[NFL] Week 2: una bella giornata di sole (Miami Dolphins vs Buffalo Bills 10-29)

È una bella giornata di sole a Buffalo. Anche caldina, per essere nel nord dello stato di New York, perfetta per giocare a football. Proprio una bella domenica di settembre, e i Bills stanno finalmente per giocare l’home opener. La stagione inizia!
E abbiamo anche vinto la prima in trasferta, a Chicago; non ci speravamo ma abbiamo vinto; e anche benino, fra l’altro, i Bears non sono mica l’ultima squadra…
E si intravede già che Sammy Watkins, il giovane ricevitore uscito da Clemson, quello per cui abbiamo sacrificato la prima scelta del prossimo anno, salendo nel draft per poterlo scegliere, quello che qualcuno diceva essere il giocatore più forte in tutto questo draft che pure era bello ricco, sì, proprio quello lì, è forte sul serio. Certo, è giovane, ma si vede che “c’è”.
E Pegula? Terry Pegula, il proprietario dei Sabres, quello che alla fine ha comprato anche i Bills: ha detto che la squadra non si muove da Buffalo. Evvai, che se la compravano quegli altri, gli amici di Bon Jovi, i Bills erano belli e pronti ad espatriare a Toronto; che magari non è poi così lontana però, ‘what-the-hell’, è in Canada (‘Ca-na-da’) e comunque non è qui.
NFL: Miami Dolphins at Buffalo BillsE Jim? E Jim che dài che ce la sta facendo a vincere contro il maledetto? Guardalo lì, il nostro Jim, nella sua giacca color crema, quella dei grandi, degli immortali; lui è il nostro immortale, non c’è maledetto che tenga, nessuno ce lo porterà mai via il nostro numero 12; guardalo lì, grande Jim, guardalo che si commuove. Grande Jim… macc… sta a vedere che adesso mi commuovo pure io…
E quella scritta? Che bella…. è nuova, d’oro, unica dorata fra tutte le altre, in mezzo a tutti i nomi dei grandi che ornano il NOSTRO stadio. “Ralph C. Wilson”. Senza di lui niente di questo esisterebbe. E il suo nome adesso sarà li, il più luminoso fra tutti, e nessuno lo sposterà mai.
Sì, è proprio una bella giornata, per iniziare la stagione. Fra l’altro contro quei ‘fighettini’ della Florida. È tutto meravigliosamente perfetto. Oggi non possiamo perdere. Non oggi. Non noi. Non i miei Bills”.

Infatti, è andata come ogni tifoso dei Buffalo Bills si augurava: nella giornata perfetta, in cui non mancava nulla, i Bills hanno vinto. Ironicamente, per larga parte del tempo si è avuta l’impressione l’unica cosa mancante fosse l’avversario in campo: con l’eccezione di una parte di terzo quarto i Dolphins non sono mai stati in partita, i Bills invece non ne sono mai usciti e il risultato finale è stato l’unico possibile: Buffalo ha dominato la partita, vincendo 29-10 con pieno merito e si è portata solitaria in vetta alla AFC East.

Buffalo è una squadra, a suo modo, strana da analizzare. Nessuno mette in dubbio che ci sia del talento, né che sia in visibile crescita rispetto a qualche anno fa. Però fa parte di quel gruppo di squadre delle quali si dice “…sì, buona, però le manca ‘qualcosa’” senza specificare cosa sia questo qualcosa. Forse sarà che la preseason era andata male e EJ Manuel è stata – per dirla senza eufemismi – una schifezza, talmente brutta che molti giocatori avevano subito scaricato il giovane quarterback dalla proprie squadre di fantasy football. Forse sarà che a giocare nella AFC East rischi sempre di venire oscurato dalla luce che arriva da Boston: alla fine dell’anno la division la vincono loro, e se non succede è una sorpresa epica. O forse sarà semplicemente perché Buffalo è una piccola città, i Bills fuori dalla loro area non hanno gran seguito, gli anni scorsi poi alla fine si sgonfiavano, tanto i Bills non vincono mai eccetera eccetera. I motivi sono tanti.

