di 3 yard di Etling. Memphis nel possesso conseguente è costretta al punt ma il ritornatore di Michigan Gavin Holmes muffs e perde l’ovale che viene ricoverato sulle 7 di Michigan da Jay Jay Wilson. Troy Williams pesca in end zone Jonathan Adams per il 12-25 e Memphis torna a sperare, anche perché poco più tardi Williams, cresciuto moltissimo nel secondo tempo, conduce un bel drive a suon di completi e manda in end zone Sage Surratt per il 18-25. Si entra nell’ultima frazione e i Panthers, al primo possesso, vanno ancora a segno con il solito Hills che chiude con una corsa in end zone da 14 yard cui segue il punto addizionale del 32-18. Per Memphis è il colpo da KO: nella prima azione Williams subisce un altro intercetto, questa volta da Kay Nacua, uno specialista del ramo fratello maggiore del WR dei Rams. I Panthers ormai sono passati a controllare l’orologio ma prima della chiusura mettono a segno con Bates un altro field goal da 30 yard e chiudono la partita.

Questa vittoria porta i Panthers al secondo posto con due lunghezze su Showboats e Roughnecks e quindi in buona posuzione in prospettiva play-off.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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