Uno sguardo al 2023: Seattle Seahawks

I Seattle Seahawks arrivavano ad inizio stagione con la speranza di migliorare i risultati del 2022, forti di un ottimo Draft e di un roster che, sulla carta, avrebbe dovuto essere più forte. Ma le cose non sono andate esattamente come sperato… andiamo quindi ad approfondire le motivazioni.

COME DOVEVA ANDARE…

Tutto era apparecchiato non solo per confermare quanto di buono fatto nella stagione precedente, ma addirittura migliorare, non tanto nel numero di vittorie in sé, ma nella crescita organica della squadra, in particolar modo dal lato difensivo. Gli investimenti fatti nel draft, Devon Whiterspoon (pick n.5 assoluta) e Derick Hall su tutti, così come quelli in free agency, con il pesante investimento fatto su Dre’Mont Jones, gli arrivi di Julian Love e in seguito Leonard Williams, per chiudere con il rientro di Adams, dovevano assolutamente migliorare le brutte prestazioni difensive mostrate nella stagione 2022.

Oltre ai nomi citati, per rinforzare la difesa contro le corse i Seattle Seahawks avevano deciso di riportare a casa anche Bobby Wagner, di ritorno dopo l’anno ai Rams, insieme a Devin Bush, LB che provava a rilanciare la propria carriera dopo gli infortuni gravi subiti negli ultimi anni a Pittsburgh. L’attacco dei Seahawks invece veniva riconfermato quasi in blocco: la linea veniva rinforzata con l’arrivo del centro Evan Brown; il parco ricevitori con l’innesto due rookie: Jaxon Smith-Njigba, al primo giro e Jake Bobo come undrafted free agent, infine anche il backfield con ben due Runningback: Zach Charbonnet da UCLA scelto al secondo giro e Kenny McIntosh da Georgia al settimo.

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…E COME E’ ANDATA

Male. Purtroppo non ci sono mezzi termini, la stagione dei Seahawks è andata male ed è stata pesantemente al di sotto delle aspettative perché i miglioramenti attesi non sono arrivati e, anzi, il reparto offensivo, seppur capace di giocare anche partite importanti, con il passare delle settimane è diventato molto più prevedibile, non riuscendo mai a sfruttare appieno tutte le armi a disposizione dell’offensive coordinator Waldron.

Proprio Shane Waldron è stato probabilmente quello ad aver fatto il più pesante passo indietro, dopo la positiva stagione 2022 che lo aveva portato anche ad essere candidato come possibile futuro Head Coach qualora si fosse riconfermato anche nel 2023. Invece, al contrario, Waldron ha dovuto salutare i Seattle Seahawks per accasarsi ai Chicago Bears, a seguito dell’operazione di rinnovamento avviata da Jodie Allen.

https://twitter.com/Bwagz/status/1768036905952968952

Ma il vero tallone d’Achille della squadra è stata purtroppo la difesa, la quale, nonostante tutti gli innesti sopra citati, ha mostrato ancora una volta tutti i difetti della stagione precedente, talvolta pure accentuati.
Il mancato approdo ai playoff, alcune sconfitte davvero imbarazzanti (Pittsburgh su tutte) e il declino costante di un reparto che era stato per anni il fiore all’occhiello per la franchigia, hanno convinto la proprietà a decidere di chiudere l’era Pete Carroll; decisione che, per quanto sofferta, è sembrata più che sensata alla luce dei risultati rapportati alle aspettative di inizio stagione.

COSA HA FUNZIONATO…

Sebbene sia ancora un cantiere aperto e sia stata falcidiata dagli infortuni per tutta la stagione, la linea offensiva ha dimostrato solidità lungo tutto l’arco della stagione, soprattutto se si considera che il reparto titolare al completo si è visto solamente in alcuni spiragli, senza alcuna continuità.

https://twitter.com/hawkmania4/status/1775510205624930632

Sul fronte ricevitori ovviamente non ci si può lamentare: con un terzetto formato da DK Metcalf, Tyler Lockett e il rookie Jaxon Smith Njigba, il problema più grande era fornire a tutti le stesse possibilità di segnare TD, senza dimenticare Ken Walker III, vero motore dell’attacco. Quando è mancato Walker, si è visto un gioco sterile e poco efficace che è coinciso con buona parte delle sconfitte della stagione.

Merita una menzione a parte Geno Smith. Il QB numero 7 non sarà mai un fenomeno, ma ha dimostrato di essere un giocatore solido, affidabile e soprattutto di saper gestire le situazioni cruciali in maniera corretta. Grazie alla sua freddezza, molte vittorie sono avvenute nei minuti finali con l’attacco in campo.

La stagione non è stata quindi completamente da buttare, in quanto gli infortuni nella OL e le problematiche in difesa hanno oscurato un attacco che, a dispetto delle previsioni iniziali, ha quasi sempre fatto il proprio dovere.

I Seahawks potranno ripartire proprio dalle certezze che questo reparto potrà dare, visti i pochissimi cambiamenti apportati.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Anche se, in linea generale, tutta la difesa non ha funzionato, puntiamo dritti il dito sul reparto che doveva essere il fiore all’occhiello della squadra e che invece si è rivelato il punto debole numero uno: le safety.