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NFL: Miami Dolphins at Buffalo BillsQuel ‘qualcosa’ forse manca ancora, e forse due partite sono poche per valutare appieno i Bills di quest’anno. Però sta di fatto che sono imbattuti, hanno vinto nel finale una partita tirata a Chicago contro una squadra sulla carta più forte e hanno passeggiato contro gli stessi Dolphins (beh, almeno a leggere i nomi) che sette giorni prima avevano schiantato proprio i potenti Patriots. EJ Manuel, senza suscitare clamore, ha completamente voltato pagina rispetto alla deludente preseason e in queste due partite ha completato il 67% dei passaggi. Sammy Watkins, pur tormentato da un fastidioso infortunio alle costole (anche contro Miami, dopo i contrasti più duri, lo si vedeva tornare sulla sideline in preda ai dolori) sta dimostrando di avere veramente il potenziale per arrivare all’elite dei wide receiver NFL: per intenderci, il livello di ‘Megatron’ Calvin Johnson, AJ Green, Larry Fitzgerald e quella compagnia lì. E la front four? Contro Miami non è praticamente mai servito un blitz che fosse uno: Buffalo ha totalmente dominato la battaglia delle linee, mettendo una pressione costante addosso a Ryan Tannehill semplicemente con i quattro uomini di linea, di sicuro una delle unità più forti della intera NFL. Di sicuro, a quanto si è visto domenica, migliore di quella che ha messo in campo Miami. Perché in campo – pare – c’erano anche i Dolphins.

Dai Miami Dolphins domenica si attendeva una conferma. La prestazione convincente dell’esordio contro i Patriots li aveva messi nel mirino, ed erano attesi alla prova del nove, più o meno. Quest’anno i Dolphins fanno sul serio o sono sempre gli stessi mediocri Dolphins? La risposta uscita dalla partita di Buffalo è scontata.
Miami è stata dominata in tutte e tre le fasi di gioco: lo special team è stato ridicolizzato, concedendo 7 punti sull’incredibile ritorno di kickoff da 102 yard di CJ Spiller (che corre tutto il campo praticamente in linea retta senza essere mai sfiorato da un avversario) e rischiando di lasciarne altri 14 su un punt bloccato e un fumble su un altro punt, entrambe nel proprio territorio.

La difesa è stata molle: la tanto sbandierata linea difensiva di Miami, che aveva reso inoffensivo Tom Brady solo sette giorni prima, non è mai stata in grado di mettere la benchè minima pressione ad E.J. Manuel, e sia Cameron Wake che Olivier Vernon non si sono quasi mai visti. Un po’ meglio i linebacker, schierati con le riserve (con Jason Trusnik titolare, sottratto ai compiti di special team, e – come detto sopra – si è visto), che hanno retto l’impatto anche se non hanno mai veramente inciso.

mike wallace dolphinsE l’attacco, poi, è stato un disastro, non riuscendo a mettere mai neanche il naso nella metà campo dei Bills per tutto il primo tempo. La prima occasione in cui i Dolphins sono riusciti a mettere piede in territorio avversario è stata nel terzo quarto, quando con un paio di drive discreti, forse anche grazie ad un rilassamento della difesa dei padroni di casa, hanno segnato i propri 10 punti prima con un field goal e poi – dopo il ritorno in touchdown di Spiller che aveva portato il punteggio sul 16-3 per Buffalo – con una acrobatica ricezione ad una mano di Mike Wallace, forse l’unica cosa da ricordare di questa domenica. Subito dopo, il touchdown di Sammy Watkins ha di nuovo spostato definitivamente l’asse della gara a favore dei padroni di casa ed il quarto periodo, come i primi due, non ha mai avuto storia.

A parziale scusante di Miami possono valere gli infortuni. A quelli gravi di Donnell Ellerbe e Koa Misi, che hanno eliminato metà degli elementi a roster in un reparto (i linebacker) già di suo il più debole della squadra si è aggiunto domenica quello del running back Knowshon Moreno vittima di un infortunio al gomito tanto sfortunato quanto brutto a vedersi in tv. I Dolphins si sono così visti privati di un pezzo importantissimo del loro nuovo attacco e ciò ha esposto tutti i problemi del passing game, in cui ci sarà bisogno di molto lavoro, soprattutto (ma non solo) sulla precisione di Ryan Tannehill. È sicuramente presto per fasciarsi la testa e disperarsi, ma la certezza per Miami è sicuramente questa: il lavoro è appena iniziato.

Anche per valutare i Bills, come detto, è presto. Ci saranno altre partite e altre prove più impegnative rispetto ai mansueti delfini presentatisi domenica a Orchard Park, e molto va migliorato nella squadra per poter alla lunga reggere il confronto – ad esempio – con dei New England Patriots che non potranno che crescere. Però, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino. Anzi, da una bella giornata di sole.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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