[NFL] Week 3: E’ subito WentzMania (Philadelphia Eagles Vs. Pittsburgh Steelers 34-3)

I Philadelphia Eagles hanno iniziato a chiamare il mercoledì (wednesday in inglese) “WentzDay” per supportare il loro nuovo quarterback, matricola da North Dakota State. Lo hanno fatto sui loro social media, augurando ai loro seguaci su Twitter “Happy Wentzday”. Il crescendo clamoroso della notorietà di questo ragazzone era stato confermato dalle sue prime partite, in cui era parso giustificare la seconda scelta assoluta spesa per lui.

Gli avversari però erano sembrati davvero poca cosa, nei pronostici appannati di inizio stagione; tutt’altra storia sarebbero dovuti essere i Pittsburgh Steelers, da molti dati per favoriti per il raggiungimento dei Playoff.

Dopo che gli Eagles hanno distrutto anche gli Steelers è un susseguirsi di complimenti: Carson, che ha lanciato 301 yard e nessun intercetto, è dopo tre settimane il miglior rookie di sempre (ProFootballFocus) e il miglior QB per rating (103.8).
In queste ore sta esplodendo la WentzMania, ma la corsa del prodotto di NDSU è proporzionale al suo talento? Andiamo a vedere le attenuanti, l’acqua che può spegnere facili bollori neroverdi.

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Gli Steelers si presentano a Philly in piena forma (manca sempre Le’Veon Bell, ma finora non se ne è sentita la mancanza), ma mentalmente scarichi. La vittoria meritata sui Bengals li ha soddisfatti e si preparano a tornare a Pittsburgh per due partite importanti contro rivali della AFC (KC e i Jets) settimana prossima. Fino all’8 novembre la loro schedule non presenta una partita meno importante di quella contro gli Eagles per la classifica.

Nel primo possesso offensivo – e qui arriviamo alla cronaca – dapprima vedono Markus Wheaton lasciar cadere il pallone da touchdown che Ben Roethlisberger gli aveva lanciato, poi Chris Boswell farsi bloccare il field goal da un difensore avversario. Tutto va bene agli Eagles nel primo quarto: un unnecessary roughness da parte di Lawrence Timmons regala loro 15 yard sul possesso seguente.

pittsburgh-steelers-offensive-line

Appurato questo, le caratteristiche della partita emergono anche all’occhio meno allenato. Big Ben ha una tasca molto precaria, Wentz ha tempo infinito per trovare i suoi ricevitori, e molto spesso non ha bisogno di usarlo. Convertire down lunghi, come fa verso la fine del periodo iniziale, non richiede troppa mobilità né il rischio di tenere l’ovale per troppi secondi.

La prima meta arriva proprio in questo drive, a inizio secondo quarto. Jordan Matthews è smarcato, Wentz non pressato. Sette punti facili che danno il 10-0. Wentz chiuderà la partita con 33 down di passaggio giocati; non subirà alcuna pressione in 25 di essi. A cinque minuti dall’intervallo una pass interference molto dubbia spiana la strada a un altro field goal per gli Eagles che concludono il primo tempo sul 13-3. Da segnalare in difesa un paio di interventi fantastici di Malcolm Jenkins per Philadelphia.

Si contano davvero sulle dita di una mano i passaggi del rookie che viaggiano per più di cinque yard; solitamente il numero 11 si fida di Darrenn Sproles e Josh Huff che, sfruttando la loro agilità e bloccaggi downfield importanti, sono i maggiori pericoli per gli ospiti.

73 yarde: sono quelle che Sproles copre a inizio ripresa per il 20-3. Ottima nell’occasione la giocata di Wentz, che si libera con un gioco di piedi rapido di un pass rusher e deposita il lob nelle mani di Sproles; lanciato in campo aperto bastano un paio di cambi di direzione per far fuori tutta la secondaria giallonera. L’azione passerà alla storia come l’inizio ufficiale della WentzMania

Poco dopo Eli Rogers scivola non riuscendo a ricevere un primo down in territorio avversario e il quarto down che ne consegue viene spezzato ancora da Jenkins. Sono i segnali chiari che non è giornata per Pittsburgh e che il derby della Pennsylvania andrà ai neroverdi.

Il drive successivo lo conferma: Ryan Mathews ha un dolore alla caviglia e a prendere le redini del backfield di casa si presenta Wendell Smallwood, che segna subito il 27-3. La difesa di Pittsburgh è fuori dalla partita. Stanca, molle sui placcaggi, facilmente soverchiata (come da tutta la partita) dai blocchi avversari. Gli ultimi due episodi degni di nota sono il fumble di Roethlisberger – all’ennesima pressione subita – e l’ultimo touchdown di Philadelphia, con il terzo runningback Kenjon Barner. L’umiliazione è servita.

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Incredibile il lavoro effettuato da Doug Pederson, head coach debuttante. Se non vi raccontiamo nemmeno il quarto periodo è solo merito dello staff di Philadelphia. Non è possibile disegnare attorno a Wentz e i suoi compagni una partita migliore di quanto fatto dai coach degli Eagles: offensivamente hanno sfruttato qualsiasi mismatch la contesa proponesse, evidenziando nella differenza di marcia tra Sproles e i linebacker avversari la chiave di volta dell’incontro. L’ex Saints finisce con 126 yard tutte maturate per via aerea. O meglio: after the catch.

Wendell Smallwood #28 of the Philadelphia Eagles

Intendiamoci, non è l’ennesimo tentativo di questo articolo di svilire il buon Carson Wentz: il quarterback merita l’attenzione che gli si sta rivolgendo. Ha una presenza nella tasca speciale (ma da testare contro difese più forti), un tocco magico e intelligenza footbalistica evidente. Un paio di volte è andato vicino all’intercetto nel primo tempo, evidenziando quella poca precisione che molti scout avevano evidenziato in lui.

Ci chiediamo unicamente se tale esposizione non sia esagerata. Guardando la partita, apprezzando come e dove Philadelphia l’abbia stravinta, semplicemente ci chiediamo se i record da matricola battuti dal prodotto di NDSU (portavano nomi come quelli di Luck, Wilson, RGIII) non siano da contestualizzare maggiormente.

Ai tifosi di Philadelphia (forse la piazza che più ama il football e che meno allori ha ricevuto in cambio) non andateglielo a dire. Per loro la WentzMania è una realtà, non ha sovrastrutture tattiche, non spartisce nessun merito con Doug Pederson nè con l’immarcescibile Darrenn Sproles. Non fa leva, sempre per questi appassionati, il fatto che Pittsburgh di certo nel derby non ci abbia messo l’impegno che metterà nei Playoff, e che tutto è andato per il verso giusto agli Eagles. Loro si sveglieranno mercoledì e sarà “WentzDay”, e non più il solito wednesday.

E, romanticamente, a noi va benissimo così.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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