Da due giocatori come Quandre Diggs e Jamal Adams ci si aspettava un dominio totale nel profondo, anche in virtù dell’investimento fatto su di loro con i recenti rinnovi contrattuali; tuttavia, la condizione fisica non eccezionale, i continui missed tackle e le pessime letture hanno portato caos e poca sicurezza, che si è mostrata palesemente nella conversione dei terzi down degli attacchi avversari.

L’unica nota positiva del reparto è stata l’arrivo di Julian Love, che sarà probabilmente colui che guiderà il reparto nella prossima stagione.

Se i defensive back piangono, anche la linea difensiva non ride. Certamente il grave infortunio che ha chiuso in anticipo la stagione di Uchenna Nwosu ha pesato notevolmente su una linea che aveva, almeno inizialmente, mostrato bei numeri, ma senza mai garantire la dovuta continuità. Nella mediocrità del reparto, è emerso per fortuna Boye Mafe, che, dopo una stagione da rookie vissuta come comprimario, ha trovato solidità e fornito prestazioni assolutamente convincenti, anche aiutato dall’infortunio di Nwosu. 

Il front seven guidato da Clint Hurtt era partito infatti con il piede sull’acceleratore, soprattutto in run defense; dopo l’amara stagione 2022, nelle prime 5 week il reparto era ai primi posti assoluti in NFL, salvo poi crollare in maniera repentina per terminare la stagione tra le peggiori difese contro le corse.

Colpevole del tracollo è stato anche il reparto linebacker: la cabina di regia formata da Jordyn Brooks e Bobby Wagner, stendendo un velo pietoso su Devin Bush, ha avuto evidenti limiti in copertura e non poteva durare di soli tackle.

Problemi cronici come i missed tackle, le letture sbagliate, la poca comunicazione tra reparti, le facili conversioni di terzi down sono stati tutti campanelli di allarme, che poi sono diventati una sentenza al termine della stagione per un coaching staff che non è riuscito, nel corso degli anni, a trovare una soluzione a questi dilemmi, mostrando di essere arrivato al capolinea. 

E ADESSO?

Probabilmente questo è davvero l’anno zero per i Seattle Seahawks, perché il cambiamento non ha riguardato semplicemente il ruolo di Head Coach, ma ha coinvolto la grande maggioranza del coaching staff. Insieme a Mike MacDonald, subentrato a Pete Carroll, sono arrivati infatti un nuovo Offensive Coordinator (Ryan Grubb), un nuovo Defensive Coordinator (Aden Durde) e un nuovo Special Teams Coordinator (Jay Harbaugh).

Oltre ai ruoli principali, anche gran parte dello staff di supporto è stato totalmente rimpiazzato, ma l’evoluzione più importante riguarda senza dubbio il ruolo di John Schneider; Jodie Allen ha infatti deciso di dare pieni poteri all’attuale General Manager, che al contrario, fino ad oggi aveva sempre condiviso le decisioni più importanti con lo storico Head Coach.

Per quanto riguarda gli interpreti in campo, certamente il reparto che ha subito il maggior stravolgimento è stata la difesa, con il saluto a Bobby Wagner (per la seconda volta in tre anni), il mancato rinnovo di Jordyn Brooks e i tagli di Quandre Diggs e Jamal Adams in secondaria.
MacDonald ha preferito la freschezza all’esperienza, considerando anche che fino ad oggi in free agency non sono stati firmati grossi nomi ma sono stati scelti giocatori giovani con molto upside, anche se quasi tutti con contratti brevi.

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La stagione 2024 potrebbe essere considerata come una stagione di transizione, in cui accumulare proprio l’esperienza che manca per poi puntare al grande salto nel 2025, sperando ovviamente in un Draft proficuo, soprattutto nei ruoli chiave.

Nella tre giorni di Detroit, ormai alle porte, John Schneider dovrebbe puntare a rinforzare le trincee, soprattutto quella offensiva (o almeno questo è l’auspicio di chi scrive e della maggior parte dei 12s), sfruttando quella che, a detta degli esperti, è una delle classi più profonde degli ultimi anni proprio nel reparto degli offensive linemen.

I Seattle Seahawks sono in una fase di profondo rinnovamento, iniziato due anni fa con l’addio a Russell Wilson e proseguito con l’addio dell’Head Coach più vincente della storia della franchigia.
La nuova gestione avrà l’arduo compito di migliorare i risultati conseguiti da Pete Carroll, sperando ovviamente che questo non richieda troppo tempo, anche perché, in questo momento, quello ad essere più sotto esame è John Schneider, l’unico “reduce” dello storico trio che ha portato Seattle sul tetto del mondo.

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Seahawks Nest Italia

Tre amici e una grande passione per i Seattle Seahawks. Simone Faccini, Marco Bernardi e Marco Cherubini sono gli autori di Seahawks Nest Italia, il primo podcast in italiano sui Seahawks ma anche una comunità e un punto di ritrovo per tutti i 12s in Italia.

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