George Kittle: l’uomo squadra e la superstar

Essere campioni NFC è l’unica consolazione, magra ma non troppo, rimasta ai San Francisco 49ers dopo aver perso il Super Bowl in quel di Miami, ma, scrutando attentamente l’orizzonte, il futuro si prospetta roseo. Su questa barca troviamo marinai di spessore, pronti a mantenere ben saldo il timone anche attraverso tempeste e peripezie chiamate regular season e playoff, alla ricerca del Lombardi Trophy perduto: tra questi, spicca sicuramente George Kittle, un omone di 193 cm e 112 kg che di mestiere blocca e riceve come Tight End.

George Kittle nel 2019 si è messo in mostra con una stagione eccezionale, non tanto per i numeri messi a referto (5 TDs e 1.053 yard ricevute), ma per il suo potere di gestione dello spogliatoio e per la sua affidabilità in campo.

I suoi compagni gli hanno infatti assegnato il “Len Eshmont Award”, il premio di squadra più prestigioso dei 49ers, che premia il giocatore che più incarna lo spirito delle giocate coraggiose e che sono d’ispirazione e motivazione per chi è in campo insieme a lui.
Basti pensare che giocatori del calibro di Joe Montana, Jerry Rice, Bryant Young e Vernon Davis sono stati insigniti di questo onore.

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“What did you do and how did you kinda deal with everything after?”
“I went to Vegas”
“Really?”

Intervistato a NFL Total Access, ha dichiarato, con sguardo quasi beffardo, di aver elaborato la sconfitta del Super Bowl andando con alcuni compagni a Las Vegas. Sicuramente un approccio non convenzionale di chi ha appena perso l’evento sportivo più seguito al mondo, ma dimostra quanto sia fondamentale per lui avere un gruppo compatto e sereno per poter subito focalizzarsi sulla stagione successiva.
“E’ stata una buona stagione, non dovevamo rimanere lì seduti a compiangerci, così siamo andati a divertirci un po’.” 

Il suo impatto sulla linea di scrimmage è stato devastante e costante per tutta la stagione, tanto da guadagnarsi un altro premio, questa volta non assegnatogli dai suoi compagni di squadra, ma dal Pro Football Focus, il “PFF Dwight Stephenson Award”.
Per chi non sapesse cosa sia, questo sito considerato attendibilissimo negli States, attribuisce a ogni giocatore un punteggio che va da 0 a 100 e ogni snap contribuisce a questo totale stagionale: per essere più chiari, una giocata disastrosa vale -2 punti, mentre il passaggio della vita di 50 yds game-winner +2; ad ogni modo, il sito ufficiale spiega nei dettagli come sono assegnati questi valori da 600 analisti.

1. TE George Kittle, S.F. 49ers – 95.0
2.
DT Aaron Donald, L.A. Rams – 93.7
3.
G Brandon Brooks, Philadelphia Eagles – 92.9
4. QB Ryan Tannehill, Tennessee Titans – 92.5
5. DT Cameron Heyward, Pittsburgh Steelers – 91.5
6. DE T.J. Watt, Pittsburgh Steelers – 91.3

Il fattori più influenti sono stati l’alta percentuale di passaggi completi (85 su un totale di 107 lanciati verso di lui) e la sua forza fuori dal comune nei blocchi per permettere le corse: quest’ultima è un’arma che a coach Shanahan può fare molto comodo per ampliare il numero di run nel suo playbook e qui sotto abbiamo un esempio più che dimostrativo.

Kittle Block

Ora i 49ers stanno contrattando con l’agente del giocatore, che non rilascia dichiarazioni, per poter allungare il suo contratto e renderlo così il Tight-End più pagato della storia.
Il draft ha portato a Santa Clara un nuovo TE, scelto alla 190esima assoluta (6° Round), Charlie Woerner da Georgia University: un ragazzo che è stato utilizzato per di più nei blocchi che nelle ricezioni, considerato che in 4 anni di college ha collezionato solamente 34 catch per 376 yds e un solo TD. Il suo compito sarà quello di far tirare il fiato al buon George, considerato che nella stagione appena conclusa è stato sulla linea di scrimmage per il 90% degli snap, e il 97% nella post-season.

Vedremo se con questo giovane sostegno, sarà in grado di dare il suo apporto in maniera ancora più significativa e portare a Jimmi G & company il tanto ambito trofeo, sfuggito per un nonnulla pochi mesi fa.

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Andrea Arsuffi

30 anni. Prima volta negli States nel 2008 a San Diego. Vidi LaDainian Tomlinson correre e nacque l’amore per il football. Speranzoso di vedere un Italia più “prolata”… un giorno…

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