[NFL] (TOP &) FLOP della stagione 2015: St. Louis Rams

Un attacco tragicamente incapace di essere decisivo ed una difesa tornata nella media, cui gli infortuni hanno tolto forza ed energia. Per i Rams l’ultima stagione a St. Louis è stata un mezzo disastro. Un numero di vittorie in doppia cifra e, soprattutto, i playoff restano ancora una chimera.

Partendo da uno dei pochi lati positivi, non si può non citare subito la sorpresa migliore. Todd Gurley, decima scelta nello scorso Draft, si è guadagnato il premio di Offensive Rookie of the Year, pur avendo cominciato la propria stagione ad ottobre. In 12 partite e poco più ha raccolto la bellezza di 1.106 yard in 229 portate, ovvero 85 di media a partita e ben 4.8 a giocata, con 11 giocate da oltre 20 yard e la bellezza di 10 touchdown a referto.
I 3 fumble, di cui soltanto uno poi andato perso, sono anche quanti ne ha totalizzati Tre Mason, il quale però ha corso appena 75 volte per una misera cifra di 207 yard (2.8 di media) ed un solo touchdown. Quando Gurley non è stato disponibile ci ha pensato il missile Tavon Austin a guadagnare il fantastico numero di 8.3 yard a giocata nelle 52 corse tentate, arrivando a 434 yard e 4 touchdown totali, senza fumble. Non per niente il gioco di corse dei Rams è stato il settimo nel computo NFL con 1.956 yard, ben 122.2 a partita e 4.6 a giocata, raggiungendo il sesto posto per viaggi in end zone messi a segno (16).

Todd Gurley rams

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Se dovessimo indicare un problema su tutti nella stagione di St. Louis, viene facile definirlo con un solo termine: quarterback. Nick Foles si era già reso conto l’anno passato che il magic moment vissuto nel 2013 era destinato a ridimensionarsi, ma nessuno, almeno in Missouri, si aspettava un suo crollo verticale, quando è stato scelto come timoniere dell’attacco. Il nativo di Austin, in 11 partite giocate, ha raccolto la miseria di 2.052 yard, 177.6 a partita e 6.1 a giocata, con il 56.4% al lancio e la miseria di 7 touchdown pass, di cui nessuno nelle ultime quattro prima di essere sostituito, e 10 intercetti.
Nelle restanti cinque partite ha preso il suo posto Case Keenum, atteso ad un rilancio dopo la travagliata esperienza ai Texans. Nonostante una miglior percentuale (60.8%) ed appena un intercetto, anche per lui non si può parlare di soddisfazione, essendosi fermato a sole 133.3 yard a partita e 4 touchdown pass, per una percentuale del 3.2% rispetto al totale dei lanci, che rispecchia chiaramente la delusione per le sue scarse performance.

Nonostante un running-game eccellente, dunque, l’attacco di St. Louis ha chiuso all’ultimo posto come produzione offensiva, unico sotto le 300 yard di media (297.6), il terzo peggior totale di punti segnati, appena 280 (17.5 di media), con il minor numero di giocate (920) e l’altissimo totale di 122 penalty, per un totale di 1.007 yard extra perse. Il passing-game non può che essere nettamente il peggiore, fermo a 2.805 yard, oltre 2.000 in meno del primo (4.970, Saints) ed appena 175.3 a partita. Il minor numero di touchdown pass (11) si accompagna al peggior quarterback rating complessivo (74.1), nonostante i sack subiti siano stati appena 18, il minor numero in NFL. Soltanto un elemento del parco ricevitori ha superato le 500 yard, Kenny Britt, che ha ricevuto appena 36 volte su 72 target, ma se non altro ha portato a casa 681 yard (18.9 a giocata), 11 giocate da oltre 20 yard e 3 touchdown.
Austin ha confermato quanto di buono fatto su corsa con 52 ricezioni in 86 target e 473 yard, cui ha aggiunto un team-high a quota 5 touchdown. Jared Cook si è invece fermato a 481 yard in 39 ricezioni senza alcuna segnatura e con 2 fumble procurati. Per il resto si segnalano due touchdown per Lance Kendricks e null’altro. Un baratro davvero troppo profondo per sperare di vivere una stagione da protagonisti.

Anche la difesa, per antonomasia tra le migliori in NFL, ha deluso le attese. Le 367.8 yard subite a partita dagli attacchi avversari sono il 23esimo risultato complessivo, mentre le 5.4 a giocata e i 330 punti subiti (20.6 a partita) sono nella media della Lega. La difesa contro il passing-game ha lasciato ai quarterback opposti ben 4.065 yard, 254.1 a partita e 7.2 a giocata, provocando appena 13 intercetti a fronte dei 21 touchdown pass subiti. La percentuale del 66.8% è tra le più alte concesse e non fa che peggiorare statistiche molto deludenti.

Rams defense

Meglio, ma non troppo, si è comportata nei confronti dei vari running-game. Nonostante lo score di 4 yard a portata sia di ottima fattura, il totale è comunque salito a 1.820 yard, 113.8 a partita. Fortunatamente per St. Louis sono state appena 7 le volte in cui si è lasciata strada verso la end zone ai runningback avversari. Soltanto i Giants (1.216) hanno messo a segno più tackle dei Rams (1.132), nelle prime posizioni anche in termini di sack, ben 41, mentre deficitario il numero di pass deflected (82) e di intercetti, come detto. Ben 20 i fumble forzati, di cui 13 recuperati e 2 riportati in touchdown, che si aggiungono all’unico intercetto poi trasformato in punti a tabellone.

