Striscia vincente (Carolina Panthers vs Houston Texans 24-9)

Carolina passa sul campo dei Texans nonostante un paio di grosse occasioni perse nella red zone avversaria. Si dice nei “gialli”, che “tre indizi fanno una prova”: il motto potrebbe adattarsi ai Panthers intendendo che tre vittorie fanno una seria candidatura ai play-off.

Cronaca

Dopo un Three & Out a testa, i Panthers vanno in end zone al loro secondo possesso con una corsa di 8 yard di Sam Darnold che chiude un lungo drive nel quale spiccano due pass, uno di 29 e uno di 26 yard per il solito D.J.Moore. L’attacco di Houston non ingrana, e i Panthers nel successivo possesso, dopo aver guadagnato quasi 90 yard sono fermati su  un “Quarto e Goal dalle 5 yard  dall’ottima opposizione della difesa di Houston.  Nel frattempo Carolina perde Christian McCaffrey per infortunio. Nei minuti successivi assistiamo a una serie di punt da parte di entrambe le squadre, poi, dopo il “Two minutes warning”, improvvisamente Davis Mills, il rookie da Stanford, si accende e conduce un ottimo drive che, anche grazie a un gran pass di 30 yard per Brandin Cooks, conclude con un TD pass da una yard per Anthony Miller. Il calcio di trasformazione do Joey Slye finisce largo e si va al riposo sul 7-6.

Nel terzo quarto i Panthers danno una sferzata alla partita e vanno in TD con un rush di 8 yard del TE rookie Tommy Tremble, poi, riconquistato l’ovale dopo l’ennesimo punt dei Texans, vanno ancora nella red zone avversaria. Stavolta, sul “Quarto e uno” dalle tre yard, decidono di ricorrere a Zane Gonzalez che centra i pali con un comodo FG da 21 yard. All’inizio del quarto periodo Houston cerca di restare in partita con un FG da 52 yard di Slye, portandosi a otto punti di distacco, ma nel possesso successivo Darnold chiude i giochi portando l’ovale in end zone con una corsa di otto yard dopo aver “consumato” cinque minuti con un sapiente mix di passaggi e corse.

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Commento

Una partita che, nonostante il punteggio in equilibrio per i primi due quarti, in realtà ha messo subito in chiaro la superiorità dei Panthers che, con la terza vittoria consecutiva, sia pure contro un’avversaria non irresistibile, si confermano come autorevoli candidati a un posto in post-season sia pure in una Division molto competitiva. La conferma più piacevole è certamente quella di Sam Darnold: che, dopo l’esperienza negativa ai Jets, appare trasformato ora che è inserito in un complesso dagli automatismi ben funzionanti.  I numeri parlano per lui: 23 completi su 34 e 304 yard guadagnate, senza TD pass ma con due TD segnati personalmente.  Se un appunto si può fare a questa squadra è la difficoltà che ha mostrato nella red zone. Per due volte si sono trovato a un passo dalla linea di meta e sul “quarto e goal” hanno portato a casa soltanto un Field Goal: un aspetto che contro squadre più attrezzate di Houston può risultare penalizzante.

Un segnale molto positivo, invece, è venuto dal gioco di corsa: l’infortunio che ha costretto Christian McCaffrey a lasciare il campo sembrava inizialmente aver tolto ai Panthers un’arma fondamentale. Invece, grazie al supporto di una linea d’attacco disciplinata, il giovane Chuba Hubbard, rookie da Oklahoma State, ha portato palla per 52 yard mantenendo viva l’alternativa al gioco aereo e favorendo così anche le prestazioni dei ricevitori, tra i quali ha fatto la parte del leone il solito D.J.Moore, 126 yard con otto ricezioni, ben coadiuvato da Terrace Marshall (4 su 5 per 48 yard), un altro rookie da Louisiana State e ancora Chuba Hubbard, che ne ha guadagnate altre 27 con tre catches.

Il resto lo ha fatto la difesa, che ha blitzato molto, sottoponendo il malcapitato Mills a quattro sack e un paio di fumbles e tutto l’attacco a numerosi “tackles for loss”. Insomma, sembra che il lavoro iniziato l’anno scorso da coach Matt Ruhle, che ha inserito diversi giovani talenti, cominci a dare buoni risultati. Aspettiamo però  di vederli alle prese con antagonisti più  coriacei, perchè se è vero che la scorsa settimana hanno strapazzato i New Orleans  Saints, le altre due vittorie sono arrivate contro Jets e Texans, avversari non certo irresistibili. Il prossimo turno, contro Dallas, potrebbe darci indicazioni più precise.

Che dire dei Texans? Privi del QB che li aveva portati a stagioni positive e, in difesa, di A.J.Watts, sembrano ancora abbastanza disorientati.  Davis Mills, il QB che nel turno precedente ha esordito subentrando all’infortunato Tyrod Taylor, ha fatto quello che ha potuto, sottoposto alla pressione della difesa avversaria che è riuscita spesso e volentieri a mettergli le mani addosso. Le cose migliori, in realtà molto promettenti, le ha fatte nel drive che ha portato all’unico TD alla fine del primo tempo. Le sue statistiche parlano di 11 completi su 28 per 168 yard, la maggior parte delle quali, 112, guadagnate da Brandin Cooks, il target preferito, con 9 ricezioni su 11. Quello che è stato deficitario è stato il gioco a terra, che ha prodotto solo 42 yard nette, conseguenza delle frequenti perdite di terreno causate dai placcaggi dietro la linea. Nella battaglia tra le due linee, la DL di Carolina ha sovrastato nettamente la OL di Houston. Molto meglio è andata la difesa, che ha cercato di arginare l’attacco avversario, limitando il passivo a termini per lo meno non umilianti. Per Houston si prospetta una stagione avara di soddisfazioni, nonostante militi in una Division che per ora non ha ancora espresso una squadra dominante. All’orizzonte ci sono la trasferta a Buffalo e la visita dei Patriots, due impegni difficili: vedremo…

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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