[NFL] Week 3: Corsa per la NFC South (Atlanta Falcons vs New Orleans Saints 45-32)

Gli Atlanta Falcons mettono in fila la seconda vittoria consecutiva on the road e, con una straordinaria prestazione dell’attacco, si portano al comando di una NFC South che si appresta a diventare molto più interessante delle attese.

Le quote pre-gara erano leggermente sbilanciate a favore dei padroni di casa che avevano trionfato in 8 degli ultimi 10 scontri con gli acerrimi rivali rossi e che si apprestavano a difendere le mura del maestoso Superdome, a pochi giorni dal 10° anniversario della riapertura dopo l’uragano Katrina.

Allora era toccato proprio alla squadra georgiana l’onore di inaugurare quella struttura che, per mesi, aveva estremizzato il concetto di homefield, fungendo da rifugio per migliaia di sfollati, e che nell’occasione aveva visto l’intera città rinascere sulle gesta dei suoi beniamini.

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Nel Monday Night in questione però non sono bastati a motivare i ragazzi di Sean Peyton, nè la ri-affissione all’ingresso dello stadio del celebre striscione che, recitando “Our home, Our team, be a Saint”, aveva accolto i tifosi nel 2006, né la presenza sulla sideline di Steve Gleason, eroe di quella notte ora ridotto in carrozzina dalla SLA.

falcons saints

La partita in realtà era cominciata bene per la squadra della Louisiana che dopo aver segnato facilmente i primi 7 punti era riuscita a costringere immediatamente al punt i rivali salvo poi regalare, con un fantozziano fumble sul ritorno del calcio stesso, un 1st e 10 sulle proprie 11 yard da cui è scaturito l’inevitabile 7 pari.

Il derby del South alla fine è andato alla squadra di Atlanta che, confermando l’ottima prova della scorsa settimana ad Oakland, ha dominato il match mostrando un attacco a dir poco incontenibile.

La notizia eclatante è sicuramente che i ragazzi di Dan Quinn sono riusciti a mettere a tabellone ben 45 punti senza che il solito Julio Jones vestisse i panni della star di serata; anzi, la statistica finale conta appena 4 palle destinate a lui di cui 1 sola ricevuta per 16 yard che, malgrado sia valsa un primo down in una situazione di difficoltà da cui poi è nato il touchdown, è ben lontana dalle sue abitudini.

Il motivo di questi dati impietosi però non dipende tanto dalla prestazione opaca del fortissimo ricevitore, ma è più da ricercare in una risposta di Shanahan alle battenti critiche che si trascina dietro dall’anno scorso sul fatto che il suo attacco dipenda esclusivamente dalle prestazioni dell’11 in maglia rossa.

L’esperimento ha avuto esito decisamente positivo visto che le secondarie dei Saints hanno passato 60 minuti a correre dietro bersagli sempre diversi (6 solo nella prima metà) senza riuscire mai a metterci una pezza, ma che difficilmente i Falcons potranno ripetere contro difese appena più organizzate.

Il ruolo di fenomeni è invece toccato al duo di running back che ha letteralmente corso sopra i resti di una difesa definita “embarassing” dal commentatore stesso, dopo le 3 yard di corsa indisturbata che hanno permesso a Coleman di varcare per la terza volta la linea del TD.

Quest’ultimo, reduce da una scorsa annata a dir poco deludente, si è calato fin troppo bene nella parte di comprimario e sta mettendo in scena prestazioni sempre più convincenti.

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Al vecchio rookie, che cercava la giocata sensazionale per poi perdere il pallone nell’azione cruciale, sta piano piano subentrando un professionista che abbassa il casco e si butta senza paura tra le linee nemiche, la cui attitudine alla lotta e le ottime mani in ricezione ne hanno fatto l’opzione numero uno per i terzi down e nella red zone. Il risultato sono 89 yard totali guadagnate condite da 3 TD su corsa.

Anche Freeman ha disputato una partita incredibile cominciata un pregevole stiff arm, abilità che non gli era mai appartenuta, ai danni del malcapitato Sterling Moore, e terminata con una corsa a tempo quasi scaduto da 48 yard che ha portato l’ammontare finale a 152 yard in 14 tentativi a cui sono da aggiungere le 5 ricezioni per 55 yard e 1 TD.

Insieme, Freeman e Coleman, hanno prodotto 296 yard e 4 TD; numeri che molti attacchi completi faticano a realizzare ma che sono stati possibili anche e soprattutto grazie al lavoro sporco di una linea offensiva che per la prima volta in stagione ha rispettato le attese, aprendo varchi e bloccando ogni tentativo di incursione avversaria, al punto da obbligare la difesa a giocare spesso in blitz per aumentare la pressione su un QB che la stava affettando a piacimento, offrendo così il fianco agli screen pass e pitch che poi si sono rivelati decisivi.

Devonta Freeman Falcons

Protetto da quest’ottima linea, Ryan, che arrivava da 2 partite straordinarie che lo avevano proiettato in cima alle classifiche relative ai QB per yard lanciate (365), yard per tentativo (10) e percentuale (72,1%), è tornato il “Matty Ice” di qualche anno fa disputando una partita attenta e priva di rischi.

A fine partita saranno 20 i palloni recapitati a 8 target diversi per 240 yard totali arricchite da 2 TD pass e soprattutto nessun intercetto. Finiti i dovuti elogi per il reparto offensivo tocca alla difesa che ancora una volta ha mostrato più di un limite.

Se da un lato le corse sono state arginate decentemente, il gioco aereo ha creato più di un grattacapo a Dan Quinn e soci. I problemi, non che sia una novità in casa Falcons, sono nati dalla solita pass rush inesistente che, malgrado i 2 sack prodotti, non è riuscita a mettere Brees sotto pressione.

Il 9 in casacca bianca alla fine completerà 36 passaggi su 54 tentativi per 376 yard, 3 TD e 1 int riportato in TD che, oltre a interrompere la quarta striscia di passaggi senza intercetti della storia dell’NFL (305 per l’esattezza), ha definitivamente chiuso la partita fissando il risultato su 45 a 25 con meno di un quarto da giocare.

Ottime infine le prove del corpo linebackers dei Falcons con un rigenerato Weatherspoon e con un sempre più sorprendente rookie Deion Jones che, in aggiunta ai 9 tackles complessivi, ha intercettato la palla deflettata dalla straordinaria lettura di Poole, trasformandola in una corsa da 90 yard terminata con il suo primo TD in carriera.

I Saints inanellano la terza sconfitta consecutiva che però ha un peso totalmente diverso da quelle precedenti nelle quali hanno terminato sotto di punto contro i Raiders e di 3 contro i Giants. Questa infatti, tralasciando l’impatto morale che lascerà, era l’occasione di rimettersi in pari con tutte le rivali di divisione ferme al misero record di 1-2.

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È troppo presto per considerare lo 0-3 come una sentenza ma questa sconfitta, per come è maturata, dà l’impressione che per muovere la classifica e tornare ad essere competitivi serva un qualcosa che ad oggi non c’è in casa Saints.

I Falcons fanno tesoro di un 2-1 tanto inaspettato quanto meritato, ben consapevoli che la strada per i playoff sarà una scalata che ad oggi sembra ancora fuori portata.

L’NFC South molto probabilmente si deciderà sugli scontri divisionali e quindi sarà già cruciale la prossima sfida interna contro i Carolina Panthers che potrebbe dare alla squadra georgiana un po’ d’ossigeno in vista dei prossimi scontri contro le corazzate dei Broncos a Denver, dei Seahawks a Seattle e dei Packers tra le mura amiche del Georgia Dome.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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