[NFL] Week 10: St.Louis Rams vs Arizona Cardinals 14-31

Dopo aver abbattuto, non senza patemi d’animo, Seattle e San Francisco, per i St.Louis Rams sembrava essere la volta di regolare per le feste anche gli Arizona Cardinals, ma alla fine, in senso letterale, sono stati questi ultimi ad avere la meglio, confermandosi come la squadra con il miglior record della National Football League.

In realtà tutto faceva pensare che i Rams sarebbero riusciti nella terza impresa consecutiva contro una squadra della propria division. Dopo tre quarti e un pezzo di una partita tanto parca di spettacolo quanto comunque interessante e godibile da vedere, gli ospiti guidati da una difesa in gran spolvero erano in vantaggio 14-10 sui padroni di casa, incapaci di trovare delle soluzioni adeguate per contrastare una unità difensiva avversaria che sembrava davvero aver ritrovato quella solidità che sembrava oramai essere una leggenda metropolitana nata da qualche voce incontrollata durante la preseason. Tre sack, dieci tackle for loss, nove QB Hits erano il biglietto da visita del front seven dei Rams che aveva fino a quel momento reso la vita difficile a Carson Palmer ed impossibile ad Andre Ellington. Quest’ultimo finirà la partita con sole 23 yards guadagnate con diciotto portate.
Privato del gioco di corsa, Palmer doveva inventarsi via via qualcosa, ben supportato dal solito Fitzgerald, che catturava nove dei dieci palloni capitati dalle sue parti, ma anche da John Brown.
Tavon Austin RamsA fare da contraltare a questa difesa dominante, l’attacco dei Rams andava a corrente alternata, per usare un eufemismo. Il touchdown del vantaggio arrivava al terzo drive offensivo, grazie ad una corsa centrale del solito Cunningham, ma i due drive precedenti, come i due successivi si risolvevano con dei tristi three-and-out, con Austin Davis che appariva abbastanza confuso, indeciso ed insicuro.
I Cardinals non erano da meno. Rispondevano al touchdown di Cunningham con la segnatura di Ellington e, subito dopo, con un field goal di Catanzaro, ma anche loro non davano l’impressione di poter prendere le redini della partita, che restava un affare privato tra le due difese.
Prima dell’intervallo c’era il tempo per uno dei pochi acuti dell’attacco di St.Louis. Davis eseguiva una splendida playaction che si concludeva con la palla nelle mani del tight end Jared Cook, che si mangiava letteralmente le 59 yards che lo separavano dal touchdown.

Nel secondo tempo le difese erano ancora padrone del campo, e quella dei Rams salvava il risultato intercettando Palmer con uno scatenato Ogletree, che aveva da farsi perdonare le brutte prestazioni contro San Francisco e Seattle delle scorse settimane.
I Rams non sfruttavano la situazione, ma anche i Cardinals non sembravano in grado di farsi sotto. Per dire del grado di confusione che regnava in attacco per la squadra di coach Arians, Carson Palmer recuperava fortunosamente un lancio ribattuto sulla linea di scrimmage ed a quel punto, anziché correre, cercava ancora Brown quindici yard più avanti, commettendo quindi una inutile penalità di doppio passaggio in avanti.
I Cardinals sbagliavano un field goal con Catanzaro dalle 53, ed i Rams sembravano in pieno controllo della partita. E’ vero che l’attacco non riusciva più a produrre yard, ma la difesa riusciva sempre a fare buona guardia impedendo ai Cardinals di avvicinarsi.
Sembrava fatta, poi, quando Carson Palmer si infortunava proprio prima del field goal sbagliato, obbligando Arians a sostituirlo con il backup Stanton.
Era invece proprio Stanton a dare impulso ai due minuti di follia pura in cui la partita cambiava decisamente direzione.
Dopo aver conquistato un primo down sulle 48 avversarie, Stanton si inventava un bombone per John Brown, che ci metteva del suo ricevendo in tuffi da sopra le spalle. Lasciato colpevolmente solo dall’unico errore della serata da parte della difesa dei Rams, Brown si rialzava ed andava a segnare il touchdown del sorpasso: 14-17.

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Patrick Peterson CardinalsA questo punto mancavano ancora 7 minuti e 40 secondi alla fine della partita, ed i Rams sembravano in grado di poter recuperare lo svantaggio.
Non avevano però fatto i conti con un Patrick Peterson che, rimasto dormiente tutta la partita, decideva di far ricordare la propria presenza, come spesso avvenuto nelle ultime sfide tra Rams e Cardinals, intercettando un pallone profondo che Davis aveva forzato verso Chris Givens.
L’attacco in maglia rossa sprecava l’occasione, ma dopo aver restituito palla ai Rams Peterson decideva che allora doveva pensarci lui, ed andava ad intercettare, riportandolo in touchdown, un altro brutto lancio di Davis per Kenny Britt.
Pensate che fosse finita lì? Ebbene, proprio per nulla. Dopo aver regalato un primo down con una stupida penalità su un incompleto al terzo tentativo, la difesa dei Cardinals tornava protagonista grazie a Cromartie, che recuperava un fumble su sack di Davis e lo riportava in touchdown.
In poco meno di quattro minuti i Cardinals avevano letteralmente ribaltato l’esito della contesa, portandosi sul 31-14, che sarà anche il risultato finale, dal momento che i successivi tentativi di un attacco dei Rams piuttosto fuori fase non fruttavano nulla né in termini di yard né in termini di punti.

I Cardinals rimangono quindi in davanti a tutti, anche se il loro futuro appare incerto vista l’entità dell’infortunio subito da Palmer.
I Rams confermano la loro volubilità e, sebbene siano riusciti a tenere botta per quasi tutta la partita, questa volta, confermano anche l’incapacità di tenere il punteggio e portare a termine le partite che sembrano avere in pieno controllo.
In linea con el ultime prestazioni, anche l’astro di Austin Davis si sta rapidamente offuscando, confermando la necessità, per il front office di St.Louis, di risolvere la “grana QB” in maniera convincente e definitiva o via draft o via free agency al termine di questa stagione, perché il giovane prodotto di Southern Mississippi sta dimostrando sempre più di poter essere un onesto backup e poco più.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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