Tre azioni particolari della domenica NFL

Il regolamento NFL non è affatto facile, ci sono sottigliezze e interpretazioni che spesso scopriamo domenica dopo domenica guardando le partite. Ieri tre azioni hanno generato discussioni infinite, nel senso che sono ancora in corso, sulle decisioni arbitrali e sulla congruità di alcune regole.

Con questo articolo cercheremo di capire e di spiegarvi il perchè di quelle decisioni arbitrali (prese sul campo o dalla sede della NFL di New York) per permettervi una discussione ragionata e informata.

Cominciamo con l’episodio più discusso della giornata.

Mancano 34 secondi al termine dell’incontro tra Pittsburgh Steelers e New England Patriots. Gli Steelers devono segnare almeno tre punti per il pareggio. primo e goal dalle 10 nella metà campo dei Patriots.
Ben Roethlisberger lancia a Jesse James che riceve ed entra in end zone, touchdown che porterebbe Pittsburgh avanti di tre in attesa di extra point.

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Da New York rivedono l’azione (tutti i touchdown chiamati in campo vengono rivisti) e dopo averne discusso anche con Tony Corrente, referee della partita, la decisione presa in campo viene cambiata in passaggio incompleto.

La spiegazione di Corrente è molto chiara per i termini adottati: il ricevitore non è “sopravvissuto al contatto col terreno”, nel senso che ha perso il controllo del pallone e ha usato il terreno per ristabilirne il possesso.

La domanda nasce spontanea: se un giocatore supera la goal line con il pallone non è automaticamente touchdown e quello che succede dopo non conta? Si e no.
Si, se chi supera la linea ha il pieno controllo del pallone come ad esempio un corridore (chiunque con il pallone in mano che correndo attraversa la goal line), no se invece questo pieno controllo non lo ha mai avuto.

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In questa azione James riceve il pallone, sembra averne il controllo, ma nel momento in cui si estende per far varcare la linea al pallone il gomito toccando terra, causa il movimento del prolato che comincia a “ballare” tra le sue mani. Il ricevitore cerca di riprenderne il controllo, ma in quel momento il pallone tocca per terra senza essere più sotto il controllo di James.

Jones no TD

Da qui si arriva alla frase di Corrente che sulla sopravvivenza al contatto col terreno di gioco.

Quella che segue è la spiegazione di Al Riveron, responsabile degli arbitri NFL.

Anche Mike Pereira, predecessore di Riveron, spiega ai suoi follower come un ricevitore non diventi un corridore (vedi sopra) finchè non ha completato il processo di ricezione.

Anche la seconda azione ha avuto un impatto importante sulla partita tra Dallas Cowboys e Oakland Raiders.

Mancano 39 secondi al termine dell’incontro e i Raiders, sotto di tre punti, giocano un terzo e tre dalle otto dei Cowboys. Carr riceve il pallone in shotgun, evita miracolasamente un sack e decide di correre lui sulla destra. Finta di passaggio e scatto verso il piloncino, ma nel tuffo verso i sei punti il quarterback perde il pallone.

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Conciliabolo arbitrale per capire come e quando Carr abbia perso il pallone e alla fine la decisione è touchback e palla ai Cowboys che si aggiudicano così la partita.

Questa decisione è molto più semplice rispetto a quella precedente e non ha comportato ne replay, ne intervento da New York perchè Carr ha nettamente perso il controllo del pallone quando ancora era in campo.

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Per regola una palla che entra in end zone senza che nessuno ne abbia il possesso può diventare un touchdown, una safety o un touchback in base a chi la ricopre o all’eventuale uscita dal campo senza nessun tocco.

In questo caso l’impeto al pallone perchè entrasse in end zone è dell’attaccante che è quindi anche responsabile per la sua uscita dal campo portando al conseguente touchback. Questa è una delle regole che la NFL condivide con la NCAA.

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Nota di colore della partita la decisione del referee Gene Steratore di utilizzare la sua game card per dimostrare come il pallone avesse superato la linea del primo down.

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Nel post partita Steratore ha dichiarato che aveva già comunicato la decisione alle squadre e che la corsa di Prescott era stata sufficiente per chiudere il down perchè la palla toccava il palo, ma per confermare che la sua decisione era corretta e placare gli animi ha utilizzato la game card per dimostrare come non c’era spazio tra palla e palo della chiusura del down.

La terza azione di cui vi parliamo è il touchdown prima negato e poi ridato dopo il challenge a Damiene Byrd dei Panthers.

Byrd riceve il pallone lanciato da Newton in end zone e cade a ridosso della linea di fondo campo.

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Come possiamo vedere dal video il back judge in copertura ha lo sguardo fisso sulla posizione di Byrde e segnala subito l’incompleto aiutato anche dal collega che andando verso di lui segnala con la mano la parte del terreno esterna al campo da gioco. Nonostante la chiamata arbitrale sia stata molto decisa Ron Rivera ha chiamato il challenge e New York gli ha dato ragione per sei punti importanti in quella fase della gara.

Byrde cade a terra mantenendo il controllo del pallone e per regolamento un gluteo in campo equivale ad avere due piedi e quindi l’incompleto si è trasformato in touchdown. Giusto dire che di solito a New York sono restii a correggere una chiamata arbitrale su azioni così concitate, ma come potete vedere nella foto l’evidenza del tocco di sedere in campo ha fatto cambiare la decisione originale.

byrde azioni touchdown panthers

Anche per questa partita un piccolo bonus.

A metà del primo quarto, sul punteggio di 0-0 i Panthers bussano alla porta dei Packers con un secondo e goal dalle sette. Una volta che l’attacco si schiera Clay Matthews, linebacker dei Packers, urla che schema giocherà l’attacco ottenendo la pronta risposta di Cam Newton che gli fa capire che guardare le partite precedenti non sempre è utile…

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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