Uno sguardo al 2023: Cincinnati Bengals

Mai nessuno ha vinto la AFC North per 3 anni consecutivi e i Cincinnati Bengals non hanno fatto eccezione.

Partiti con il favore del pronostico hanno avuto le prime avvisaglie che l’annata non sarebbe andata come sperato già dal secondo giorno di training camp, quando il quarterback Joe Burrow ha patito un infortunio al polpaccio che lo avrebbe limitato per le prime quattro partite di regular season. Le difficoltà di inizio campionato sembravano essere superate con il recupero di condizione da parte del leader dei Cincinnati Bengals, ma le speranze di arrivare al Super Bowl sono naufragate con il suo grave infortunio in Week 11, in cui ha patito la rottura del legamento del polso che ha messo fine anticipatamente alla sua stagione.

Nonostante il backup quarterback Jake Browning abbia sorpreso tutti acquisendo sicurezza di settimana in settimana, i Bengals, a causa di una difesa che non è riuscita a ripetersi sui livelli degli scorsi anni, sono riusciti solo a sfiorare i playoff senza però raggiungerli. La stagione si è sicuramente conclusa lasciando l’amaro in bocca a tutti i tifosi per non aver realmente mai avuto l’opportunità di giocarsi le proprie chance di vittoria con un Joe Burrow sano in campo. Questo alibi non deve però far passare sottotraccia delle incrinature che già si erano viste negli anni passati e a cui non si è riuscita a trovare soluzione.

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COME DOVEVA ANDARE…

L’arrivo in free agency di un pezzo pregiato come il left tackle Orlando Brown Jr, con relativo spostamento a right tackle di Jonah Williams, sembrava poter risolvere una volta per tutte il problema di un’offensive line che si era dimostrata, nei due anni precedenti, la zavorra che impediva di spiccare il volo a un attacco pieno di talento. La continuità nel coaching staff, che era stato confermato in blocco per il quinto anno consecutivo, dava una certa tranquillità nello sviluppo della squadra e nell’inserimento dei nuovi giocatori, in particolar modo della secondaria difensiva.

L’obiettivo dichiarato era sicuramente il Super Bowl e il roster era così competitivo da poter affrontare la classica partenza a rilento, marchio di fabbrica di Zac Taylor, sapendo di potersi far trovare pronti e in forma a gennaio quando più conta.

…E COME È ANDATA

Come non ci si sarebbe mai aspettato; i guai fisici di Burrow hanno fatto deragliare la stagione al punto da arrivare a non raggiungere nemmeno i playoff. I problemi del 2022 si sono acuiti in questa stagione anziché risolversi e l’offensive line, pur rimanendo sana e potendo schierare sempre lo stesso quintetto per tutta l’annata, si è per l’ennesima volta dimostrata l’anello debole di questa squadra, a dimostrazione che il problema principale sembra essere l’offensive line coach Franck Pollack.

Ancora più sorprendente è stato il pessimo rendimento della difesa, che, dopo due campionati al vertice, ha palesato tutte le difficoltà in pass rush e si è dimostrata particolarmente permeabile alle corse avversarie, già prima dell’infortunio in week 15 di Reader, ma il reparto che più ha sofferto è stata la secondaria, che, dopo aver visto partire in offseason entrambe le safety titolari, non ha trovato un assetto stabile, concedendo un numero elevatissimo di big play agli attacchi avversari.

In estrema sintesi una stagione davvero da dimenticare.

COSA HA FUNZIONATO…

Se l’anno scorso si poteva tranquillamente rispondere quasi tutto a questo quesito, quest’anno si può con certezza dire quasi niente. Andando a cercare però gli aspetti positivi di una stagione difficile, si possono sicuramente citare le prestazioni di alcuni singoli.

Il defensive end Trey Hendrickson ha dimostrato per l’ennesima volta di fare reparto da solo, mettendo a segno ben 17,5 sack e posizionandosi al secondo posto della lega in tale classifica. Il cornerback al secondo anno, Cam Taylor-Britt, ha compensato il difficile recupero di Awuzie dalla rottura del legamento crociato del ginocchio, conquistandosi il ruolo di CB1. Anche i rookie Battle (safety), Iosivas (wide receiver) e Brown (runningback), hanno dimostrato di poter ambire a un ruolo da titolare a questo livello, mentre Murphy (defensive end), Turner (cornerback) e Jones (wide receiver) fanno fatto vedere il loro talento soltanto a sprazzi, ma avranno sicuramente modo di rifarsi nella prossima stagione.

La vera sorpresa della stagione è stata però sicuramente il backup QB Jake Browning. Dopo una preseason non memorabile, nonostante sia riuscito comunque a conquistare il ruolo di QB2 ai danni del favorito in partenza Trevor Siemian, ma è legittimo domandarsi quanto sia stato merito suo e quando demerito di Siemian, dava così poca affidabilità al coaching staff che ad inizio stagione gli veniva preferito un Burrow zoppo senza alcuna mobilità. Quando nella partita con i Ravens Burrow ha dovuto chiudere anticipatamente la propria stagione, nei tifosi dei Bengals si è solamente più pensato se si sarebbe riusciti a vincere almeno un’altra partita e invece, ad eccezione del suo esordio da starter contro gli Steelers, pesantemente condizionato dall’incapacità del coaching staff di adattare il playbook al suo stile di gioco, ha dimostrato qualità davvero insospettabili. Calma, sicurezza, varietà di chiamate, mobilità dentro e soprattutto fuori dalla tasca, sono state solo alcune delle belle caratteristiche di questo giocatore, che, partita dopo partita, ha trascinato la squadra ad un passo dai playoff, facendo capire di avere i numeri per avere un futuro in NFL e di essere un solido backup QB e forse qualcosa di più se inserito nel giusto ambiente attorniato da un elevato livello di talento offensivo.