Individualmente il dominatore della linea difensiva, Aaron Donald, è esploso per 69 tackle, 11 sack, 13 tackle for loss ed un fumble recuperato, risultando tra i migliori esponenti difensivi della stagione NFL. Forte passo indietro per Chris Long, fermo a 19 tackle e 3 sack nelle 12 uscite a cui ha preso parte e per Robert Quinn, dovuto ad un infortunio alla schiena che ne ha compromesso metà della stagione, autore di appena 21 tackle, 5 sack e 3 pass deflected.
Molto meglio ha fatto William Hayes, capace di 53 tackle, 5.5 sack e 8 tackle for loss. Peccato per Alec Olegtree, che stava vivendo una stagione da protagonista prima di soffrire di un grave infortunio contro i Cardinals nella Week 4. Oltre i 100 tackle sono andati James Laurinaitis (109) e Mark Barron (116), capace anche di ben 18 tackle for loss e 5 pass deflected. Passando quindi alla secondaria hanno messo insieme ottimi numeri Trumaine Johnson, strepitoso a quota 71 tackle, 17 pass deflected e ben 7 intercetti, oltre a Janoris Jenkins, spintosi invece a 64 tackle, 15 pass deflected e 3 intercetti. Male o malissimo, invece, tutti gli altri.

Partita dalle grandi emozioni all’esordio a St. Louis, con i vicecampioni NFL di Seattle messi al muro dalle magie di Austin e dalla buona vena di Foles, che illumina Kendricks per il touchdown del pareggio e Greg Zuerlein in overtime per field goal del successo. Il quarterback fa capire in fretta, però, che non è la sua annata ed i Redskins passeggiano sull’attacco senz’anima degli avversari. Ben Roethlisberger si infortuna, Michael Vick non illumina, ma i Rams segnano appena sei punti contro gli Steelers e lasciano loro il successo.
Il quarterback ex Eagles gioca la miglior partita dell’anno contro i Cardinals, Gurley è straripante a quota 146 yard in appena 19 portate e nulla può Arizona contro la giornata di grazia degli ospiti, subito cancellata dai quattro intercetti lanciati contro i Packers, che dominano il match in una disastrosa Week 5 per Foles e compagni. Fortuna che Gurley è indiavolato e la vince praticamente da solo con due touchdown contro i Browns, prima di metterne a segno un altro decisivo da 71 yard contro i Niners. Una prima metà stagione tra alti e bassi si chiude con la sconfitta in overtime contro i Vikings, la quale lascia comunque tutte le porte ancora aperte ai Rams per le restanti otto partite.

È qui, però, che la stagione di St. Louis assume un tono grottesco. La drammatica sconfitta subita contro i Bears, splendidamente guidati da Jay Cutler, è soltanto l’antipasto ai disastri combinati successivamente. Dapprima contro i Ravens, partita in cui Keenum perde due fumble, di cui uno decisivo per la sconfitta nel finale, propiziata da un field goal di Justin Tucker da 47 yard. Poi, tra il secondo match contro i Cardinals e la sfida contro i Bengals, l’attacco implode letteralmente e mette a segno la miseria di 10 punti totali, mentre la difesa non riesce a contenere le scorribande avversarie. Arrivano due sconfitte nettissime, che portano al definitivo cambio al timone della squadra.
Non è però Keenum l’eroe nel ritrovato successo contro i Lions, bensì ancora una volta Gurley, meraviglioso autore di 140 yard in 16 portate, con due touchdown annessi. Johnson guida la difesa nella difficile sfida contro i Bucs, al resto pensa il quarterback ex Texans nella propria miglior prestazione stagionale. St. Louis fa due su due contro i Seahawks grazie ad un superbo Hayes al comando di un reparto tornato grande, però, troppo tardi. I playoff sono lontani ed ormai irraggiungibili. La stagione si chiude in negativo con la sconfitta contro San Francisco, emblematica di una regular season da dimenticare.

Tanti sconvolgimenti sono arrivati al termine della stagione, primo tra tutti il trasferimento della franchigia da St. Louis a Los Angeles, regalando una squadra tanto attesa, soprattutto in termini economici e commerciali, alla Città degli Angeli. Il cambiamento ha portato con sé nuove necessità e senz’altro un palcoscenico tanto in vista ha avuto la sua parte nello scambio portato a termine con i Titans per ottenere la prima scelta al Draft di fine mese. I Rams hanno ceduto le scelte numero 15, 43, 45, la prima scelta del prossimo anno e le due al terzo round del 2016 e 2017 in cambio della prima e delle numero 113 e 177.

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Tennessee Titans rams draft
Resta il dubbio soltanto tra Carson Wentz e Jared Goff su chi avrà il privilegio della numero 1, ma senz’altro sarà uno di questi due quarterback a volare a LA. La squadra in estate ha perso tanti pezzi importanti nel proprio meccanismo: Jenkins è volato a New York tra i Giants, Long è ora in forza ai Patriots, Rodney McLeod ha lasciato in favore degli Eagles, Jared Cook indosserà la maglia dei Packers, mentre Laurinaitis e Nick Fairley si sono trasferiti a New Orleans. È stato usato il tag su Johnson, mentre sono stati confermati Hayes, Barron e Brian Quick. Necessità al Draft, detto del quarterback che arriverà, sono elementi utili nella secondaria e possibilmente anche un efficiente wide receiver.

Sono 11 anni che i Rams mancano all’appello nei playoff, 12 che non raggiungono un record oltre il 50% di vittorie e non vincono la NFC West alla fine della regular season. Chissà che l’aria di Los Angeles non dia nuova linfa vitale ad una franchigia da tempo nei bassifondi della Lega.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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