[NFL] Week 11: Packers, lezione di maturità ai Vikings (Green Bay Packers vs Minnesota Vikings 30-13)

I Green Bay Packers si confermano la bestia nera dei Minnesota Vikings (10-1-1 il record nelle ultime 12 gare per le Cheeseheads), interrompono la serie negativa e agguantano proprio i ragazzi di coach Zimmer al comando della NFC North con un record di 7-3.
I Vikings perdono invece una ghiotta occasione di andare a + 2 sui temibili avversari ed escono dal match casalingo del TCF Bank Stadium dopo aver dato la netta impressione di essere un team ancora un po’ “acerbo”.

I Packers arrivavano alla delicata trasferta di Minneapolis dopo una striscia negativa di tre sconfitte, cosa che non succedeva dal 2008, con una crescente frustrazione nello spogliatoio, come evidenziato dalla famosa litigata in panchina del trio Raji, Peppers e Clinton Dix di due settimane prima, ma soprattutto con un attacco in clamorosa crisi.
Invece la trasferta nel Minnesota ha dimostrato che forse i Packers hanno superato il momento più difficile. I problemi nel reparto di coach Clements non sono certo spariti, però contro una difesa tosta come quella dei Vikings, Rodgers e compagni hanno offerto una prova confortante. A riprova del fatto che le difficoltà non siano certo superate, c’è da sottolineare che Rodgers ha chiuso con una percentuale al di sotto del 50%, cioè 16 su 36, anche se sono arrivate due mete e 212 yard.

Il prodotto da California è sembrato in alcuni tratti non sulla stessa “pagina” dei suoi compagni ed ha clamorosamente mancato ricevitori liberi in almeno tre circostanze, anche se ha azzeccato alcuni passaggi veramente pregevoli. Suo bersaglio principale nella gara del TCF Bank Stadium è stato James Jones, che dopo non aver visto palla nel clamoroso k.o. con Detroit, ha chiuso con 6 ricezioni per 109 yard e una meta.
Davante Adams è stato il secondo receiver in fatto di produzione con tre ricezioni per 36 yard, mentre anche in quel di Minneapolis è proseguito il momento di profonda crisi di Randall Cobb: vero, è arrivata una segnatura, ma il receiver da Kentucky è stato il bersaglio di Rodgers per nove volte ed ha portato a casa appena due ricezioni per 24 yard.

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Meglio, decisamente meglio, ha fatto invece un altro atleta in discussione nelle ultime settimane: il runner Eddy Lacy era stato relegato in panchina a favore di James Starks, ma con Minnesota ha fatto vedere alcune corse di potenza alternate a ottimi movimenti ad evitare i placcaggi, e alla fine ha chiuso con 100 yard in 22 portate. Ed è giusto sottolineare che l’attacco di Green Bay ha dovuto fare a meno per quasi tutto l’arco della gara di una pedina importante come il centro Linsley, k.o. per un guaio alla caviglia, sostituito comunque degnamente da Joseph Tretter, centro al terzo anno di NFL.

Eddie Lacy Green Bay Packers

La difesa dei Packers è stata invece la vera protagonista del match: il primo compito per il reparto di Dom Capers, era bloccare o almeno limitare, il leading rusher della NFL; quell’Adrian Peterson che arrivava dalle 203 yard guadagnate contro Oakland e che nelle ultime tre gare aveva corso oltre 144 yard di media per partita. Braccato per tutta la gara da un formidabile Clay Matthews, Peterson ha terminato la gara con 13 portate per 45 yard, la peggior performance stagionale se si eccettua la gara di esordio a San Francisco.

Ma la super prestazione del reparto non si è fermata qui: la difesa ospite ha tenuto sotto costante pressione Bridgewater, mettendo a segno la bellezza di 6 sack, dopo che nelle precedenti tre gare Peppers e compagni non ne avevano fatto registrare neppure uno. Un deciso passo avanti dunque per i ragazzi di coach Capers, che nel trittico San Diego, Denver e Carolina, cioè a cavallo fra la fine di ottobre e la prima settimana di novembre, avevano concesso la bellezza di 1475 yard.
Datone Jones è stato il leader del reparto con due sack più 4 hits su Bridgewater, ma anche Daniels ha fatto sentire la sua presenza con un altro sack, cinque “hurries” sul regista avversario e un tackle per perdita di terreno. Nel secondario invece il migliore in campo è stato sicuramente il cornerback Casey Heyward.

