I Cowboys fanno sul serio (Philadelphia Eagles vs Dallas Cowboys 21-41)

A quasi un anno dal terribile infortunio alla caviglia che gli ha fatto perdere quasi tutta la stagione 2020, Dak Prescott torna a giocare all’AT&T Stadium di Arlington, Texas. I Cowboys nelle prime due settimane hanno affrontato, fuori casa, due squadre con alte ambizioni, Buccaneers e Chargers, e con entrambe non hanno sfigurato, perdendo di un field goal con i primi e vincendo sempre di 3 punti con i secondi. Rispetto all’anno passato, che ha visto la peggior difesa nella storia della squadra, quanto a punti concessi, Jerry Jones ha posto l’enfasi sul miglioramento di questo reparto cambiando il terzo defensive coordinator negli ultimi 3 anni, in Dan Quinn, ex head coach degli Atlanta Falcons. Inoltre è stato investito anche un notevole capitale visto che le prime sei scelte al draft 2021 sono andate in giocatori dal lato difensivo del pallone.

Gli Eagles dopo che erano stati dati tra le peggiori squadre della lega prima dell’inizio della stagione, per le incognite date dal nuovo coaching staff e il roster, tra infortuni, alcuni veterani dal sicuro rendimento e molti giovani che devono ancora provare il loro valore, hanno sorpreso tutti asfaltando i Falcons la prima partita e perdendo di poco con gli ambiziosi 49ers.

Considerazioni

L’attacco di Kellen Moore sembra giunto a piena maturazione, anche come padronanza da parte del franchise quarterback Dak Prescott, che appare pienamente in controllo della offense quando questa è in campo, con audible alla linea di scrimmage e precisione ed efficacia nella distribuzione del pallone. La cover 2 zone degli Eagles non è riuscita per tutta sera a fermare le corse dei Cowboys, la linea offensiva di Dallas è stata dominante nel run blocking, con raddoppi sui defensive tackle all’interno, i più pericolosi sulla linea di Philadelphia, Fletcher Cox e Javon Hargrave, e i linebacker non avevano mai linee pulite per arrivare al runningback che sorpassava sempre la linea di scrimmage prima di entrare in contatto con un placcatore. Risultato di tutto ciò è stato che il “one-two punch” dei Cowboys ha corso sulla difesa degli Eagles, Ezekiel Elliott ha avuto una prestazione vintage per lui, 17 portate per 95 yds e 2 TD, Tony Pollard 11 portate per 60 yds, il primo con una media di 5.6 yds per portata, il secondo di 5.5, per dare l’idea dell’efficacia del running game, che nei fatti ha trascinato i Cowboys, visto che quando questo funzionava, ha aperto gli schemi di play-action e i passaggi per l’attacco visto che costringeva i linebacker ad abboccare alla finta di corsa e il defensive coordinator Jonathan Gannon ha iniziato a portare nel box la safety Anthony Harris, lasciando da solo al centro del campo una riserva come Marcus Epps, subentrato al posto dell’infortunato K’Von Wallace.

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La difesa della squadra con la stella sul casco ha giocato ottimo “complementary football” con i due reparti che si sono aiutati e sostenuti reciprocamente, senza che uno dovesse sopperire alle mancanze dell’altro. La difesa, dopo aver ottenuto il maggior numero di takeaways nelle prime 2 giornate in tutta l’NFL (6) si è confermata su ottimi livelli sotto la guida esperta di Dan Quinn, che non sarà un’elite head coach ma come defensive coordinator può condurre un reparto difensivo ad essere degno di vincere un Lombardi Trophy. I difensori dei Cowboys hanno volato per il campo, Trevon Diggs si sta confermando in grado di essere un cornerback one, oltre al pick six effettuato a inizio terzo quarto (su cui è vero che Hurts aveva lanciato leggermente arretrato il pallone ma è subentrata anche la sfortuna della scivolata di Smith), ha annullato Devonta Smith, leggendo alla perfezione le tracce e gli occhi di Jalen Hurts, forse entrambi troppo banali, avendo potuto i ricevitori o play caller di Philadelphia punire l’aggressività di Diggs nell’irrompere sulla traiettoria del pallone magari con una “double move” da parte del ricevitore. Micah Parsons è un freak atletico, da quando ha sostituito DeMarcus Lawrence come defensive end sta sorprendendo in positivo, è stato draftato per giocare off-ball linebacker, ma con la sua rapidità e lunghezza, essendo 6‘3” (1,90 m), 245 pounds (111 kg), sarà interessante vedere come si comporterà Dan Quinn quando DeMarcus Lawrence tornerà dall’infortunio, se utilizzerà prevalentemente Parsons come edge rusher o linebacker, di sicuro dovesse mascherarne a dovere le intenzioni e le assegnazioni sarà un bel grattacapo per i centri e quarterback avversari quando si tratterà di determinare lo schema di protezione prima dello snap.