Il coaching staff in attacco, costretto dall’assenza di Burrow, ha sicuramente dimostrato un miglioramento, con delle chiamate di Zac Taylor più convincenti, finalizzate a massimizzare i guadagni in funzione di quello che concedevano le difese avversarie, della serie: quando la difficoltà aguzza l’ingegno.

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… E COSA NON  HA FUNZIONATO

La difesa è stata sicuramente la vera delusione della stagione. Se già nelle precedenti stagioni venivano concesse troppe yard agli avversari, era comunque difficile che queste portassero a big play o a tanti punti subiti, perché c’era sempre una giocata difensiva che riusciva a bloccare l’attacco avversario o quanto meno a limitarlo al field goal. Purtroppo la mancanza di comunicazione in secondaria, dovuta alla scarsa esperienza di Battle e Hill, e il fallimento del free agent Scott, ha davvero aperto delle voragini di cui gli attacchi avversari hanno avuto vita facile ad approfittarsi. Anche la coppia di LB Wilson e Pratt, che ha sempre garantito affidabilità in mezzo al campo, ha giocato molto al di sotto dei propri standard, con parecchi ritardi nelle letture che hanno favorito il gioco di corsa degli avversari. Davvero è sembrato che la difesa di Anarumo si sia imbattuta in un’annataccia dove nulla funzionava per il verso giusto.

Le valutazioni sull’attacco sono sicuramente più complicate dal momento che non si è potuto contare su Burrow per lunghi periodi della stagione. Quando è stato sano la squadra sembrava aver superato molti dei propri problemi, ma, come sempre, il campione di Cincinnati tende a mascherare con il suo talento parecchie problematiche, che vengono alla ribalta in caso di sua assenza o di scarsa condizione.

L’ offensive line come al solito è stata una delle peggiori della lega nonostante avesse tutti i titolari al proprio posto per tutta la stagione e pure il running game, nonostante Mixon abbia superato le 1000 yard, non è mai sembrato in grado di essere incisivo per vincere le partite. Paradossalmente l’inserimento di Browning in cabina di regia ha dimostrato come il continuare a mettere Burrow nella sua confort zone con attacco in shotgun perenne e con assenza di playaction, avvantaggia le sue letture ma complica la vita a tutto il resto della squadra, che si trova delle difese che non hanno l’incertezza dell’imprevedibilità della chiamata e riescono ad essere più aggressive e mettere in crisi OL e running game. La speranza è che vedendo l’evoluzione del playbook con Browning e la maggior efficacia di alcune sue chiamate, come un uso più consistente dei passaggi ai Tight End, possano convincere Burrow e il coaching staff a rivedere alcune delle loro convinzioni rendendo il gioco dei Bengals più vario e imprevedibile.

Un’altra nota estremamente negativa è stato il punter Robbins, che, al suo primo anno in NFL, si è classificato 31° per lunghezza media di calcio; resta da vedere se si sia trattato solo di difficoltà di adattamento alla NFL o si rivelerà una pick sprecata.

E ADESSO?

Si ricomincia da capo, dall’obiettivo più importante da quando Burrow è approdato ai Bengals: mantenerlo sano e protetto. L’arrivo di Trent Brown in free agency va in quella direzione, in modo da avere 5 OL esperti, di cui ben 4  che han già messo un anello al dito. L’inserimento di un tight end talentuoso in ricezione come Gesicki è sicuramente volto a esplorare un ruolo che negli schemi offensivi di Zac Taylor è sempre stato trascurato. La sostituzione di Mixon con un duo dinamico come Zack Moss e Chase Brown può dare quell’esplosività che tanto è mancata ai Bengals nell’ultimo anno. I big play offensivi saranno sicuramente una chiave che il nuovo offensive coordinator Dan Pitcher inserirà come principale obiettivo del suo attacco, perché quando hai un duo come Burrow e Chase non puoi vivere di passaggini conservativi e check down.

Anche per la difesa i big play saranno la parola d’ordine, perché dovranno essere limitati in maniera molto più incisiva rispetto al disastro della passata stagione. L’inizio della free agency è stato solido andando a colmare delle posizioni che destavano più di qualche sospetto. La partenza di Reader ha destato preoccupazione nella difesa sulle corse, ma l’inserimento di Rankins, che darà più pressione ai QB avversari, e qualche pick al draft potranno migliorare l’asfitticità di una DL che si affida sempre e solo su Trey Hendrickson.

I Cincinnati Bengals hanno sicuramente tutte le carte in regola per tornare ai playoff e farlo da protagonisti, ma la stagione scorsa deve insegnare a Zac Taylor che non si può dare nulla per scontato e che, in una lega così equilibrata, basta poco per incappare in un’annata storta e che bisogna giocare ogni partita al massimo per cercare di non ritrovarsi a guardare la postseason dal divano, specie in una division impegnativa come la AFC North.

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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2 Commenti

  1. Neanche una parola sui Wide reciver?i bengals sono quasi arrivati ai playoff anche grazie ad alcune ricezioni impossibili del 1 e del 5

    1. Come sempre di temi in più da trattare ce ne sarebbero mille. Ho omesso, forse per non girare il coltello nella piaga, che i Bengals non sono andati ai playoff per un drop clamoroso in end zone di Boyd che storicamente è una sicurezza.
      Chase ha fatto una buona stagione; Higgins, tolto il TD spettacolare contro i Vikings, ha invece avuto una stagione pesantemente sottotono complici gli infortuni e il pensiero del contratto.

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