L’attacco di Minnesota ha invece chiaramente dato l’impressione di essere perso senza l’apporto di Peterson. I Packers hanno bloccato “AP” e Bridgewater ha dimostrato di non essere ancora in grado di caricarsi sulle spalle l’intero peso del reparto offensivo. Il giovane regista ha giocato molto bene quando la tasca l’ha protetto a dovere ma ha faticato decisamente quando, ed è successo spesso, Green Bay è riuscita mettergli pressione addosso. Le statistiche non sono certo male, 25 su 37 per 296 yard e una meta, ma c’è anche da sottolineare che 24 dei suoi passaggi tentati, hanno percorso in aria meno di dieci yard.

Stavolta il bersaglio principale per l’ex Louisville è stato il tight end Rudolph che si è lasciato alle spalle una stagione decisamente deludente (prima della gara con i Packers aveva collezionato appena 23 ricezioni per 182 yard) ed ha portato a casa 6 palloni per 106 e un touchdown spettacolare. Si è confermato punto di riferimento importante per il passing game il rookie Diggs, che ha totalizzato sei “catch” per 66 yard, e bene ha fatto anche Jarius Wright (4-50) mentre è continuata la stagione da fantasma di Mike Wallace (due palle lanciate nella sua direzione e zero ricezioni).

Kyle Rudolph Minnesota Vikings

La difesa si è invece confermata assolutamente solida, soprattutto a livello di front seven: un po’ tutti i linemen, da Robison a Griffen a Floyd a Joseph hanno offerto il loro contributo, con gli ultimi due però particolarmente ispirati, mentre fra i linebackers molto bene Barr ed il rookie Kendricks autore di ben 7 placcaggi. A livello di secondario hanno sofferto sia Munnerlyn, che Newman, colpevole quest’ultimo di una sanguinosa penalità da 50 yard sul finire del primo tempo, così il migliore è stato Rhodes, che si è perso James Jones in occasione del completo da 37 yard del terzo quarto ma per il resto ha concesso due ricezioni per 12 yard.
Un dato per altro è curioso ed è sicuramente uno dei motivi che spiegano il k.o. dei Vikings: i ragazzi di coach Zimmer arrivavano alla sfida con Green Bay come squadra meno penalizzata dell’intera NFL e invece contro Rodgers e soci hanno commesso 8 penalità per 110 yard.

Venendo alla cronaca del match, il primo possesso era dei Vikings, i quali erano bravi a venir fuori da un primo e venti profondi nel loro campo, grazie ad una delle miglior corse della giornata di Peterson (10 yard) e ad un bel passaggio di Bridgewater a Wright per 12. L’inerzia dei Vikings però si fermava subito dopo la metà campo su un grande placcaggio in campo aperto del cornerback Shield sul runner McKinnon nell’occasione in qualità di ricevitore.
Green Bay iniziava il suo primo drive offensivo con Starks come running back titolare e Rodgers che cercava spesso e volentieri quel James Jones che nella gara precedente non aveva ricezioni all’attivo. Il regista da California provava a servire cinque volte Jones che totalizzava due ricezioni per 27 yard. Queste, unite ad un paio di belle corse di Starks, erano comunque sufficienti per permettere a Crosby di centrare i pali per la prima volta in una giornata che sarà da incorniciare per il kicker ospite.

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Minnesota tornava in possesso dell’ovale e in poco più di un minuto e mezzo metteva a referto 6 punti: tre corse di Peterson, per un totale di 17 yard, servivano ai Vikings per stringere la difesa dei Packers e liberare sul profondo Kyle Rudolph che, nonostante l’ottima guardia della safety Hyde, riceva in punta di dita un gran passaggio di Bridgewater e segnava la prima meta per i padroni di casa dopo una galoppata da 47 yard, il touchdown più lungo nella carriera del giovane tight end.
Sul kickoff seguente però il ritornatore Janis faceva un capolavoro seminando gli avversari che riuscivano a bloccarlo solo sulle 34 di Minnesota, dopo un ritorno di 70 yard. La difesa dei “Norsemen” teneva però alla grande, con uno spettacolare placcaggio per -4 dell’end Robison su un Lacy che intanto iniziava a trovare spazio nell’attacco delle Cheeseheads, e così ci pensava di nuovo Crosby a segnare altri punti per Green Bay, stavolta con un field goal dalle 29.

Un rovinoso sack di Datone Jones su Bridgewater (-18 yard) costringeva poi Minnesota al punt e sul rovesciamento di fronte, gioiellino di Lacy il quale, con una portata che era un misto di potenza ed elusività, guadagnava 27 yard. Ampiamente in territorio favorevole però il drive di Green Bay si interrompeva su un incompleto a Cobb e ancora Crosby, di piede, faceva 9-6.
Una penalità di holding della guardia Fusco e un sack di Palmer, mandavano nuovamente in bianco l’attacco dei locali, ma stavolta i Packers non facevano meglio con un grande sack del cornerback Munnerlyn che fermava a sua volta l’attacco dei bianchi. Il punt seguente di Mastay veniva deviato dallo special team di Minnesota, ma anche se i Vikings ripartivano sulle 42 di Green Bay, ancora una volta non cavavano un ragno dal buco, con Peppers che si incaricava di infliggere l’ennesimo sack a Bridgewater.

