[NFL] Week 14: Più semplice del previsto (Atlanta Falcons vs Los Angeles Rams 42-14)

Degli 82495 spettatori dichiarati dai Rams per la partita di ieri con gli Atlanta Falcons, sugli spalti ne erano presenti meno della metà. Molto meno. Questo il quadro sconfortante che accoglieva i Los Angeles Rams di ritorno dalla doppia batosta in trasferta rimediata dai New Orleans Saints e dai New England Patriots.

A fare da contorno (e, come vedremo, da “carnefici”) gli Atlanta Falcons, che dovevano assolutamente tenere il passo dei Tampa Bay Buccaneers, contemporaneamente impegnati in casa contro i Saints, per mantenere la testa della division ed il posto assicurato ai playoff senza dover rischiare di passare per le wild card.

I Falcons dovevano fare a meno di due pezzi pregiati come Julio Jones e Mohamed Sanu, rischiando di trovarsi con un attacco dimezzato, mentre i Rams potevano contare nel rientro di Tavon Austin, e speravano di rimettersi in carreggiata per cercare il miracolo delle quattro vittorie nelle ultime quattro partite di stagione che gli avrebbe permesso di non avere l’ennesima stagione perdente dell’era Fisher.

Pubblicità

L’inizio della partita, però, dava un chiaro segnale su come si sarebbero dipanati i successivi 180 minuti, dando ragione da vendere a quei 40mila e oltre che avevano pensato bene di starsene a casa ed evitarsi la visione di uno scempio totale quale quello che si sarebbe realizzato di lì a poco al Los Angeles Coliseum.

Sul kickoff di apertura Mike Thomas, che sostituiva l’ancora infortunato Cunningham nella posizione di kick returner, combinava un pasticcio di quelli bruttissimi, permettendo ai Falcons di recuperare la palla da essi stessi calciata sulle tre yard offensive.

Lance Kendricks Rams

Matt Ryan entrava in campo e portava a casa il massimo possibile con un lancetto da tre yard per Hardy. Dopo dieci secondi di gioco e potenzialmente la palla in mano, i Rams perdevano già 7-0, e la partita si faceva subito difficilissima.

Jared Goff non si perdeva d’animo e conduceva un ottimo drive fino alle 16 avversarie, dove si prendeva uno dei soliti intercetti “alla Rams”, con il pallone droppato dal ricevitore (in questo caso Britt) che schizzava dritto dritto nelle mani di un difensore avversario.

I Falcons, però, stentavano leggermente, e non approfittavano del secondo turnover nell’arco di cinque minuti, rischiando così di sprecare i regali dei Rams.

Anche i Rams sembravano aver perso l’abbrivio del primo drive, e non incidevano più di tanto, affidandosi al collaudatissimo piede di Johnny Hekker (in odore di Pro Bowl e stagione record) per tenere a distanza gli avversari.
Nel secondo quarto, però, Ryan decideva di premere sull’acceleratore, ovviando all’assenza di Jones e Samu con una serie di completi su tutti i propri ricevitori senza distinzione.

La prima azione del secondo periodo era il touchdown pass per Coleman che portava i Falcons sul 14-0 e chiudeva un drive che vedeva Ryan completare cinque passaggi su cinque ricevitori diversi per avvicinarsi alla end zone della squadra di casa.

Il 21-0 per i Falcons era un affare tra rookie. Goff cercava Britt con una traiettoria interna, ma non si avvedeva di Deion Jones, che capiva tutto ed arpionava il pallone riportandolo in touchdown per un pick-six che segnava il punteggio con cui le due squadre andavano negli spogliatoi per la pausa di metà tempo.

Pubblicità

Subito dopo il touchdown del 21-0, tra l’altro, suonava un campanello d’allarme piuttosto forte per la linea offensiva dei Rams. Vic Beasley metteva a segno un sack su Goff provocando anche un fumble, che Greg Robinson era lesto a fare suo. Un holding dello stesso Robinson, però, annullava l’azione, ritardandola solo di qualche tempo.

Dopo la pausa Matt Ryan metteva un sigillo dei suoi al primo drive offensivo dei Falcons, pescando in perfetta solitudine Taylor Gabriel che, dimenticato del tutto dalla secondaria di Los Angeles, metteva a segno sei punti dopo una ricezione con corsa per un totale di 64 yard.

Era il segno del “rompete le righe” per i Rams. Anche la difesa gettava la spugna (non che fino a quel punto avesse dato chissà quale filo da torcere ai Falcons) e la partita prendeva un binario senza ritorno per Los Angeles, che subivano ancora due touchdown. Il primo era opera di Coleman, che correva nel mezzo con una facilità estrema guadagnando le sei yard che lo separavano dalla end zone avversaria. Il secondo arrivava su azione fotocopia di quella citata in precedenza ed annullata dall’holding di Robinson. Vic Beasley placcava Goff provocando un fumble che lo stesso Beasley riportava in touchdown per il 42-0.

Tevin Coleman Falcons

A quel punto mancavano due minuti e cinquanta al termine del terzo quarto e Dan Quinn, diversamente da quanto aveva fatto Sean Payton due settimane fa, decideva che era sufficiente così, dando il via libera ai backup, Matt Schaub in testa, bisognosi di mettere un po’ di chilometraggio nel motore in partita reale e non solo in allenamento.

Nel quarto periodo i Rams accorciavano le distanze con una corsa dell’arrabbiatissimo Gurley (a fine partita darà della “squadra del liceo” al proprio attacco) ed un touchdown personale di Goff, che veniva anche maltrattato piuttosto pesantemente nella sua keeper, dimostrando però di avere quel carattere che è sempre mancato negli ultimi quarterback blu oro.

Il 42-14 finale elimina matematicamente dai playoff i Rams, li condanna ad un’altra stagione perdente e pianta un altro chiodo sulla cassa di Jeff Fisher che, a questo punto, non vediamo sinceramente come potrà essere ripresentato come head coach dei Rams per il 2017, rinnovo o non rinnovo che sembra sempre più un risarcimento per la gestione dello spostamento della franchigia a Los Angeles che non un compenso per meriti sportivi.

Settimana corta per Fisher e compagni, che giovedì notte saranno a Seattle, in casa dei falchi di mare brutalizzati a Green Bay e quanto mai desiderosi di rimettersi in piedi. E quale avversario migliore di questi disastrati Rams poteva capitare?

I Falcons si dimostrano solidi e capaci di rimediare anche alle assenze eccellenti, ma dovranno mantenere questa solidità nelle prossime partite, decisamente più probanti he non quella di ieri sera, che si è rivelata poco più di un allenamento.
La questione per Atlanta è sempre la medesima: sapranno i Falcons (e Ryan nello specifico) mantenere lo stesso standard di prestazione una volta arrivati in post season, senza sciogliersi come neve al sole come successo più di una volta? A Dan Quinn la sentenza.

[clear] [graphiq id=”hsG8Woe4Hhr” title=”Game Recap” width=”800″ height=”797″ url=”https://w.graphiq.com/w/hsG8Woe4Hhr” ] [ad id=”29269″]
Pubblicità
Merchandising Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.