La difesa di Philadelphia si conferma eccellente nel portare pressione con i quattro uomini della linea difensiva, tra i quali in questa stagione si sta distinguendo Javon Hargrave, che ieri ha causato il fumble di Prescott nella propria end zone recuperato da Cox per il touchdown del momentaneo pareggio del 7-7, e che in stagione ha già 4 sack, 6 QB hits, 5 tackle for loss, il fumble forzato già citato e 18 tackle complessivi, distruttivo. Nel complesso la copertura a 2 a zona degli Eagles è stata esposta dai Cowboys, e il coaching staff degli ospiti è sembrato cambiare poco per mettere delle pezze, salvo l’abbassamento della safety Harris più vicino alla linea di scrimmage, forse anche per la qualità del personale difensivo, che a parte nella defensive line, a linebacker e defensive back (fatta eccezione per Slay), non dispone di fenomeni.

L’attacco è stato in campo pochissimo, basti pensare che nell’arco dei primi due quarti gli Eagles hanno giocato meno azioni di quanti sono stati i primi down ottenuti dai Cowboys, e come tempo di possesso Philadelphia fa registrare 25:02 contro i 34:58 di Dallas. Jalen Hurts non ha giocato bene, è stato impreciso, lanciando troppo corto su traiettorie medio/lunghe, come nel caso del primo intercetto di Anthony Brown o il passaggio di 41 yds per Quez Watkins, dove è stato il ricevitore a doversi fermare per andare fisicamente a cercare il pallone, o il suo secondo tentativo del terzo quarto dove ha mancato Goedert liberissimo su una drag route che dopo la presa sarebbe potuto anche arrivare nella end zone.

Per i tifosi Eagles non è il caso di andare nel panico, la squadra è in rebuilding, con tante scelte nei prossimi draft e un nuovo zoccolo duro del roster da costruire e reperire in futuro; ha di fatto alla guida un quarterback e head coach rookie, considerando che questa era la settima partita da starter per Jalen Hurts, si tratta a tutti gli effetti di un esordiente. Inoltre si è visto che passando più tempo in campo anche Hurts ha migliorato la sua prestazione quanto a qualità dei lanci e letture; può sembrare cliché ma ogni partita, in particolare sconfitta, sarà per questa squadra un’occasione di crescita, vista anche la responsabilità che Hurts e coach Sirianni si prendono, anche al di là del necessario, per le sconfitte. Da monitorare sono gli infortuni, con gli Eagles che hanno chiuso la partita con soli due o-linemen titolari in campo, rievocando spiacevoli ricordi della scorsa stagione, Seumalo infortunatosi al piede a partita in corso dovrebbe aver concluso la sua stagione, Brooks dovrebbe tornare tra 6-8 settimane, Mailata ha perso il Monday Night per una distorsione al ginocchio ma non dovrebbe stare fuori a lungo.

Per la prima volta dopo anni, oltre il fumo che Dallas, come America’s Team, si porta dietro, questa stagione sembra anche esserci un arrosto sostanzioso e ricco di aromi, la squadra appare investita e ben allenata, con uno staff in grado di sfruttare al massimo le potenzialità dei propri giocatori e metterli nella posizione di brillare, in una NFC East quale l’attuale, i playoff come vincitori della divisione sono il minimo che ci si può aspettare dalla squadra della stella.

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