Teddy Bridgewater Datone Jones Vikings Packers

Green Bay iniziava il suo drive al two minutes warning e qui arrivava il primo momento importante del match: su un terzo e 15 sulle sue 15, Rodgers cercava con un lancio lungo Janis, su cui il veteranissimo Newman commetteva un fallo di pass interference che costava a Minnesota 50 yard. Ma i regali dei Vikings non finivano qua: su un terzo e nove, stavolta sulle 15 dei locali, Aaron Rodgers trovava il suo quasi omonimo Richard Rodgers direttamente in meta, ma l’azione era vanificata dall’holding fischiato all’offensive tackle Bakhtiari.
In realtà dopo il lancio, il tackle difensivo Joseph colpiva in modo inutile Rodgers, e la conseguente penalità di roughing the passer andava ad annullare quella di Bakhtiari. Sulla rigiocata era Barr a commettere un fallo di “illegal contact”, regalando il primo down a Green Bay che a 10 secondi dall’intervallo ringraziava e passava grazie ad un bel lancio di Rodgers a Cobb; punteggio all’intervallo 16-6.

Il primo drive del secondo tempo di Green Bay era atipico per un attacco di Tom Clements: il coordinator chiamava infatti sei corse, più uno scramble di Rodgers, e solo quattro passaggi, ma in uno di questi Starks era letale e guadagnava la bellezza di 30 yard. Sulle 15 di Minnesota un brutto lancio di Aaron Rodgers e un errore in ricezione di Richard Rodgers vanificavano però gli sforzi di Green Bay, anche se arrivava ancora un field goal che portava i Packers a +13.
Minnesota iniziava a questo punto un drive delicato, ma si scontrava ancora una volta con la giornata stratosferica della difesa ospite: Peterson veniva fermato da Matthews per -3, poi Bridgewater veniva atterrato da Clinton Dix, sack e -10.

Il punt dei Vikings metteva però Green Bay in un angolo da cui i Packers non uscivano e Masthay doveva calciare dall’interno della sua end zone. Con 4 minuti e mezzo da giocare nel terzo quarto finalmente Minnesota trovava un grande drive tutto sui passaggi di Bridgewater: prima Diggs con una traiettoria ad entrare nel campo per 17 yard, poi ancora Rudolph con un capolavoro da 33 yard, quindi Line, trascinavano Minnesota sulle 6 di Green Bay, da dove Peterson si ricordava di essere il leading rusher della NFL, trovava finalmente una buona portata, ed era 13-19.

adrian peterson minnesota vikings

Avanti solo più di 6 punti, i Packers non facevano però una piega ed anzi Rodgers giocava il suo football migliore: un passaggio ad Adams da 16 yard, poi tre completi quasi consecutivi a Jones, per 4, 37 e 27 yard, con quest’ultimo che valeva il touchdown del 27-13 e in avvio di ultimo quarto in pratica chiudeva il match.
Anche perché nella serie seguente, un frustrato Peterson dopo aver guadagnato 10 yard già in territorio favorevole, cercava di avanzare ulteriormente, ma Burnett gli faceva perdere il pallone prontamente recuperato da Shields. Per Peterson si trattava del sesto fumble perso, curiosamente tutti fra le mura amiche.

Stavolta però Green Bay in attacco non produceva nulla, ma anche i Vikings non andavano da nessuna parte anzi, i sack di Daniels e ancora Datone Jones costringevano Minnesota al punt su un quarto e 22. Con 7 minuti e mezzo da giocare, Green Bay badava più che altro a far scorrere il tempo, e i Vikings recuperavano subito il possesso sulle proprie 11.

A questo punto però i padroni di casa erano ormai con le spalle al muro, e dunque il drive era solo fatto di passaggi, ma era comunque di breve durata perché sul terzo e due e poi ancora sul quarto e due Bridgewater non trovava né McKinnon né Diggs. Green Bay partiva così dalle 33 dei Vikings: due ovvie corse di Lacy fruttavano una leggera perdita di terreno, poi il lancio di Rodgers a Cobb cadeva incompleto, ma ci pensava il piedone di Crosby, che non sbagliava da 52 yard, a fare scendere il sipario sul match.

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